sabato 25 ottobre 2014

autolesionismo giovanile : un problema serio di cui non si parla


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orso castano : l'autolesionismo ha molte facce , non e' limitato al farsi fisicamente male ma va esteso anche al farsi male psicologicamente. Quasi la realizzazione comportamentale, nella convinzione che i diritti a vivere dignitosamente non esistano piu', di un suicidio metaforico, quindi ci si punisce perche' si  esiste, ma non solo questo: ad esempio l'uso di nuove droghe sintetiche , pur conoscendone la pericolosita', e' una specie di suicidio differito, un voler andare incontro alla morte , anche psicologica, lentamente e dolcemente, un suicidio , se vogliamo stoico, alla Cicerone : "'Quaeso', inquam, 'pater sanctissime atque optime, quoniam haec est vita, ut Africanum audio dicere, quid moror in terris? Quin huc ad vos venire propero?' " («Ti prego», dissi, «padre mio santissimo e ottimo: se questa è la vera vita, a quanto sento dire dall'Africano, come mai indugio sulla terra? Perché non mi affretto a raggiungervi qui?»). 


di Redazione West - 24.10.2014 Diffondi su Twitter


Foto: Piccole cutters italiane di cui non si parla


La piaga del “cutting” (atti di autolesionismo) si va diffondendo sempre più tra gli adolescenti italiani. Anche se difficile da quantificare, visto che le vittime non chiedono aiuto, quello che certamente possiamo dire è che sono in netta maggioranza ragazze(90%) per lo più tra i 12 e i 14 anni. Lo strumento prediletto per farsi del male è la lametta (57% dei casi). Seguita dalle forbici (21%), dal taglierino (11%), dalla lama del temperino (7%) e dal coltello (4%). La parte più ferita del corpo sono le braccia (53%). Ai polsi punta il 21%, alle gambe il 17% e alla pancia il 9%. Depressione, solitudine e senso di inadeguatezza sono spesso le cause scatenanti. Ma esiste anche un preoccupante 17% che inizia per emulare un amico o perché ne è venuto a conoscenza tramite il web, in particolare nei social network e nei blog.

Cresce l’autolesionismo tra i giovani. Caso eclatante quello del Portogallo. Dove è salita al 7,3% la percentuale di adolescenti che si procura tagli, bruciature e profondi graffi sulla pelle. Come reazione a momenti di debolezza e difficoltà. Sono più ragazze che ragazzi. Solo nel 19% dei casi chiedono aiuto ad amici e parenti per spezzare questo circolo vizioso che li porta a farsi male da soli. E appena il 13%, laddove si procura gravissime ferite, si reca in ospedale. A tracciare il quadro di una realtà poco conosciuta e per molti versi allarmante è stato un team di esperti dell’Università di Lisbona. Che ha monitorato, dal 2010 al 2013, un campione rappresentantivo della popolazione giovanile lusitana tra 12 e 20 anni.

In Irlanda del Nord, 1 adolescente su 10 è autolesionista. Un dato emerso dalle ricerche condotte dall’Università di Glasgow e dal Dipartimento di Salute nazionale tra 3.596 alunni nord irlandesi, pubblicato nelJournal of Affective Disorders. Tra le ragioni, non soltanto storie di bullismo, abusi sessuali e psicologici, preoccupazioni relative al proprio orientamento sessuale. Ma anche influenza dei social media e malessere emotivo legato allo storico conflitto che insanguina il Paese, scoprono i ricercatori. Preoccupati soprattutto per le ragazze. 3,5 volte più a rischio di diventare vittime di se stesse. Un tasso apparentemente più basso rispetto alla media del Regno Unito – sintomo di episodi non riportati, credono gli esperti – ma comunque tra i più alti d’Europa

Riflettori accesi in Inghilterra sul mondo dei “cutters”. In occasione della Giornata mondiale di sensibilizzazione sull’autolesionismo, un network di associazioni britanniche ha rivelato l’esito di un sondaggio online su questo fenomeno. Al quale hanno aderito spontaneamente 4.000 under 25. A testimonianza di un malessere poco noto, ma assai diffuso tra le nuove generazioni. Nonostante più del 38% dei partecipanti abbia dichiarato di non aver mai fatto parola con nessuno dei propri atti autolesionisti. Ma quali sono le ragioni che spingono per la prima volta i giovanissimi a infliggersi violenze che, contrariamente a quanto si pensi, non sono affatto un tentativo di suicidio e danno anzi, a loro avviso, un sollievo emotivo? Le associazioni Youthnet e YoungMinds non hanno dubbi: esperienze di bullismo (25%), controverse relazioni familiari (17%), l’ansia di “fare bene” in ambito scolastico (14%), insieme a maltrattamenti emotivi (11%) e problemi con la cerchia di amici (11%). Ma non è tutto. A livello soggettivo, infatti, tagli e bruciature sarebbero legati a sentimenti specifici: solitudine in primis (61%). Seguita da senso di vuoto e distacco emotivo (46%), tristezza (41%), rabbia (36%), perdita di controllo (34%).

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