lunedì 17 maggio 2010

altre riflessioni sul DSM V : c'e'ì il rischio di un enorme operazione disease mongering (vedi su questo blog)

Ancora alcune osservzioni sul nuovo DSM , il V, tratte da  Venerdi' di Repubblica,(mi scuso con l'autore, ma ho perso il suo nome -sono proprio uno psichiatra- ma spero che si faccia vivo nei commenti o mi scriva :

"Non ci  sono più le ragazze timide di una volta. Sono finite negli anni Settanta. Quelle molto spendaccione, invece, rischiano di andare fuori corso tra due anni. A farle fuori, con un colpo di penna, è stato e sarà un librone poco noto e molto importante. Che ha ribattezzato le prime come affette da «fobia sociale» e potrebbe rinominare le seconde come vittime di «shopping compulsivo». Parliamo del Diagnostìc and Statistical Manual of Meritai Disorders, la bibbia della psichiatria, che da un lustro è in fase di revisione e che vedrà le stampe nel maggio 2013. Se sopravviverà a quella che Science ha definito «la guerra civile della psichiatria». Perché da quando la prima bozza è stata resa pubblica, il mese scorso, il fuoco delle polemiche non accenna a placarsi. «Non è troppo tardi per salvare la normalità dal Dsm-V» ha scritto sul Los Angeles Times Allen Frances, curatore della versione precedente. Per lui e una schiera crescente di suoi eminenti colleghi, la nuova edizione introdurrebbe tali e tanti discutibilissimi nuovi disturbi mentali da ridisegnare i confini tra salute e malattia nella sempre più dettagliata mappa della psiche. Ipersessualità, dolore complicato, accumulo patologico sono solo alcune delle possibili new entry, I critici contestano un'infinità di cose. La segretezza con cui si è giunti alla loro formulazione. L'influenza indebita delle case farmaceutiche su questa moltiplicazione classificatoria, secondo il principio che se c'è una nuova patologia ci sarà una nuova pillola per curarla. E soprattutto le basi scientifiche della futura tassonomia. Se la data d'uscita non è dietro l'angolo, non c'è comunque un minuto da perdere, avverte Prances nel suo editoriale: «Questa medicalizzazione all'ingrosso di problemi normali potrebbe portare all'erroneo etichettamento di disturbo mentale per decine di milioni di passanti innocenti. È una questione sociale che trascende la medicina. E per evitare il peggio è necessario che nell'analisi costi-benefici sia tenuto di conto l'interesse pubblico nel suo complesso». Serve che la gente, non solo gli americani perché il manuale detta legge in tutto il mondo, sappia cos'è questo oscuro e fondamentale zibaldone della psicopatologia che rischia di compiere l'upgrade carico di conseguenze del dolore in depressione, dell'apprensione in ansia e della vivacità in iperattività. Il primo Dsm è del '52. Una specie di brogliaccio ad uso degli psichiatri militari che dovevano decidere se le reclute potevano reggere o no lo stress del combattimento. La seconda versione è del '68 ma non è che con la terza del '74, sotto la supervisione del leggendario psichiatra Robert Spitzer, che diventa il canone con cui distinguere i malati dai sani. All'epoca poco più di una dispensa universitaria rilegata a spirale, 150 paginette per 3 dollari e 50. Mentre il Dsm-IV, licenziato nel '94 e ancora in vigore in forma leggermente rivista,ne conta oltre 900 e ne costa 83. E soprattutto ha visto in vent'anni triplicare i disturbi, da 100 a 300. Lo schema, la decisiva svolta di Spitzer, è quella di introdurre una checklist, una lista di sintomi in base ai quali impostare la diagnosi. Il disturbo ossessivo-compulsivo dunque prevede una preoccupazione per dettagli, regole e organizzazione tale da perdere di vista il movente principale, oppure l'incapacità di separarsi da oggetti di nessun valore, neppure sentimentale, o altre sei tipologie. Per poterlo diagnosticare bisogna averne quattro su otto. Il procedimento è rimasto lo stesso ma con gli anni le patologie e le loro definizioni si sono così moltipllcate che oggi si può arrivare a un responso di schizofrenia incrociando ben 114 diversi sintomi. La difficoltà di base, oggi come allora, è che la psichiatria si muove su un terreno più scivoloso delle altre specialità mediche. Ci sono descrizioni, non marker biologici. Non esiste un'analisi del sangue o genetica per stabilire se sei depresso. Ed è per questo che il perimetro definitorio diventa così cruciale. «il Dsm è un'opera veramente fondamentale» ammette il professor Luigi Cancrini, uno dei più noti psichiatri e psicoterapeuti italiani, «che ha contribuito a unificare varie tradizioni psiehiatriehe e ha ilmerito di aver sostituito "disturbo" con "malattia". La sua valutazione delle patologie dovrebbe avverare secondo cinque assi, a partire dai sintomi per arrivare al "funzionamento globale" da O a 100 di una persona. Però molti psichiatri si fermano ai sintomi ed è qui che è massima la pressione delle case farmaceutiche. Se si inventano nuove etichette infatti si possono inventare nuove pillole. Invece tenendo nel dovuto conto anche gli altri assi, una persona può pur fare acquisti smodati ma se ciò non le impedisce di funzionare bene in società non si può parlare di disturbo della personalità». Sarebbe insomma un potrebbe fornire una vidimazione ufficiale a una serie di disturbi sottosoglia, premorbosi. Se si crea la sindrome da rischio psicotico e si cura un ragazzine che ogni tanto fa strani discorsi, si rischia di fargli più male che bene perché solo circa un terzo di chi conosce episodi del genere sviluppa poi una vera psicosi. Spalancare questi cancelli potrebbe far rientrare una quantità di falsi positivi talmente grande da configurare un'epidemia». Senza considerare che quei farmaci hanno una quantità di effetti collaterali come la perdita della libido, l'aumento di peso e un'inferiore aspettativa di vita.È molto più facile ingoiare una pasticca che pensare un intervento psicosociale . "anni fa avevamo provato a far passare  una legge per rendere gratuita la psicoterapia» ricorda Cancrini, «tutti erano d'accordo a parole ma non è mai passata. E in fondo introdurre nuove patologie ha anche un effetto rasserenante sul singolo: se esiste il virus dello shopping compulsivo allora non è colpa mia, sono assolto». Le Big Pharma fanno la loro parte nel mercato delle indulgenze. Ed è un fatto che il 70 per cento dei membri della task force che redige il Dsm-V ha ammesso rapporti diretti con l'industria, un conflitto di interessi aumentato del 20 per cento rispetto ai curatori del Dsm-IV. Quando c'è da finanziare convegni o laboratori spesso sono le aziende a metter mano al portafogli. Nel suo accorato appello  per fermare la deriva medicale il professor Frances ammette errori nella sua gestione: «Nell'edizione del '94 provammo a essere il più attenti e conservativi possibile nel definire le patologie. Eppure involontariamente abbiamo contribuito a tre false epidemie: il disordine da deficit di attenzione, l'autismo e il disordine bipolare nei bambini. Adesso possiamo dire che la nostra rete aveva maglie troppo larghe e ha catturato tanti pazienti che sarebbero stati molto meglio se non fossero mai entrati nel sistema sanitario mentale». Ex ragazzi vivaci bombardati col Ritalin. Siamo ancora in tempo per evitare un bis che potrebbe avere conseguenze ancora peggiori.

orso castano : anche questo articolo mette in guardia dal rapporto troppo stretto tra le case farmaceutiche e gli estensori del DSM , cioe' il rischio del deasease mongering , malattie fasulle, che partono da sintomi lievi diffusi  , che vengono considerati e tresformeti in "Disturbi da curare". Cita il caso clamoroso del Ritalin e della sindrome ipercinetica nei bambini.  La Regione Piemonte stabili' serie limitazioni alla prescrizione del Ritalin. Si assiste insomma da una medicalizzazione sempre piu' spinta delle situazioni di disagio , che nei momenti di crisi sociale , cumulandosi , se del caso, a quelle soggettive , inducono esasperazione e bisogni di sostegno , che , pero', non dovrebbero prioritariamente essere medici o di psicoterapie molto strutturate (come suggerisce Cancrini). 

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