lunedì 18 gennaio 2010

‘La politica nell’età della tecnica’

un intervento del Vescovo de  La Spezia dal sito "Citta' de La Spezia

“La prolusione scandita dal Vescovo Monsignor Moraglia è stata un’ottima occasione per la politica di comprendere la sua attuale incapacità di leggere la realtà, poiché ancora distante dall’ampia e ormai incipiente riflessione culturale che si sta rendendo necessaria per capire realmente l’evoluzione dell’orizzonte umano – quindi antropologico prima ancora che politico o sociale - nell’età della tecnica e del capitalismo globale. Spiace che i politici oggi non abbiano la forza leggere al di là della realtà fenomenica del loro tempo, poiché ingessati nella loro formazione irrimediabilmente autoreferenziale, incline a recepire l’economia come unico paradigma della totalità dei significati.
Se fosse stata la rapidissima evoluzione del contesto tecno-economico ad aver avuto bisogno di un mondo liquido e post-ideologico per dispiegare il suo autopotenziamento e la sua neutralità etica?Che cosa sono complessivamente gli strumenti se abbiamo perso la capacità di coglierli in funzione di una prospettiva etica o ideale? Nella tradizione greca-romana-cristiana le strutture economiche e le procedure tecniche che attentano - nella loro interconnessione - all’unitarietà della persona, rappresentano l’insostenibile. Esattamente ciò che l’Occidente ha da sempre voluto evitare. L’ibrido, l’insensatezza, il relativismo.Per la filosofia della scienza si tratta di un irrevocabile salto di sistema, di una mutazione di paradigma. Un super apparato tecno-economico in grado di determinare procedure ed organizzazioni non più eticamente finalizzate può potenzialmente determinare un nuovo tipo di ambiente. Che rischia - nel trascenderci con i suoi codici, la sua velocità, la sua intensità simbolica - di prevaricare la nostra capacità morale (culturale e linguistica) di acquisire un rapporto compiuto e libero di fronte alla realtà.
La politica è in ritardo, perché questa trasformazione distorce le categorie culturali con cui da sempre ha guardato la storia, lo sviluppo umano e la sua evoluzione.Stiamo entrando in un universo che sarà altro rispetto all’idea antropologica, razionalistica o teologica della storia a cui eravamo abituati.
La Chiesa, pur soffermandosi soprattutto sugli aspetti etici a cui dovrebbe essere connaturato il contesto economico, ha colto perfettamente il punto.Non è un caso se, dopo l’accorato appello del Vescovo, il Prof. Lupi abbia fatto espressamente riferimento all’esigenza di una nuova fase del pensiero che dinnanzi ai primi preoccupanti segnali di crisi delle identità – e forse delle culture democratiche - sappia far fronte alla grande sfida dei significati dischiusa nell’immediato futuro.
La politica deve esser pronta............... il disorientamento post-ideologico non potrà mai approdare alla negazione dell’etica................
 
18/01/10

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