domenica 26 giugno 2011

ANCHE LENIN FECE LA NEP , PAPANDREAU ESITA, MA HA IL CARISMA E L'INTELLIGENZA POLITICA PATERNA? (art. iniz. su colon.dx stesso titolo)

Alla decima settimana di governo, Papandreou si trova a gestire il passaggio più critico della storia moderna del paese. “O cambiamo o affondiamo”, ha intimato il 14 dicembre. Ce la farà la Grecia a cambiare o verrà travolta dai debiti? Il governo di Papandreou potrebbe avere molto meno di un anno a disposizione. Il ministro delle Finanze Papaconstantinou parla di non più di due mesi e alcuni fonti interne parlano di poche settimane.
Nonostante il deterioramento delle finanze pubbliche, le banche greche hanno continuato a drenare credito dalla Bce a fronte dell’acquisto di titoli di Stato greci. Sono arrivate così ad assorbire circa 40 miliardi di euro, ovvero il 6-7% dei finanziamenti totali – circa 665 miliardi di euro – stanziati dalla Bce nella zona euro per far fronte alla crisi finanziaria. Gli istituti di credito ellenici sono secondi solo a quelli irlandesi per fondi di emergenza percepiti dalla Bce. Francoforte, che risente dell’onda lunga della crisi finanziaria, non sembra più disposta ad assecondare questo gioco e ha annunciato che darà dodici mesi di tempo ad Atene per rimettere i conti in ordine. Oltre questo limite, ha dichiarato che nonaccetterà più i titoli greci............

Quali sono le opzioni sul tavolo di Papandreu? Soddisfare i mercati internazionali o i cittadini? 
L’esempio seguito dall’Islanda sembra difficilmente praticabile in Grecia. Per rimettere a posto i conti pubblici dovrebbe dimezzare la spesa pubblica, ma in un paese con il 9,3% di disoccupati, questa scelta potrebbe facilmente risultare esplosiva. Gli ultimi tempi, infatti, sono stati segnati da continui disordini sociali, sfociati in momenti di vera e propria anarchia nelle principali città del paese, come è accaduto poche settimane fa in coincidenza dell’anniversario della morte di Alexis Grigoropoulos, il giovane manifestante ucciso dalla polizia ad Atene. Inoltre, l’ipotesi di congelare gli stipendi di tutti i dipendenti pubblici finirebbe per colpire le fasce deboli e solleverebbe le proteste dei sindacati portando ad un corto circuito istituzionale.

Papandreou è più che mai in bilico: salvare le idee del socialismo, o salvare la Grecia? 
La sintesi sembra difficile e passa innanzitutto dal suo partito. Il Pasok è diviso tra due correnti che sostengono politiche divergenti. La componente populista, composta dai vecchi amici del padre, crede nella possibilità di trovare una soluzione greca ai problemi greci. Capofila di questa linea è il ministro dell’Economia Louka Katseli, brillante economista e membro storico del partito, che propone misure volte a stimolare la crescita e la lotta all’evasione fiscale. In un’intervista rilasciata all’autorevole quotidiano To Vima, Katseli si è detta contraria a seguire le orme dell’Islanda, affermando che “se diamo la mano ai mercati, ci prenderanno tutto il braccio”.

Sulla sponda opposta, l’altra componente del partito, rappresentata dal giovane ministro delle Finanze Giorgos Papakonstantinou, con alle spalle studi in Inghilterra e formazione all’Ocse, che sostiene tagli drastici della spesa pubblica e l’emissione di titoli di Stato denominati in dollari a
investitori statunitensi e asiatici, per un totale di 55 miliardi di euro........
orso castano : la partita che si sta giocando in Europa , e la Grecia ne e' un "prototipo", un "modello" e' la futura struttura del welfare in Europa , e non solo in Europa. Se infatti guardiamo a quello che sta succedendo nel nord-africa ed al bisogno di ricostruzione che fara' seguito alle , speriamo avvengano tutte ed al piu' presto, "primavere" ,  a come ci osservano quei paesi che , via internet o tv , ci hanno considerato un modello da raggiungere, ebbene ci stiamo giocando , e non la sparo grossa, la futura concezione dell'uomo , dei suoi diritti civili politici e materiali, del post crisi finanziaria. Non economica. Ad esempio, sara' estremamente importante osservare come si uscira' dalla crisi in Europa, se di  nuovo attraverso strumenti finanziari oppure attraverso ristrutturazioni tecnologiche e rielaborazioni del welfare. L'area del Mare Nostrum ci guarda e speriamo porti il suo contributo , la sua inventiva, Proprio dalle lotte di liberazione , dall'uso del web per comunicare, dalla creativita' che verra' e dovra' essere messain moto per uscire dalla loro crisi , potrebbero venir fuori idee nuove e straordinarie su come organizzare il welfare, sul diritto alla cultura, al lavoro, su come , nella scarsezza di risorse, la fantasia potra' vincere la poverta', mettendo in secondo piano o finalizzando a questo, proprio quelle storture finanziarie che ci hanno portato alla crisi.
"

Nessun commento: