sabato 21 febbraio 2015

c'e' chi attacca , e fortememnte, il jobs act. occorrera' documentare quotidianamete su i provider , i piu' numeroso possibile, le conseguenze negative che questra misura produrra'1

...............il Jobs Act cambierà da subito le nostre vite, e avrà enormi ripercussioni sul nostro futuro, indipendentemente da cosa materialmente siamo oggi: se studenti, lavoratori, disoccupati, precari. Abbasserà infatti i diritti di tutti i lavoratori, i salari di tutti i lavoratori, ci renderà più precari e flessibili alle loro esigenze, ci lascerà meno tutelati dal punto di vista degli ammortizzatori sociali… 
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La nostra classe ha intuito la portata dell’attacco, e infatti sta reagendo generosamente, per quanto disordinatamente, frenata dalle dirigenze di sindacati e partiti nel caso dei lavoratori, o da difficoltà materiali, incertezze e repressione nel caso dei movimenti sociali. Eppure la battaglia va combattuta, anche perché non esprime solo una difesa “corporativa” dell’esistente, ma ci apre la possibilità di mettere in comunicazione segmenti di classe che di solito non comunicano e anzi vengono artificiosamente divisi dal Governo: “garantiti” e non garantiti, giovani e vecchi etc. Il nostro compito in questo momento non è solo di dare visibilità a tutte le iniziative operaie e del movimento per cercare di connetterle e mostrare – contro la realtà  che raccontano i media – che una larga opposizione sociale al Jobs Act è effettivamente in campo. Lo sforzo politico che come compagni dobbiamo fare è di essere noi collegamento e inquadramento delle infinite date di agitazione e momenti spontanei, radicandoci nelle esigenze di larghe masse di persone
Risultati immagini per jobs act fine dei dirittiDopo la ridicola figura della “sinistra” PD che vota “criticamente” il Jobs Act, dopo aver visto la CGIL fare una mera opposizione di facciata e gli altri confederali accodarsi a Renzi, dopo che anche le finte “opposizioni” in Parlamento non sono stato in grado di produrre un reale conflitto, c’è uno spazio politico enorme..........Ma non si possono sottacere le pesanti responsabilità del gruppo dirigente della Cgil nell’aver consentito una tranquilla approvazione del Jobs Act mettendo in campo lo sciopero generale a babbo morto.Oggi questo gruppo dirigente sembra più preoccupato di chiudere la breve stagione dell’alterità a Renzi e al Pd che a rispondere ai bisogni di chi lavora. La frase: “Il mestiere del sindacato è contrattare” ieri è nuovamente risuonata nella sala del direttivo, a significare la distanza siderale da ogni antagonismo sociale. Quello che resterebbe è solo il sindacalismo della miseria appunto, quello confinato nel modello del 10 gennaio che consente ovunque di ridurre salari e diritti ai lavoratori.Si riapre così la crisi della Cgil, per qualche mese solo nascosta dietro la ripresa dell’iniziativa. Una crisi di risultati, di credibilità, di prospettiva. Se non ci si misura davvero con l’incompatibilità dell’iniziativa sindacale in questa fase dell’economia capitalista, con la durezza dello scontro che ti è imposto e con l’irrilevanza a cui sei confinato e si continua a camminare in avanti con la testa rivolta indietro a guardare il palazzo e la concertazione, allora si finisce certamente nel burrone..........

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