venerdì 29 gennaio 2010

SIDNEY BRENNER : per una biologia sistemica , utilizzando l'informatica


Dobbiamo rifondare la biologia, e tutta la biomedicina che ne deriva, a partire dallo studio della complessità. È l'avvertimento – ma anche l'ambizione – di Sydney Brenner, Nobel per la medicina che, a 82 anni, tenace come solo i sudafricani sanno esserlo, si sta gettando in una nuova avventura.........«Oggi abbiamo bisogno di una teoria della complessità dei sistemi biologici – spiega – perché in realtà gli organismi che studiamo sono molto semplici, ma sono in grado di agire rispondendo al contesto. E sono i dettagli di questa interazione a fare la differenza». Il primo passo è accordarsi sulla definizione di complessità: «Molti la spiegano dicendo che il tutto è più della somma delle parti, ma la citazione corretta di Aristotele è che il tutto è più della somma delle parti studiate separatamente. Già migliaia di anni fa il filosofo greco aveva intuito la potenza dell'interazione che oggi cerchiamo di chiarire con organismi modello come la mosca della frutta Drosofila o il C. elegans». Oggi però, secondo il Nobel, possiamo spingerci oltre questi modelli imperfetti del nostro organismo e, grazie alla sovrabbondante potenza di calcolo offerta dall'informatica, studiare direttamente nell'uomo i meccanismi della biologia........ogni giorno milioni di medici completano milioni di misurazioni che potrebbero essere utili alla scienza, ma vanno semplicemente a ingrossare registri – spiega Brenner –. Quello che serve è un cambio di paradigma, un approccio nuovo che ci permetta di ribaltare il problema». La ricerca biomedica oggi assomiglia a un ambiente nel quale un musicista, chiuso in una stanza è impegnato a suonare la batteria di fronte a una selva di microfoni, mentre nella stanza a fianco, migliaia di scienziati cercano di capire come è costruito e com'è fatto quello strumento semplicemente ascoltandone il suono............Per la medicina questo salto di paradigma si traduce nel passaggio da un approccio riparatore a una prevenzione basata sulla conoscenza. I primi frutti stanno già arrivando negli ospedali. Leroy Hoods, biologo e grande amico di Brenner, che siede nel consiglio scientifico del suo Institute for Systems Biology di Seattle, ha trovato investitori che hanno riversato oltre 45 milioni di dollari nello spin-off Integrated Biosystems che a partire dal 2010 commercializzerà uno dei primi test clinici che utilizzerà gli esami del sangue come una finestra per tutta la salute dell'organismo. «Tutti auspicano l'arrivo di questa medicina personalizzata, ma la sua prima conseguenza sarà una rivoluzione culturale – avverte Brenner –, dovremo cambiare la nostra visione della medicina e abbandonare l'idea che possiamo fare ciò che vogliamo perché poi una pillola ne riparerà i danni. Andiamo incontro a una medicina personalizzata, ma nella quale ognuno sarà anche più responsabile della sua salute».

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