domenica 22 settembre 2013

read key: neuroscienze: neuroni specchio

occhio castano: articolo interessante, ulteriore riflessione sulla scoperta di Rizzolati : i neuroni specchio non danno un carattere "semanteico", cioe' un significato storico/esistenziale" alla compartecipazione ed alla immedesimazione. Il significato spetta al soggetto, in base al suo carfattere, alla sua storia, alle sue situazioni affetive.

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Rizzolatti con i suoi studi sulla corteccia motoria e sui neuroni a specchio ha ribaltato i paradigmi su cui si basavano i precedenti studi sulla corteccia celebrale motoria e la funzionalità del movimento.Per decenni l’idea dominante era che le aree della corteccia motoria fossero destinate a compiti meramente esecutivi.I moderni studi tra cui quelli di Rizzolatti hanno invalidato questa ipotesi. Si è scoperto che in alcune di queste aree celebrali vi sono neuroni che si attivano in relazione non a semplici movimenti, bensì ad atti motori finalizzati (come l’afferrare, il tenere, il manipolare, ecc.) e che rispondono selettivamente alle forme e le dimensioni degli oggetti sia quando si sta interagendo con essi sia quando ci si limita ad osservarli.
Questi neuroni appaiono essere in grado di discriminare l’informazione sensoriale, selezionandola in base alla possibilità che l’atto offre, indipendentemente dal fatto che tale possibilità venga concretamente realizzata o meno.Nella premessa al loro libro: ” So quel che fai, il cervello che agisce e i neuroni a specchio” Rizzolatti e Sinigaglia affermano: “Il sistema motorio non ha a che fare con singoli movimenti ma con azioni (…)  È in questi atti, in quanto atti e non meramente movimenti, che prende corpo la nostra esperienza dell’ambiente che ci circonda e che le cose assumono per noi immediatamente significato.Lo stesso rigido confine tra processi percettivi, cognitivi e motori finisce per rivelarsi in gran parte artificioso: non solo la percezione appare immersa nella dinamica dell’azione, risultando più articolata e composita di come in passato è stata pensata, ma il cervello che agisce è innanzitutto un cervello che comprende.
Si tratta, come vedremo, di una comprensione pragmatica, preconcettuale e prelinguistica, e tuttavia non meno importante, perché su di essa poggiano molte delle nostre tanto celebrate capacità cognitive.” Per gli autori il vedere che guida la mano è soprattutto un vedere con la mano, l’oggetto percepito è immediatamente codificato come un insieme determinato da ipotesi di azione.
I neuroni non reagiscono allo stimolo in quanto tale (forma,  aspetto sensoriale) ma al significato che esso riveste per il soggetto in azione, ciò equivale, per gli autori, ad un atto di comprensione.
Tale comprensione è essenzialmente pragmatica, non determina alcuna rappresentazione semantica dell’oggetto: non è, ad esempio, un bicchiere bensì ” qualcosa di afferrabile con la mano”.
È lo stesso Rizzolatti ad accostare le sue ipotesi alla teoria di Piaget ed a riprendere il concetto di schema senso-motorio.Rispetto ai neuroni a specchio afferma che essi sono alla base del riconoscimento e della comprensione del significato degli eventi motori ossia degli atti degli altri.
” Questa comprensione non è una consapevolezza esplicita o riflessiva dell’osservatore sull’identità o la somiglianza tra l’azione vista e quella eseguita. Più semplicemente è la capacità immediata di riconoscere eventi motori differenziandoli da altri ed eventualmente di utilizzare questa informazione per rispondere nel modo più appropriato.”
Il coinvolgimento dei neuroni  a specchio consente di decifrare il significato degli eventi motori osservati, ossia di comprenderli in termini di azioni. Citando l’autore: ” Tale comprensione appare priva di alcuna mediazione riflessiva, concettuale e/o linguistica, essendo basata unicamente su un vocabolario di atti e su quella conoscenza motoria dai quali dipende la nostra stessa capacità di agire. (…) Tale comprensione non investe singoli atti, bensì intere catene di atti.”
Esiste quindi una memoria motoria, preverbale ed asemantica che può agire in parallelo alla conoscenza ed alla memoria verbale semantica.
Un’ultima suggestione significativa viene dall’analisi delle connessioni della corteccia motoria: essa è connessa con il lobo prefrontale sede della memoria di lavoro e della pianificazione delle azioni e con la corteccia del cingolo, sede dell’elaborazione delle informazioni motivazionali ed affettive........................


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