venerdì 29 gennaio 2010

la neurogenomica frenera' il deterioramento cerebrale ? L'uomo bionico e' la risposta ai problemi di questo secolo?

da Nova del 28/1/10 , di Hub Zwart , Direttore del Centro Societa' e Genomica dell'Universita' dello Nijme.

...........Gli aspetti principali che stanno emergendo della nuova "tecnoscienza" sono rappresentati da biomimesi, pervasività e convergenza.
La biomimesi e relativa alla tendenza a copiare i processi e i materiali che la natura stessa ha sviluppato, testato e migliorato nel corso dell'evoluzione, .giù fino ai livelli minimi delle biomolecole. Questo apre prospettive senza precedenti per l'integrazione ottimale di apparati e materiali (come ibio-impian-ti) nei sistemi naturali (come il corpo e il cervello umano), ma provoca anche una pletora di dibattiti, hi particolare relativi all'evoluzione umana. L'obiettivo ultimo è quello di reintegrare la tecnosfera nella biosfera, in modo che i due mondi diventino quasi indistinguibili.
La pervasività riguarda non solo la compenetrazione dei settori di ricerca coinvolti (sostenendo quelle aree di ricerca hi cui esperti nelle diverse tecnoscienze collaborano per affrontare temi comuni), ma anche la tendenza delle tecnoscienze a permeare la società, la vita uma--na e l'esistenza quotidiana in misura maggiore rispetto al passato e viceversa: l'onnipresenza della società (attraverso regole etiche, politiche di finanziamento, dibattiti morali e aspettative sociali) nei labora-tori di ricerca.
La convergenza comprende la tendenza in base alla quale i confini tradizionali tra discipline, ma anche tra ricerca di base e applicata o tra tecnologia e scienza, sono sempre più difficili da mantenere dal momento che le pratiche .della ricerca convergono in network internazionali di ampia portata che si occupano di temi complessi e di estrema rilevanza, come la comprensione del nostro cervello.
Negli ultimi anni la ricerca sul cervello, insieme alla computer science, alla tecnologia di imaging e alla genomica, è emersa come un'area rivoluzionaria che attira l'attenzione degli scienziati ma anche dell'opinione pubblica e dei media, non solo per gli spettacolari risultati conseguiti, ma anche per le diverse opzioni di progresso umano che si aprono. Sta avendo un impressionante impatto sul modo in cui noi vediamo noi stessi. Più di ottant'anni fa Sigmund Freud scoprì che noi non siamo padroni in casa nostra, poiché il nucleo profondo di pensieri, emozioni e reazioni è di natura inconscia: «Tendevamo a ignorarlo alla stregua di un'"offesa narcisistica" (inorgogliendoci dell'idea che siamo soggetti autonomi, i gestori della nostra vita), ma adesso stiamo davvero iniziando a comprendere come funziona il nostro cervello. Abbiamo iniziato ad aprire questa camera oscura in cui luce e suono possono penetrare attraverso minuscole aperture negli occhi e nelle orecchie. Gli sviluppi della società come l'invecchiamento finiranno per rendere la neurogenomica un settore estremamente rilevante, non solo per affrontare i problemi legati alla degradazione neurologica (Alzheimer, Parkinson), ma anche in seguito alle opportunità di prevenzione, della capacità di ciascuno di gestire la propria salute, incoraggiando a contrastare attivamente il deterioramento fisico e mentale con uno di stile di vita adeguato quando si è ancora in salute.
Se il genoma può rivelare i nostri punti di forza e di fragilità, la ricerca cerebrale può farci capire la nostra capacità di rimanere all'altezza delle attese e delle richieste legati alla vita hi quegli ambienti tecnosociali avanzati chiamati civiltà. Piuttosto che indurre la "medicalizzazione" - trasformando tutti gli individui  in pazienti -, la genomica induce i singoli ad adottare un approccio imprenditoriale nei confronti della vita, incitandoli a considerare il loro genoma come il loro capitale, calcolando e prevenendo opportunità e rischi, e investendo nei progetti della loro vita, dalla carriera professionale alla procreazione, sulla base di bioinformazipni personalizzate. Allo stesso tempo la neurogenomica rivela l'enorme complessità dei nostri genomi e dei cervelli, che limita le possibilità di manipolazione di cervelli e corpi. Quindi i messaggi che provengono dai laboratori di ricerca sono complessi e piuttosto paradossali. Una cosa è comunque chiara. Il desiderio di conoscere (noi stessi) è guidato dal desiderio di cambiare e di migliorare (noi stessi). Gli esseri umani, sia a livello collettivo che individuale, hanno sempre lavorato su di loro, migliorandosi con l'allenamento e l'istruzione, ma anche facendo ricorso a protesi come gli occhiali e tessuti ossei artificiali.
La neurogenomica può schiudere nuove opportunità di progresso : Jèr per esèmpio contrastando fragilità e rischi in maniera preventiva, combinandosi con l'uso di psicofarmaci o bioimpianti, per permettere al corpo di produrre neurotrasmettitori specifici in grado di prevenire o almeno di ritardare il deterioramento cerebrale. Inizialmente le nuove tecnologie saranno applicate a individui che svolgono determinate professioni come atleti professionisti o soldati, permettendo loro di rispondere in maniera più rapida ai segnali o di avere bioimpianti negli occhi hi modo da visualizzare radiazioni infrarosse (calore umano) nel buio.
Questi individui faranno da pionieri del nostro futuro dal momento che le tecnologie biomimetiche invaderanno il loro corpo e il loro cervello. Allo stesso modo i topi di laboratorio possono essere considerati alla stregua di pionieri biotech che esplorano i nostri orizzonti biomedici. Non solo perché sono afflitti dai problemi che noi stessi siamo destinati a soffrire nel prossimo futuro, ma anche in termini di prospettiva di evoluzione. Chiunque visiti un laboratorio di ricerca animale può ben citare quello che disse un giornalista americano dopo aver visitato l'Unione Sovietica all'apogeo dell'utopia tecnoscientifica: «Ho visto il futuro e funziona». O, per usare una famosa citazione'di Friedrich Engels, le tecnoscienze stanno finalmente evolvendo «dall'utopia alla scienza».

orso castano : ma i rischi che comportano alcune scoperte sono importanti tanto quanto le stesse scoperte. Ma in questo mondo dalle "magnifiche sorti e progressive" si celebra con enfasi la supertecnologia coerente con un mercato globale che spinge in questa direzione. Si continua pero' a morire di fame  e di guerre assurde. Le emigrazioni di massa , quasi bibliche, verso la speranza di una vita civile, aumentano sempre di piu' , ma spesso finiscono al sole dannato di un deserto che puo' dare la morte. Ma il mito dell'uomo bionico seduce  e trionfa nelle puntuali celebrazioni mediatiche.


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