venerdì 3 luglio 2015

Conflittualita' genitoriale e Diritti dei minori a non essere lacerati psicologicamente.

orso castano : la stampa talora risulta fuorviante. In questo caso  , al di la' delle considerazioni del giornalista, inviterei a leggere attentamente le due sentenze della Corte (correttamente riportate dallo stesso giornalista, che mi e' sembrato un po' troppo sintetico e frettoloso nelle sue valutazion)  che trattano di un argomento, che e' di grande importanza: l'esercizio della genitorialita'. E' ovvio che  un giudice non puo' e non deve stabilire una sorta di Trattamento Sanitario Obbligatorio , prrevisto per legge su specifici casi di disturbo mentale grave ed acuto e normato in maniera precisa nel rispetto delle liberta' individuali (sono previste garanzie precise e limiti temporali che , nonostante vari tentativi di modifica, a mio avviso non andrebbero assolutamente modificati)  per indurre due genitori litigiosi e  superficiali , rispetto all'esercizio della genitorialita', a frequentare corsi di "rieducazione" genitoriale. Ma il giudice del Trib. per i Minorenni ha il dovere di difendere (la stessa dizione :Trib. per i minorenni  e' chiara in merito) i minori stessi e la loro crescita psicologica "normale". La sentenza della Corte d'Appello per i Minori, nalla sua intenzionalita' mi sembra voglia attuare questa "mission" . E' altresi' ovvio che il tentativo di imporre una psicoterapia di coppia senza l'attiva collaborazione dei genitori non puo' funzionare, ed a nulla servono TSO (oltretutto poco legali) ma il diritto del minore a non essere "lacerato" psicologicamente da due genitori iper litigiosi come e dachi verra' supportato? L'iniziativa di cui al Post http://menteallegra.blogspot.com/2015/07/uno-spazio-su-internet-per-i-bambini.html                puo' essere utile?

West - Quotidiano sulle politiche sociali

Il Giudice non può obbligare due ex a diventare buoni genitori

di Roberta Lunghini - 03.07.2015
In Italia, l’immaturità dei genitori non è un motivo valido per costringerli ad andare da uno psicologo per imparare a educare correttamente i figli. La Cassazione ha, infatti, annullato una sentenza della Corte d’Appello di Firenze che aveva imposto a due ex coniugi di frequentare percorsi psicoterapeutici individuali e di sostegno alla genitorialità. Il tutto al solo scopo di superare la persistente conflittualità che impediva loro di trovare un accordo su come curare ed educare il figlio. I Supremi Giudici hanno, invece, ritenuto che l’obbligo precedentemente imposto era lesivo del diritto alla libertà personale costituzionalmente garantito e alla disposizione che vieta di imporre, se non nei casi previsti dalla legge, trattamenti sanitari obbligatori.
Impedire al padre di vedere la figlia non è maltrattamento in famiglia

impedire al padre di vedere la figlia non è maltrattamento in famiglia  di Roberta Lunghini - 19.06.2015
Corte di cassazione, sentenza n. 25386 - 2015 : http://www.west-info.eu/it/impedire-al-padre-di-vedere-la-figlia-non-e-maltrattamento-in-famiglia/corte-di-cassazione-sentenza-n-25386-2015-2/

In Italia, il genitore che impedisce all’altro di vedere il figlio non commette reato di maltrattamenti in famiglia. Per questo, la Cassazione ha rigettato il ricorso presentato da un padre contro una precedente sentenza della Corte di Appello di Campobasso che aveva ribaltato la decisione di primo grado. L’uomo sosteneva che la ex compagna gli vietava di incontrare la loro piccola, ostacolando in tutti i modi il loro rapporto. Ma i Supremi Giudici, tra le altre cose, hanno fatto anche presente che “la contestazione formale del reato di maltrattamenti non è di facile comprensione innanzitutto perché non è dato comprendere chi ne sia la vittima, se la figlia o il padre”. Inoltre “non è neanche facile ritenere che vi sia un diretto collegamento tra le condotte di cui al reato di cui all’art. 388 cod. proc. pen. ed un evento di maltrattamenti significativo ai sensi dell’art. 572 cod. pen., pur se nel capo a) sono richiamate entrambe le disposizioni“.

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