venerdì 23 gennaio 2009

nutraceutici , attenzione

Un business in crescita. Ma i ricercatori ridimensionano il fenomeno di Samantha Biaie.L'idea che una pillola possa proteggerci dalle malattìe è allettante. E le aziende farmaceutiche, infatti, continuano a "sfornare" integratori dagli effetti sorprendenti, almeno sulla carta. Sono detti nutraceutici perché forniscono micronutrienti in grado di migliorare lo stato di salute. Ma le sostanze che funzionano davvero sono poche. Lo conferma Scientific American Body, una delle riviste di divulgazione scientifica più autorevoli in America. Per molti prodotti in commercio, addirittura, non è ancora chiaro se siano superiori i benefici o i rischi come spiega Paul M. Coates, direttore dell'Ufficio del Dietary Supplernents (Ods). al National Institutes or Health. Qualche volta però la scienza è in linea con i claim delle etichette. E il caso degli acidi gassi Dha ed Epa appartenenti alla serie Omega 3, noti per i loro effetti protettivi sulle malattie cardiovascolari. Dal 2002 l'American Heart Association suggerisce l'uso quotidiano di olio di pesce per i pazienti con malattia coronarica. Unico limite :le persone che hanno un pacemaker. Assolte, ma "ridimensionate", altre tre sostanze: il licopene, la glutammina e gli isoflavoni. Il primo è un antiossidante contenuto nel pomodoro che alcuni studi avevano correlato alla riduzione del rischio di cancro alla prostata. Di fronte agli approfondimenti "sul campo" il suo ruolo è stato contenuto: il team di ricerca di Ulrike Peters, epidemiologo dell'università di Washington, ha rilevato un legarne tra questo tipo di tumore e il beta-carotene, antiossidante presente nei vegetali di colore arancione. Il concetto è chiaro :il beta-carotene assunto con i cibi fa bene, ma preso a dosi maggiori potrebbe non essere cosi positivo. Situazione simile per la Glucosarnina (ottenibile dai frutti di mare) indicata come un valido alleato nella lotta contro l'osteoartrite. Una sperimentazione clinica di 24 settimane su 1.583 pazienti ha rivelato un modesto vantaggio e solo in pazienti con forti dolori. Stessa sorte ha coinvolto gli isoflavoni della soia che, per anni, sono stati elogiati come aiuto durante la menopausa. Gli scienziati hanno scoperto che i due principali (genisteina e diadzeina) non possono essere assorbiti dall'organismo se nell'intestino non sono presenti Datteri in grado di convertirli in equolo, la forma chimica attiva.

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