Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, in visita in Etiopia, incontra il primo ministro Hailemariam Desalegn (Ansa)
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, in visita in Etiopia, incontra il primo ministro Hailemariam Desalegn (Ansa)


«La missione per l’Europa è creare posti di lavoro per lottare contro la povertà, per dare speranza alle nuove generazioni». Il premier Matteo Renzi è volato in Etiopia, ad Addis Abeba, per la terza Conferenza Onu per il finanziamento allo sviluppo. E ha chiarito la chiave di volta per risolvere la questione immigrazione: «La vera sfida non è solo salvare vite umane ma creare lavoro qui, dare nuove prospettive di lavoro qui. La gente scappa da una condizione di povertà e persecuzione e noi dobbiamo fare di più, dobbiamo investire nella cooperazione». Poi su Facebook ha aggiunto: «Una strategia di politica estera degna di questo nome non può che mettere al centro dell'interesse italiano l'Africa». E ha aggiunto: «Inutile dire “Aiutiamoli a casa loro” se poi si tagliano i fondi e non si considera la politica estera una priorità. Dopo anni di immobilismo, finalmente si riparte».

Renzi visita diga Salini-Impregilo in Etiopia
Tra selfie e strette di mano, Renzi ha incoraggiato ingegneri e operai impegnati nella costruzione della diga Gibe III nel sudovest dell'Etiopia, opera di Salini-Impregilo, alta 246 metri e capace attraverso 2 gallerie di portare acqua alla centrale idroelettrica che produrrà 1870 megawatt di energia. Il premier ha raggiunto insieme a Pietro Salini, a bordo di un C130, la diga, incastonata nelle montagne a 300 chilometri da Addis Abeba. «Sono molto orgoglioso - ha detto Renzi - per questa cooperazione tra due Paesi. Molto spesso l'Italia non è consapevole delle cose straordinarie che tanti di voi e noi fanno in giro per il mondo. Siamo un Paese fortissimo per la qualità della nostra ingegneria e come mi ha più volte ripetuto Salini battiamo i cinesi in ogni record». E per questo Renzi, pensando all'Italia, ha spronato a «smettere di piangersi addosso perché è vero che noi dobbiamo fare le riforme ma dobbiamo anche essere consapevoli che nel mondo c'è bisogno di Italia». E scherzando haaggiunto: “ci vuole meno a fare una diga in Etiopia che una conferenza dei servizi, ma tranquilli la cambieremo».
L’Europa non può essere solo la casa dei numeri e delle regole
A margine della visita ad Addis Abeba, Renzi è tornato a rimarcare l’importanza della crescita. «L’Europa deve crescere di più», ha ribadito. «La vera scommessa per noi è riuscire a investire finalmente in una strategia diversa a livello europeo». Perché «l’Europa non può esser solo la casa dei numeri, dei parametri, delle regole, ma deve essere un luogo dinamico e innovativo». «Facendo questo lavoro», ha osservato il premier, «possiamo essere molto più forti e credibili negli scenari internazionali», a partire da quello africano.
Investimento contro il terrorismo, «male numero uno»
Secondo il capo del governo, «dobbiamo aiutare qui i governi che combattono il terrorismo e rimuovere alla radice il problema dell’immigrazione, sostenendo la crescita dei Paesi dai quali partono i profughi». «A chi dice “aiutiamoli, a casa loro”, noi rispondiamo che noi siamo qui, due giorni - ha aggiunto il presidente del Consiglio - per dire sì agli investimenti seri e combattere l’immigrazione e la grande povertà culturale che noi per primi abbiamo. Perché se l’Italia fa l’Italia, non ce n’è per nessuno». Insomma: «Bisogna creare le condizioni per aiutare i Paesi in via di sviluppo e l’Italia ha messo in atto una strategia d’investimento sull’Africa che è un’occasione di sviluppo per le imprese italiane ma anche un investimento di natura politica». Perché «da qui si combatte il terrorismo, il male numero uno del nostro tempo».
Sulle riforme «avanti con più decisione»
Incontrando imprenditori e investitori nella capitale etiope, Renzi ha garantito che la rotta italiana non cambierà, anzi: «Dobbiamo lavorare con ancora maggior decisione sulle riforme ma anche essere capaci di essere forti e autorevoli in tutte le sfide internazionali».
«È inaccettabile - ha sostenuto il premier - che l’Italia sia nel G7 il paese con l’ultimo Pil. È inaccettabile che l’Italia abbia perso tutte le posizioni nel G7. La strategia ora è quella di arrivare per il 2017, quando saremo noi ad avere la presidenza del G7, ad avere raggiunto il quarto-quinto posto». Come? «L’Italia viene da un periodo nero con undici trimestri negativi, ora abbiamo la crescita ma non è sufficiente. L’unica via per tornare a crescere è quella di investire in tecnologie e infrastrutture».

tra i commenti questo in particolare :

Renzi a Addis Abeba dovrebbe guardarsi in giro. La capitale etiopica è costruita in un territorio ondulato ricoperto da alberi di eucalipto per volere di Menelik, ma il piano regolatore che prevedeva larghe strade fu opera degli italiani ai tempi dell'AOI. L'economia di questo paese si è sviluppata negli ultimi anni a rtimo cinese nonostante manchi uno sbocco al mare. In realtà nel secolo scorso lo sbocco al mare esisteva con i porti di Massaua e Assab, ma poi l'Eritrea, sobillata dall'esterno, ottenne l'indipendenza ed ebbe la cattiva idea di sganciarsi totalmente dall'Etiopia. Con il risultato che oggi migliaia di giovani eritrei sbarcano in cerca di fortuna sulle coste italiane. Da ricordare che l'Eritrea non è un paese sovrappopolato e che durante il secondo dopoguerra era l'area più industrializzata dell'Africa a sud del Sahara dopo il Sudafrica Decebalo1 Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/2mBMUF