giovedì 2 luglio 2015

Piemonte: l'Assessore alla sanita' fa di testa sua e non ascolta nessuno. L'assistenza psichiatrica e' a dir poco preoccupante tra controlli della Corte dei conti e asstone che da decenni comandano con coperture politiche regionali oscure

orso castano: l'assistenza psichiatrica e' una cosa delicata e complessa. Bene ha fatto la Corte dei conti a mettere sotto i riflettori le spese errate che i vari Primari Psichiatri dell'ASL To2 hanno , direi da oltre due decenni , consigliano alle Direzioni Sanitarie ed amministrative, perche' si perpetuino , se non aumentino, le spese per tenere aperte Comunita' che spesso di terapeutico non sembrano avere nulla. Ci chiediamo perche' questo e' avvenuto, cui prodest. Che venga fuori!! I danni per i pazienti possono essere enormi, Occorrerebbe una seria inchiesta su quanti farmaci vengono "consumati" in queste Comunita' e se esistono piani di uscita definitiva per i pazienti che vengono li' ricoverati oppure se , i pazienti restano ricoverati ad vitam . Certo che la Comunita' viene pagata per ogni giorno di degenza , per ogni paziente, non poco. Sarebbe poi interessante sapere per qunto tempo i vari Primari restano al loro posto , se quoad vitam oppure se ogni cinque anni viene garantito , attraverso concorsi veramente pubblici e pubblicizzati (non aumma aumma), come prevede la legge,  un rinnovamento ed un ricambio che porti aria nuova e che non sia un proseguire nella vecchia e consolidata distribuzione di potere garante della quantita' di soldi che il cittadino spende tra psicoterapie . visite private, e settore pubblico. Ma chi si prendera' la b riga di approfondire e di insistere, con fermezza, perche' venga fatta questa inchiesta approfondita? Speriamo che non salti fuori , come a Roma , una storiaccia alla Mafia Capitale.

Psichiatria Piemonte, la Regione dà i numeri

Pubblicato Domenica 14 Giugno 2015, ore 19,20

Comunità terapeutiche e associazioni di familiari e pazienti contestano la riorganizzazione del servizio. "Una riforma basata su dati errati", accusa Corulli di Fenascop. "Strutture ridotte a parcheggi". E per Vignale (FI) la delibera è illegittima

“Dal primo gennaio dell’anno prossimo dietro espressioni eleganti come alta intensità terapeutica e cose del genere, non avremo altro che diversi tipi di parcheggi per i nostri pazienti, cui si aggiungeranno problemi a pagare il personale, licenziamenti di professionisti con anni di esperienza, spese per le famiglie dei ricoverati e un abbassamento dell’efficacia terapeutica del nostro lavoro”.Metello Corulli, presidente della Federazione nazionale strutture comunitarie psicoterapeutiche (Fenascop), disegna una scenario a di poco allarmante sulla psichiatria piemontese. «Nulla di più di quello che inevitabilmente si verificherà se non verrà modificata la delibera approvata dalla giunta e predisposta dall’assessorato senza ascoltare alcun parere da chi opera nel settore, senza prestare attenzione a chi rappresenta le famiglie e soprattutto basando i tagli della spesa su cifre sbagliate» dice il medico, da anni a capo della comunità terapeutica Il Porto, due giorni prima che a Palazzo Lascaris si riunisca il consiglio regionale in seduta aperta proprio sul tema del riordino della psichiatria come deciso dalla conferenza dei capigruppo.

Nei giorni scorsi era stato il consigliere Gian Luca Vignale, a nome di Forza Italia, a chiedere la convocazione dell’Aula, e nel criticare aspramente l’atto appena approvato dalla giunta aveva definito la delibera di riordino dell’assistenza ai pazienti psichiatrici «illegittima e tale da peggiorare anziché migliorare un sistema oramai in corto circuito. Illegittima – secondo l’esponente azzurro - perché il sistema dell’assistenza psichiatrica è basato su una delibera quadro del consiglio regionale che prevede ogni singolo atto di attuazione della delibera stessa deve prima ottenere il parere obbligatorio da parte della commissione competente. Compito della giunta regionale sarebbe stato invece introdurre alcune migliorie, di sua competenza come ad esempio il coinvolgimento diretto delle associazioni di familiari e pazienti e degli erogatori di servizio». Anch’egli come il presidente della Fenascop rimarca «la totale assenza di un coinvolgimento diretto da parte di familiari o dei Comuni chiamati a intervenire nella spesa».

Torna, insomma anche su questo fronte, l’immagine di un assessorato a suo modo decisionista e che pare privilegiare il percorso meno irto di difficoltà della giunta anziché scegliere la strada del confronto in consiglio per il varo delle delibere. È stato così con quella sulla rete ospedaliera il cui mancato passaggio a Palazzo Lascaris è uno dei motivi alla base dei ricorsi al Tar ed è così per quanto attiene alla riforma del ruolo delle strutture psichiatriche. Un ruolo che a detta di Corulli verrebbe ridotto “a un parcheggio per i pazienti”. Per sopportare questa tesi egli, in una lettera inviata a Saitta, Chiamparino e a tutti i consiglieri regionali,  elenca una serie di interventi predisposti da corso Regina che a suo dire mettono a repentaglio la stessa efficacia terapeutica dei servizi psichiatrici in Piemonte.

Uno di questi riguarda il personale: «Attualmente le comunità ad elevata intensità terapeutica – per pazienti subacuti, sono 10 in tutta la Regione con 200 posti letto complessivi,  hanno una presenza di 50 ore di psichiatri la settimana oltre la pronta reperibilità che garantisce la presenza dello psichiatra entro venti minuti dalla richiesta. Dal primo gennaio 2016 saranno sufficienti 20 ore di psichiatra la settimana, senza pronta reperibilità. A fronte di un risparmio di denaro, non à neanche più importante cercare di proteggere i pazienti dai tentativi anticonservativi?».

L’accusa, forse, più pesante che viene rivolta all’assessorato di Antonio Saitta è però un’altra: quella di basare la riforma su “dati che appaiono errati”. Nella lettera, Carulli contesta infatti le cifre citate dall’assessore: «I posti letto esistenti non sono 2,3 ogni 5mila abitanti come sostiene la Regione, bensì 3,2 ogni 5mla. Quanto alla spesa che per Saitta è di 200 milioni si aggira invece tra gli 80 e i 90 milioni. Come è possibile valutare l’opportunità o l’inopportunità di questa spesa se non si conosce nulla sulla spesa che la collettività sostiene per i repartini ospedalieri, per le cliniche psichiatriche convenzionate, per i trattamenti ambulatoriali ed i servizi dei vari dipartimenti di salute mentale? Riteniamo che una valutazione delle spese potrebbe iniziare solo dopo una conoscenza “sufficientemente” corretta dei vari ambiti». Un’accusa pesante, senza dubbio.

Se davvero fosse come sostiene il presidente, l’intero impianto di riforma della psichiatria si baserebbe su dati fasulli. Perché fasulli, sarebbe un altro aspetto della vicenda che verrà affrontata martedì in aula. Dove è facile prevedere, alla giunta e soprattutto all’assessore alla Sanità verrà riproposta la domanda sul mancato coinvolgimento di vari soggetti nella predisposizione della riforma. «Numerose richieste da parte nostra e delle cooperative, delle associazioni familiari di poter partecipare ai lavori del Tavolo tecnico non hanno ottenuto risposta  – denuncia Carulli –. Il 22 maggio scorso in un incontro, l’assessore Saitta ci aveva espresso generiche indicazioni sui criteri di una riorganizzazione della riabilitazione psichiatrica regionale e dato ampie rassicurazioni circa la volontà di collaborare ad una definizione condivisa di nuovi assetti coerenti con le linee guida nazionali e regionali, nonché con gli obiettivi dei piani operativi, pur senza offrirci alcun documento scritto. Una settimana dopo il dottor Vittorio De Micheli, a nome e per conto dell’assessore aveva dichiarato che prima di essere portato al voto del consiglio regionale, il documento sarebbe stato fornito alle associazioni familiari ed associazioni fornitrici di servizi, e ci sarebbe stata una audizione dei pareri ed osservazioni. Il 3 di giugno abbiamo saputo dai giornali che era stata votata la delibera»

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