sabato 5 marzo 2016

Regulating neuronal membrane lipids could be the key to Alzheimer's, Parkinson's

 l.m. (luigi morticelli): e' una malattia devastante che accorcia la vita e ne deteriora la qualita'. Molto interessanti le ricerche che cercano di individuare i biomarcatori che possono allertare sugli inizi del disturbo e le molecole che supportano lo sviluppo del morbo.


A study published in the journal Scientific Reports from the Nature group demonstrates, for the first time and using computational tools, that polyunsaturated lipids can alter the binding rate of two types of receivers involved in certain nervous system diseases. The work was led by members of the Research Programme on Biomedical Informatics at the IMIM (Hospital del Mar Medical Research Institute) and Pompeu Fabra University as well as researchers from the University of Tampere (Finland), and also involved scientists from the University of Barcelona..........continua su https://www.sciencedaily.com/releases/2016/03/160301130915.htm

da  NOTIZIE DAL MONDO del sitoAlzheimer Italia - Federazione delle Associazioni Alzheimer d'Italia

È stata pubblicata su Journal Neurology Neurosurgery & Psichiatry una meta-analisi su 323 studi per 93 potenziali fattori di rischio e oltre 5 mila persone condotta da ricercatori cinesi e americani. Sono stati individuati nove fattori di rischio potenzialmente modificabili che potrebbero contribuire fino ai due terzi dei casi di malattia di Alzheimer: obesità, stenosi della carotide, basso livello di scolarità, alti livelli di omocisteina, depressione, ipertensione, fragilità e – nella popolazione asiatica- fumo e diabete di tipo due. In contrasto, sono state individuate evidenze dell’effetto protettivo di statine, farmaci per l’ipertensione, estrogeni e FANs (farmaci anti-infiammatori non steroidei) come anche folina, vitamina C, E e caffeina. http://jnnp.bmj.com/content/early/2015/07/27/jnnp-2015-310548



Lo studio, condotto dall’Istituto San Raffaele di Milano e dal Gruppo Ospedaliero San Donato, ha coinvolto 106 persone con Alzheimer avanzato e 51 che presentavano i primi sintomi della malattia (deterioramento cognitivo lieve). Nel liquido cerebrospinale di questi pazienti, si legge su “Annals of Neurology”, sono stati riscontrati livelli elevati di un nuovo marcatore infiammatorio, microvescicole che derivano dalle cellule microgliali. L’aumento di tali microvescicole è stato evidenziato non solo nei soggetti con demenza conclamata ma anche in quelli con deterioramento cognitivo lieve che, nei tre anni successivi, hanno sviluppato la malattia di Alzheimer.
Ciò suggerisce un possibile valore diagnostico e prognostico di tale marcatore.
Lo studio è stato finanziato dal Ministero della Salute e dalla Fondazione Veronesi. zheimerwww.onlinelibrary.wiley.com/journal
 



 
Una volta era Google ora è Alphabet. Lo scorso 2 ottobre Larry Page, cofondatore del colosso di Mountain View, ha annunciato la creazione della nuova holding Alphabet che raccoglie tutte le nove divisioni Google. La divisione Calico, che sta costruendo una nuova sede a San Francisco, vuole studiare la biologia dell’invecchiamento, affrontando le malattie che affliggono gli anziani, in primis l’Alzheimer.
 



Nessun commento: