sabato 14 settembre 2013

reading key :SYSTEM THINKING - IL PUNTO CRITICO DELLA VISIONE SISTEMICA: la discesa dall’elicottero!

orso castano : la giusta distanza dalla terra per poter avere una visione globale e , di seguito, per intervenire con prontezza per il problem solving , molto semplice il ragionamento, direi quasi semplicistico; e la complessita' ? e' sparita , il problem solving con le sue tecniche l'ha dissolta? mah, chissa'......

SYSTEM THINKING
IL PUNTO CRITICO DELLA VISIONE SISTEMICA: la discesa dall’elicottero!
Lo sappiamo … e lo sentiamo ripetere ovunque, in ogni salsa: pensiero sistemico è (in estrema sintesi e … semplificazione) la capacità di “vedere come un tutt’uno”, dall’alto. Per tale ragione spesso la visione sistemica è  raffigurata attraverso la logica nota come “helicopter view”:  vedere dall’elicottero per cogliere tutte le relazioni, tutte le connessioni anche lontane, fino ad arrivare addirittura ai modelli mentali sottostanti (quando ciò necessita). Sacrosanto.
Ma affinché la visione e il pensiero sistemici possano poi tradursi in concretezza, in azione (e, da questa, generare il Cambiamento auspicato) inevitabilmente, ad un certo punto, deve giungere  il momento della convergenza verso un focus su cui intervenire: la famosa “leva”.
In sostanza, alla fase di “apertura” (helicopter view) deve seguire la fase di “chiusura” verso un’azione chiaramente individuata, deve cioè seguire la fase di picchiata verso l’azione. Questa logica è così paragonabile (con i dovuti distinguo tematici) proprio al processo “apertura-chiusura” di Richard Normann,  sintetizzato dallo schema sotto riportato (tratto dal volume “Management by Magic”, Florence Art Edizioni, 2011).Questa fase di chiusura è probabilmente uno dei maggiori punti critici della visione, del pensiero e degliapprocci sistemici. Eppure è necessaria.
- Se infatti si staziona sempre e solo in fase di “apertura”, in quota, si potrà godere dell’ebbrezza continua della visione sistemica, contemplarne rapiti la bellezza, ma si resterà però eternamente inattivi, inefficaci … INUTILMENTE SISTEMICI! (e, quindi, non sistemici nella sostanza … a meno che non decidiamo di vivere una vita di pura contemplazione). Per certi versi è la condizione tipica in cui rischia di ritrovarsi chi occupa la posizione del vMeme verde di Spyral Dinamics.
- Naturalmente anche la posizione opposta, di chi salta (o considera solo parzialmente) la fase di apertura, è parimenti e evidentemente deleteria: rispetto al caso precedente, qui si prendono decisioni, continuamente. Si è in perenne “azione” … ma si tratta più precisamente di una continua “AZIONE – CORREZIONE” che rincorre e agisce per singoli eventi … INUTILMENTE. Si tratta di una condizione associabile a quella che Normann definisce “iperattività isterica” e in cui rischiano di trovarsi coloro che si collocano nei vMeme Arancione e Blu di Spyral Dinamics.
E allora: appare chiara la ragione per cui questa fase di chiusura costituisce un punto critico nella visione sistemica? Infatti: quando arriva il momento di attuarla? quanto considerare e vedere (estensione e altezza della visuale) dall’elicottero (fase di apertura) prima di iniziare la discesa? Chi sa dire quanto può ritenersi soddisfacentemente esaurito il “tour” sull’elicottero? Chi sa dire quanto in alto ha utilmente senso spingersi per osservare il “tutt’uno”?
Queste domande ne generano inevitabilmente altre, ad esempio e … provocatoriamente:
ha veramente senso guardare ogni volta al “sistema mundo” per prendere decisioni? O talvolta non si rischia invece di annullare le potenzialità dell’effetto-leva se si considera il “sistema mundo” (quando è … troppo “mundo”)?
Con questo non si sta ovviamente affermando che non vada considerato l’ambiente esterno, tutt’altro!
Si sta però sottolineando che la vera qualità del “System Thinker” è saper correttamente tracciare i confini del “Sistema” di volta in volta da considerare (altezza e ampiezza della ‘fase di apertura’) per far si che il conseguente effetto-leva (‘fase di chiusura’) sia efficace.
In diversi ambienti autoreferenzialmente “sistemici” (sigh!) noto invece una singolare convinzione (che a dire il vero fa sorridere per la sua ingenuità): in tali ambienti sembra si gareggi a chi riesce a guardare più lontano, a chi riesce ad essere più ‘sistematicamente ispirato’, a chi con i palloncini riesce a salire sempre più in alto
Un suggerimento: non dimenticate che dovrete scendere dall’elicottero per “fare” (se saliamo invece sui ‘palloncini’, il nostro destino sarà quello di precipitare, prima o poi); tener presente questo semplice consiglio vi aiuterà a trovare il giusto equilibrio nella fase di apertura.
Attenti ad andare troppo lontano o troppo in alto … la benzina finisce e la conoscenza, superata una certa quota, non aumenta si riduce!
La qualità del bravo System Thinker si misura non tanto (o non solo) in base a “quanto alto è andato” bensì si misura soprattutto nel momento in cui decide di ridiscendere per azionare la leva: quali ‘confini sistemici’ ha considerato nella precedente fase di apertura? Fino a dove ha deciso utilmente di spingersi e cosa ha reputato invece opportuno non considerare? Questa capacità di “saper porre i confini” è una dote sopraffina, fatta di un mix di intuito, profondità, fusione di capacità di focalizzazione e apertura e implica la fondamentale consapevolezza che il paradigma e la “verità” del ‘tutto’ non esistono (se non teoricamente, forse).
La discesa, in quanto inglobante anche le decisioni sulle caratteristiche della fase si ‘apertura’, è il vero banco di prova del System Thinker!
Rino Panetti

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