domenica 10 novembre 2013

read key : ambientstress : mesotelioma all'Olivetti

Anna di Prospero..anna di prospero fotografaHenrique Oliveira a Parigi con BaitogogoHenrique Oliveira a Parigi
........Le ipotesi di reato sono di omicidio colposo e lesioni colpose plurime. Le indagini sono concentrate sui decessi di una ventina di lavoratori, avvenuti dopo la pensione, tra il 2008 e i primi mesi di quest’anno. Si tratta di soggetti che tra la fine degli anni settanta e il Novanta avevano lavorato in reparti contaminati da fibre di amianto e che successivamente si sono ammalati di mesotelioma pleurico. L'Ingegnere fu presidente dell’azienda dal 1978 al 1996 e suo fratello Franco, che all’Olivetti aveva ricoperto il ruolo di vicepresidente e amministratore delegato. Nella lista c'è anche Corrado Passera che era stato co-amministratore delegato tra il 1992 e il 1996. L’accusa per tutti gli indagati è di omicidio colposo e lesioni colpose plurime. La procura sospetta che non fossero state adottate le contromisure necessarie per evitare che gli operai venissero a contatto con le fibre di amianto.....................
Un sospiro di sollievo arriva da un recentissimo studio sull’inquinamento urbano presentato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Infatti, tra le 1100 città del mondo, quelle italiane risultano tra le meno preoccupanti. È però un dato certo che, tra le 30 città analizzate nel “bel paese”, Torino è quella con il maggior tasso d’inquinamento nell’aria con 47 microgrammi per metro cubo. A seguire vi sono altre due metropoli: Milano e Napoli, con 44 microgrammi per metro cubo d’aria. Tra le più pulite si collocano invece Genova, Cagliari e Livorno. Ciò che l’OMS ha messo a punto è una vera e propria mappatura globale che mira ad approfondire la correlazione tra inquinamento atmosferico e cancro. Non a caso il capoluogo piemontese detiene il record italiano di melanomi. Nella mappatura eseguita dall’OMS sono considerati, tra i vari inquinanti, principalmente le polveri sottilicome il PM10 e il PM2,5 (di granulometria rispettivamente paria a 10 e 2,5 micron). Nella fattispecie, i dati considerati sono stati quelli relativi all’arco temporale compreso tra gli anni 2003 e 2010. In Italia, oltre alle grandi città, sono state campionate anche città più piccole, come Forlì, Cremona e Novara, e l’analisi è stata condotta dettagliatamente da nord a sud, misurando gli agenti inquinanti con strumenti ufficiali in ogni città. Scopo della ricerca è infatti la valutazione dell’esposizione umana all’inquinamento mediante una banca dati che raccoglie le misurazioni delle stazioni di monitoraggio dislocate nei centri urbani, nelle zone trafficate, nelle aree residenziali e commerciali. A livello mondiale il valore medio di PM10 misurato varia tra i 21 e i 142 microgrammi per metro cubo d’aria, mentre la media del  cosiddetto inquinamento "non preoccupante" si aggira attorno ai 71 microgrammi. Dalla mappatura emerge che la situazione migliore si trova in Nord America, in particolare negli Stati Uniti dove, dove si registrano quasi esclusivamente “puntini verdi”, cioè valori medi di inquinamento al di sotto dei 20 microgrammi per metro cubo. Valori soddisfacenti sono stati registrati anche in Europa, mentre la situazione è molto preoccupante in Medio Oriente e nei Paesi meridionali dell'Asia dove il carbone è ancora la principale fonte di approvvigionamento energetico e dunque le emissioni sono maggiori. Tra le città più inquinate a livello mondiale vi sono Kermanshah, in Iran, con 229 microgrammi d’inquinante per metro cubo d’aria, e Ulaanbaatar, in Mongolia, con addirittura 279 microgrammi per metro cubo.

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