mercoledì 8 luglio 2015

viva la democrazia !!!


ascolta buona musica mentre leggi, Hans Zimmer playlist https://www.youtube.com/watch?v=FOi4WVjM42I&list=PL630CCB22977BF2F0&index=1


orso castano : il dibattito che si stasvolgendo a Bruxellles , nel Parlamernto Europeo, e' storico. Si sta discutendo non solo del Grexit, ma di Democrazia , delle sue regole, delle forze economiche che finora hanno determinato governi, debiti, modelli dincomportamento inadeguati, in nome del danaro. E' un dibattito sacrosanto ed e' per questo che e' cosi' acceso; dobbiamo ringraziare Tsipras di averlo con fermezza aperto e ci auguriamo che arrivi fino in fondo al merito. I latrocini, le finanze allegre , i debiti pubblici non considerati, non sono fulmini calati dal cielo, Dietro di essi c'e' una regia raffinata che vuole ed ha voluto manipolando moti "ceti intellettuali" , che ha inteso assoggettare chi non e' daccordo con la bancocrazia, che ha lasciato fare ben sapendo che si sarebbe arrivati a questo punto. Ora si tratta di rimette i diritti al loro posto, di separare l'economia bancaria dalla politica, Contemporaneamente questo dibattito porta alla luce tutti gli errori che la sinistra europea ha fatto, la sua non trasparenza, i sui sbANDI VERSO UNA DESTRA FORTEMENTE RAPPRESENTATA DALLO STRAPOTERE BANCARIO. C'e quindi da essere ottimisti per questa opportunita' di casmbiamento: la Grecia non puo' uscire dallEuropa per motivi geopolitici innanzitutto , La sua uscita porterebbe ad uno sconvolgimento enorme degli equilibri mondiali. L'Europa ha inventato la democrazia. E' ora , adesso, che indichi al mondo quali regole la possono far funzionare. Che "le danze comincino" non c'e' fretta, gli aiuti si possono e devono dare, ma il problema delle regole della democrazia politica non e' piu' rinviabile . E l'Europa , al riguardo ha molte cose da dire al mondo intero.

Da Corriere della seraRisultati immagini per i topos della democrazia nell'antica greciaRisultati immagini per i topos della democrazia nell'antica greciaRisultati immagini per egalite fraternite' liberte'Risultati immagini per egalite fraternite' liberte'Risultati immagini per egalite fraternite' liberte'Risultati immagini per i topos della democrazia nell'antica grecia

di Francesca Basso


BRUXELLES 

Un applauso lungo al termine del discorso del premier greco Alexis Tsipras: ma è quello dell’estrema sinistra e dell’estrema destra, ha attaccato il capogruppo del Ppe al Parlamento europeo, il tedesco Manfred Weber che gli rinfaccia di aver usato parole «inaccettabili» nei confronti degli europei che hanno prestato i soldi (i creditori internazionali sono stati definiti «criminali») senza poi essersi scusato. E’ solo l’inizio di una serie di accuse verso la Grecia che ritornano oggi nell’audizione al Parlamento europeo riunito a Strasburgo, ma che anche ieri al vertice dei capi di Stato e di governo aleggiavano sostenute dai Paesi del Nord e dell’Est Europa, oltre che dalla Germania.
Il gruppo dei Socialisti e Democratici, rappresentato da Gianni Pittella è più morbido, preferisce insistere sullo sforzo dell’Europa per evitare una Grexit, contesta certe «affermazioni estremiste di Tsipras, Schauble e Weber« e sottolinea lo sforzo del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker «per trovare una soluzione positiva: è un momento troppo serio per fare il tifo, bisogna unire le istituzioni». Ma alla fine l’Europarlamento si trasforma nelle curve di uno stadio, con chi è pro e chi è contro Tsipras, con chi è per l’Europa e l’euro e chi resta euroscettico. Anche nelle repliche – dopo che tutti i gruppi parlamentari hanno parlato – le posizioni di Tsipras, di Juncker e del presidente del Consiglio Ue, il polacco Donald Tusk, restano granitiche, con le istituzioni europee che non si fanno blandire nemmeno quando il premier greco dice che se i negoziati fossero stati solo tra governo ellenico e Commissione Ue un accordo sarebbe già stato raggiunto. Tsipras attacca duramente le tre istituzioni creditrici «divise sulle proposte» necessarie per una soluzione e «i negoziati a porte chiuse», rivendicando il diritto di «un governo sovrano di decidere come distribuire il peso fiscale per centrare gli obiettivi di bilancio previsti» e caricare «più le imprese e meno i pensionati» invece di lasciarlo decidere ai tecnici. Accuse che Juncker ha rimandato al mittente, spiegando che «è vero che i negoziati sono avvenuti a porte chiuse ma in modo diverso dal passato» e che da quando è lui alla guida della Commissione Ue «le trattive sono state condotte al più alto livello politico dal presidente e dai commissari» mentre «prima erano i tecnocrati». Ma soprattutto ha indirettamente accusato la Grecia di aver fatto fallire un possibile accordo lasciando il tavolo del negoziato.
A Tsipras è stato contestato anche di non avere detto tutto su quanto è avvenuto dietro le porte chiuse: «Io ho chiesto di tassare gli armatori e i tagli alla Difesa – ha sottolineato Juncker – mentre non ho mai chiesto tagli alle pensioni e ai salari minimi. Si devono dire come le cose si sono svolte. Abbiamo proposto 35 miliardi per aiutare la Grecia». Stessa durezza è stata manifestata da Tusk: «La moralità è pagare i debiti che si devono agli altri. Non è vero che i creditori sono immorali e i debitori sono vittime. Non è possibile spendere più di quanto si guadagna e questa è l’origine della crisi greca, non l’euro». Tusk ha evidenziato le posizioni diverse che ci sono sulla Grecia e la necessità di “unità”. Ma il dibattito al Parlamento europeo ha evidenziato tutte le divisioni. Il ppe Weber ha messo in fila una serie di accuse, a cominciare dalla mancanza di fiducia nei confronti di Atene: «A febbraio 2015 ha detto che avrebbe presentato un programma di riforme e finora non l’ha fatto: non ci sono le basi per un negoziato, lei così distrugge la fiducia dell’Europa», ha detto il deputato del Ppe. Il discorso di Tsipras è stato molto vago, ha parlato certo di riforme ma il problema per la Grecia è far tornare dei conti che sono ormai fuori controllo e infatti ha chiesto apertamente che venga affrontato il tema della sostenibilità del debito greco. Weber gli ha replicato che «se si parla di un taglio del debito, non sono le banche e i mercati finanziari a pagare ma la Spagna e il Portogallo, le infermiere polacche slovacche e i funzionari di Helsinki. La solidarietà sono i 35 miliardi proposti da Juncker e rifiutati dalla Grecia nonostante la situazione drammatica in cui si trova».
Su questo Tsipras ha replicato che «la Grecia vuole un programma sostenibile per ripagare il debito, non per non propagarlo». La Grecia è pronta a rispettare «il funzionamento dell’Europa e della scelta democratica popolare», ha detto Tsipras, sottolineando che lui è al governo «da cinque mesi e mezzo ma che i programmi di aiuti durano da 5 anni e mezzo e non hanno funzionato». Ha anche accusato i creditori internazionali di avere imposto delle soluzioni che sono pesate sui lavoratori e sui pensionati mentre non sono stati toccati i più ricchi: «Il 10% dei greci gestisce il 56% della ricchezza nazionale e del rimasto fuori dal mirino dei programmi di salvataggio».
Tsipras non vuole «contrastare l’Europa ma quelle mentalità che fanno naufragare l’eurozona, la crisi greca è una debolezza di tutta la zona euro che ha prodotto la crisi autoalimentata del debito». Ha concluso che si assumerà «la responsabilità storica» delle prossime deisioni. Per ora gli altri Paesi dell’Eurozona stanno aspettando che si prenda la responsabilità di un piano di «riforme concrete e credibili». Il clima, è evidente, ormai è avvelenato e il tempo per trovare una soluzione pochissimo.

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