giovedì 16 ottobre 2014

disoccupazione , stres sociale , informatizzazione

da ECONOMIST :Quest’ultima rivoluzione è simile a quelle avvenute nei secoli scorsi perché darà vita a trasformazione economica e a stress sociale.Il mercato del lavoro è quello più suscettibile a cambiamenti mai visti prima a causa dell’automazione di compiti lavorativi.Una possibile conseguenza per le nazioni ricche è una maggior disuguaglianza collegata a un’erosione del ceto medio.In nazioni in via di sviluppo invece l’industrializzazione poterebbe diventare più problematica.L’automazione grazie all’utilizzo di computer non sta minacciando solo lavori in fabbrica anzi.David Autor, economista presso il Massachusetts Institute of Technology, afferma che “l’informatica viene usata per sostituire lavoratori che eseguono compiti di routine che possono essere codificati. Compiti che possono essere descritti con una sequenza di procedure e di regole e che possono essere completati da macchine invece che da esseri umani. Ad esempio, dattilografia, archiviazione, selezione sono spesso automatizzate. Compiti di produzione in fabbrica che richiedono limitata abilità sono anch’essi automatizzati. Stiamo quindi vedendo un declino dell’occupazione di lavori che richiedono ‘medie competenze’.”Il video mostra anche un grafico relativo alla fetta di mercato dei posti di lavoro in varie nazioni a seconda del livello di competenze richieste.In nazioni come Italia, Germania, Stati Uniti, Regno Unito, Svezia, Giappone e Francia, i lavori che richiedono maggiori competenze hanno aumentato la loro fetta di mercato durante il periodo 1992-2010.I lavori che richiedono poche competenze hanno anch’essi aumentato la propria fetta di mercato anche se in misura minore (e fatta eccezione per l’Italia).A soffrirne maggiormente sono stati i lavori che richiedono competenze medie.Autor continua “il rischio è che l’automatizzazione concentrerà i benefici a favore di un numero limitato di persone.”Carl Frey, economista presso la Oxford University, ha analizzato oltre 700 occupazioni per capire come siano suscettibili all’automatizzazione.Rivela che il 47% dei lavori negli Stati Uniti sono o saranno a rischio di automatizzazione durante i prossimi vent’anni.Frey rivela “questi lavori hanno tre caratteristiche in comune. Non sono associati con la creatività, non richiedono ‘intelligenza sociale’, non richiedono capacità di percezione e manipolazione di oggetti di forma irregolare.”I posti di lavoro a rischio sono quelli appannaggio di persone con un’istruzione di livello secondario oppure universitario ma non particolarmente specializzata.Queste persone tendono a ricevere uno stipendio intorno alla media.Altri posti di lavoro a rischi sono quelli relativi a catene di montaggio i cui compiti possono essere descritti in modo chiaro e sequenziale.Per imparare a risolvere questa futura crisi occupazionale l’Economist suggerisce di riflettere su come il problema sia stato risolto nel passato.Nei secoli scorsi, il settore agricolo negli Stati Uniti vide un collasso del numero di lavoratori a causa dell’utilizzo di macchinari.Venne quindi fatto un grandissimo investimento in modo da permettere e incoraggiare lo studio secondario da parte di persone che altrimenti avrebbero finito gli studi elementari prima di iniziare una vita di lavoro in fattoria.Autor sottolinea che la transizione non avvenne in modo indolore ma fu allievata grazie all’investimento in istruzione.Frey inoltre conclude dicendo che “i computer sono capaci di risolvere problemi ma non sono molto capaci quando si tratta di fare le domande giuste per capire quali problemi bisogna risolvere ed è in quel ambito che l’elemento umano rimarrà sempre molto importante.

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