lunedì 27 ottobre 2014

red key :Pnei e patologie psiconutrizionali

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la dott.ssa Corgna formula un'ipotesi interessante coniugando anoressia e bulimia

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molto più diffusa è, invece, la percezione del cibo come irrinunciabile gratificazione (compulsione alimentare), soprattutto nelle ore serali e notturne, momento in cui il substrato neuroendocrino giustifica la ricerca di cibi dolci o di carboidrati o spuntini che affiancano, integrano o sostituiscono il pasto serale, che per molti soggetti rappresenta l’unico pasto della giornata.Nel 1973 Bruch aveva rilevato che il 25% delle pazienti anoressiche erano bulimiche. Nel 1980 questa percentuale era salita al 50%, mentre dieci anni più tardi il gruppo di Toronto rilevava la presenza di bulimia nel 75% delle donne anoressiche.

Le bulimie nervose vengono suddivise in forme purging e non purging.Tale distinzione è di estremo interesse in quanto le forme purging si accompagnano in genere ad un’elevata incidenza di psicopatologie. I pazienti purging presentano gravi disturbi dell’immagine corporea, elevatissimo livello di ansia per l’assunzione di cibo, maggiore incidenza di comportamenti autolesionistici e ideazioni suicide.Tra i fattori di rischio dei pazienti che hanno problemi psiconutrizionali, ricordiamo: stati depressivi, turbe dell’affettività, impulsività, mancanza di autostima, violenze sessuali subite, atteggiamento dei genitori (aspettative in termini di prestazioni e di immagine), critiche da parte dei compagni di scuola o degli amici, influenza dei mass media.Un gruppo particolarmente a rischio per le patologie nutrizionali e per il successivo sviluppo di obesità è quello rappresentato da individui che scelgono carriere che impongono la magrezza (danzatrici, modelle), competitivi nello sport o nella professione. Le donne sono più a rischio per bulimia e obesità per la maggiore prevalenza di disturbi a sfondo depressivo legati anche alla modulazione endocrina, alla preoccupazione per il peso corporeo e alle pressioni dei mass media in rapporto al corpo magro “a qualunque costo” con conseguente imposizione di specifici canoni di bellezza.

Per la definizione psiconeuroendocrina del biotipo maggiormente predisposto alla comparsa di patologie psiconutrizionali, sembrerebbe corretta la somministrazione di farmaci prevalentemente “neurodistonici” che presentano sovente quadri clinici il cui substrato neuroendocrino riguarda principalmente la regolazione ipotalamica, pineale, limbica e diencefalica.

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