.......... Il problema è nostro, proprio della psichiatria, di accompagnare l'uomo verso una vita il più possibile lontana dalla malattia, e consona alle sue legittime aspirazioni di normalità. Questo è compito di un nuovo umanesimo e di una diversa coscienza di chi dell'umanesimo ha fatto la sua mission. Di questo va tenuto conto se nel futuro non si vuole che la psichiatria di comunità resti solo un fatto geografico e perda il senso profondo del suo lavoro rivolto a garantire la salute mentale non solo dell'individuo, ma dell'intera popolazione. ..........Quello che invece rappresenterà il futuro sono alcuni aspetti, ora in germe, ma che in un tempo non molto lontano modificheranno la modalità del nostro intervento. Mi riferisco in campo terapeutico agli attuali sviluppi della genetica psichiatrica e della medicina molecolare che, chiarendo in maniera sempre più approfondita le basi molecolari delle nostre malattie, consentiranno di apprestare tarmaci sempre più mirati al trattamento nelle malattie in genere, comprese quelle psichiatriche, con il tentativo di fornire in tempi non molto remoti una farmacoterapia mirata e personalizzata per i disturbi mentali. Attualmente ciò rapprenda il futuribile, ma se i progressi delle scienze di base e la loro applicabilità alla clinica saranno molto veloci, lo scenario che consentirà questo nuovo percorso farmacoterapeutico non sarà estremamente lontano.
........Nel terzo millennio l'assistenza psichiatrica in comunità avrà come obiettivo a cui tendere sempre più. la gestione dell'assistenza seguendo i principi etici generali che costituiscono la base dell agire medico e cioè la assenza del danno per gli utenti, i benefici dell'intervento, il rispetto dell'autonomia, la-giustizia sociale.La declinazione di tali principi etici generali nell'ambito psichiatrico deve costituire il faro dello sviluppo della assistenza psichiatrica futura per consentire una sua applicazione omogenea nell'intero territorio nazionale. Andranno quindi sviluppate trattamenti ed assistenza psichiatrica che possano promuovere la autonomia del paziente. I servizi dovranno essere in grado di fornire interventi terapeutici che dovranno esere efficaci e produrre significativi miglioramenti e benefici nella vita reale degli utenti. Dovrà essere garantita la accesibilità alle cure che consenta di ricevere assistenza quando e' necessario. 1 servizi dovranno poter fornire interventi terapeutici nei confronti di tutte le nalattie mentali, soprattutto nei onfronti di quelle emergenti ome i disturbi dell'umore e quelli della personalità, ed il servizio dovrà essere equo, Dovrà consentire l'accesso a tutti i tipi di cura a tutti i cittadini secondo necessità e per questo dovrà essere definito un razionale che consenta una giusta distribuzione delle risorse. Dovrà essere inoltre aumentata l'efficienza degli interventi in modo da poter garantire a tutti gli utenti le prestazioni necessarie a parità di condizioni tanto più nei periodi di contrazione delle risorse generali a disposizione. Dovrà essere garantito un finanziamento idoneo, necessario per creare le strutture mancanti, potenziare quelle esistenti, ma soprattutto per garantire a tutta la popolazione, indipendentemente dal luogo di residenza , l'accesso ai servizi . La speranza nel futuro è che l'intervento psichiatrico possa seguire i principi etici enunciati nella Dichiarazione di Caracas ( 1990) ed in quella di Madrid i 1996). Il precedente progetto obiettiv fissava nel 5% il fondo a disposizione finalizzato per la psichiatria; la realtà di assegnazione di risorse non superano in genere il 1-3% del finanziamento a diposizione degli enti statali erogatori ; un nuovo progetto di legge Ciccioli, Palumbo, Di Virgilio prevede una destinatene vincolata del 7% delle risorse. Una valutazione a parte, na non di secondaria importanza va riservata alle modifiche al Ddl alla Camera dei deputati Ciccioli, Palumbo, Di Virgilio.Ddl previsto nel programma del Governo in carica e che dovrebbe vedere la luce quanto prima.
Il Disegno di legge ha tra le sue motivazioni ed il suo fine quello di regolamentare di aspetti non previsti o non tutelati dalla legge 180 e di superare le difficoltà operative e i problemi gestionali presentatisi in questi ultimi trenta anni. ....... questa nuova proposta di legge ,che viene presentata come ulteriormente garantista, ma che per certi aspetti pratici garantista , lo sembra più per il corpo sociale che per i pazienti. Penso alle difficoltà nella applicazione del cosiddetto "contratto di Ulisse", il contratto terapeutico vincolante per le parti, che presuppone un consenso informato vero, laddove siamo in presenza di pazienti in cui ci si dibatte giornalmente tra consenso informato "quasi vero" ed assenso alle cure. Penso alle difficoltà di predisporre un Tso a domicilio del paziente (affidato a chi? Con quali garanzie delle cure? Somministrate da chi in caso di rifiuto?) Alla istituzione del Tsop (trattamento sanitario prolungato), senza il consenso del paziente, finalizzato al ricovero obbligatorio di coloro che necessitano di cure non ritenute necessarie per tempi prolungati in luoghi diversi da quelli dove vengono trattati in acuzie. Durata 6 mesi, con possibilità di proroga. Strumento questo che pur essendo motivato dalla lodevole necessità di poter curare per tempo prolungato e in luoghi precisi persone che sono in uno stato di acuzie continua, può generare fantasmi di ritorno al passato con provvedimenti obbligatori che segreghino pazienti per anni all'interno di strutture, è vero non più manicomiali, ma che possono diventarlo.Che dire poi della conciliabilità delle esigenze di privacy dell'utente, costituzionalmente garantiti, ma che per legge vengono derogati con obbligo di informare sulle proprie condizioni di salute terzi, ancorché familiari, in deroga al principio inviolabile della privacy individuale.Grande apprezzamento ed aspettativa riveste invece la disposizione che riserva una quota di bilancio prevista per finanziare i servizi di salute mentale al 7%. Tutti gli psichiatri ci sperano molto per poter finalmente evitare i legacci di un finanziamento insufficiente che si porterebbe dietro inevitabilmente una strutturazione dei servizi povera e poco efficace ed una assistenza poco produttiva ed a macchia di leopardo. Questi sono i problemi che discuteremo presto. Il futuro è complesso, ma non disperiamo che sia migliore. Abbiamo iniziato 40 anni fa con quasi un "esperimento dal vivo" e siamo arrivati ad avere una strutturazione dell'assistenza psichiatrica che in generale penso sia di qualità e che ci viene invidiata anche da paesi cosiddetti civili più ricchi di noi. La legge 180 ha prodotto trasformazioni radicali e positive nelle istituzioni psichiatriche italiane e nelle condizioni di vita e di cura degli ammalati psichici. Dopo trenta anni sono comunque mutate la società e la medicina. Le innovazioni normative in itinere vanno affrontate con molto realismo, lontano dalle guerre di religione ed ideologi-che di passata memoria, salvaguardando principi basilari e di civiltà quali la inclusione dei servizi psichiatrici, in modo particolare quelli ospedalieri, all'interno del servizio sanitario nazionale, realizzando la struttura organizzativa dipartimentale ovunque, mantenendo gli accertamenti ed i trattamenti sanitari non volontari nell'ambito dell'emergenza sanitaria generale e rifiutando le legislazioni psichiatriche speciali. Questa è l'eredità della svolta riformista che abbiamo fatto trenta anni fa e che non va perduta.
La prima parte sul n. 10/2009
orso castano : questo lungo stralcio e' tratto dall'ultimo numero della rivisata nazionale dell'ANAAO , "Dirigenza Medica " , n° 1/10. Pur essendo del tutto condivisibile tralascia alcuni aspetti dell'assistenza psichiatrica che, proprio per lo sviluppo della farmacopterapia e degli strumenti di comunicazione diventeranno sempre piu' cruciali ; i "pazienti" potranno essere trattati sempre piu' a domicilio, gli strumenti di comunicazione , come internet, consentiranno una "vicinanza" sempre maggiore ed un'informazione sui farmaci e sulle "tecniche psicologiche " di intervento sempre piu' ampia ed accessibile, ampliando cosi' le conoscenze e la consapevolezza del "paziente". Le possibililita' di intervenire piu' precocemente si amplificheranno , gli attori che , in tale direzione, verranno coinvolti aumenteranno : dai medici di medicina generale alle onlus dedicate, dalle strutture religiose a quelle ecosistemiche del territorio. Su questi temi si stanno avviando riflesssioni approfondite ; il rischio e' che , paradossalmente, nonostante le linee guida del NICE (tanto per citare le piu' famose) si concretizzi un crescente processo di medicalizzazione ( semza peraltro che vengano risolti i problemi dell'assistenza psichiatrica) supportato da una farmacoterapia che promette sempre di piu' farmaci con quasi nulli effetti collaterali ed alta "incisivita'"; medicalizzazione che rigetterebbe il ruolo dello psichiatra in una dimensione custodialistica , piu' soft ma pur sempre manipolatoria , con tanti saluti al vecchio, ma affascinante slogan "la liberta' e' terapeutica". Le "tecniche psy-interventiste semplificate e banalizzate , con il "gaudente" supporto dei tabloids, complementari alla funzione predetta, completerebbero il quadro , manipolando con mosse veloci e raffinate , il "paziente" fino ad indurre una falsa coscienza dei problemie3 delle soluzioni. Certo sto parlando di un rischio , ma c'e' da riflettere...........o no? Il discorso e' lungo . Vi ritorneremo.
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