mercoledì 12 maggio 2010

Stimolatore magnetico nella terapia dell'emicrania

di Livio Frittella , da Previdenza medica di aprile 2010
L' hi-tech viene in aiuto di chi soffre di cefa-lea cronica, in particolare di emicrania con aura, caratterizzata da sintomi che "annunciano" l'arrivo del mal di testa. Questa patologia affligge il 30 per cento dei malati di cefalea, vale a dire - nel mondo - il 18 per cento delle donne e il 6 per cento degli uomini. In Italia gli affetti da emicrania sono 6 milioni. Un apparecchio portatile, simile a un computer palmare, potrebbe costituire una valida alternativa alla terapia farmacologica, specialmente per quelle persone che soffrono di un'emicrania resistente al trattamento coi medicinali. Lo hanno scoperto i ricercatori di un'equipe dell'Albert Einstein College of Medicine di New York, coordinata da Richard Lipton. Si tratta di un dispositivo elettronico che opera una stimolazione magnetica transcranica (TMS) con singolo impulso, una metodologia non invasiva e indolore già molto impiegata in medicina, specialmente per la cura della depressione (quest'ultima e l'emicrania hanno molti punti in comune). L'apparecchio viene appoggiato a ridosso dì una determinata zona cerebrale, localizzata alla base della testa: da esso scaturisce un campo elettromagnetico di bassa intensità capace di modificare l'onda di depolarizzazione elettrica che si genera dall'area occipitale del cervello e che poi si diffonde verso la fronte, causando i disturbi distintivi dell'emicrania, cioè il dolore intenso, pulsante e disabilitante, associato a nausea, vomito, fotofobia e fastidio per rumori e suoni. Nella sperimentazione -che ha avuto tanto successo da diventare oggetto di una pubblicazione sulla rivista "Lancet Neurology" - è stata presa in considerazione una versione portatile dello stimolatore, molto facile da maneggiare grazie ai due manici e quindi perfettamente utilizzabile dal paziente stesso, in grado quindi di gestire in piena autonomia la terapia al sopraggiungere di ogni terribile attacco.L'apparecchio è stato testato in doppio cieco, per un periodo di tre mesi, su 201 pazienti emicranici. Una parte di loro, dunque, è stata sottoposta a una fal-sa stimolazione. Nel 40 per cento dei soggetti, l'im-pulso magnetico - che fra l'altro non avrebbe alcun effetto collaterale - si è dimostrato molto più efficace del placebo, eliminando il dolore per 2 ore (39% dei casi), per 24 e per 48. Una sperimentazione simile fu condotta anche in Italia, qualche anno fa, presso l'Ospedale Valduce di Como, ma allora venne usato un macchinario di grandi proporzioni, poco pratico e definito scomodo dai soggetti partecipanti al test.. Contro l'emicrania, comunque, esistono molte terapie farmacologi che. Il problema è che - quando funzionano - possono provocare effetti indesiderati molto gravi, ad esempio a carico del sistema cardiovascolare. Allora sarebbe importante capire in anticipo chi non è sensibile alle cure convenzionali, per evitargli i problemi collaterali. Di recente è stato individuato un test genetico utile proprio a questo scopo. La scoperta del test in questione si deve a Paolo Martelletti, direttore del centro di riferimento regionale per le cefalee presso l'ospedale di Roma Sant'Andrea. La ricerca, pubblicata dal Journal of Headache and Pain e condotta su 102 pazienti, ha stabilito che la risposta ai triptani - la classe di farmaci più comune usata per l'emicrania - dipende da un preciso segmento del Dna. Nel 50% dei casi il paziente non risponde o risponde in mìnima parte al trattamento perché non possiede i geni adatti, e questo causa la cronicizzazione della patologia spesso accompagnata da fenomeni di dipendenza dai farmaci. Chi non può essere curato con i medicinali tradizionali, dunque, può passare subito a un altro tipo di terapia. Magari ci si augura al più presto quella che vede coinvolta la TMS.





Received: 25 April 2006  Accepted: 26 June 2006  Published online:25 October 2006
Abstract  The objective was to assess the impact of transcranial magnetic stimulation (TMS) on pain and the autonomic nervous system (ANS) in migraine. Fortytwo people [mean age 41.43±11.69 (SD) years, 36 females] were randomised into high vs. low TMS stimulation groups and received 2 brief pulses of TMS. Thirty-three (33/42) individuals had heart-rate variability assessed, before and after stimulation. No group effects were found. Pain decreased by 75%; 32% of people after 1 treatment reported no headache after 24 h. Mean heart rate decreased from 79.05±10.27 to 72.89±11.35 beats/min. The low-frequency (LF) and the high-frequency (HF) areas derived from power spectral analyses increased [mean 6522±1277 to 8315±1009 beats/min2 (LF) (p=0.001) and mean 5600±1568 to 8755±3071 beats/min2 (HF) (p=0.001)]. The LF:HF ratio decreased from mean 1.31±0.51 to 1.13±0.48 (NS). TMS produces immediate, sustained reductions in pain and modification of the ANS.



per chi conosce l'inglese c'e' ina bella intervista a R. Lipton su Youtube :http://www.youtube.com/watch?v=E_m8Gl1ZoWg


orso castano : le tecniche "comportamentiste e cognitiviste,  che non sempre hanno goduto di  "simpatia" tra gli addetti ai lavori , talora , per la loro semplicita' ed efficacia ,  possono ottenere  buoni risultati e meritano di essere utilizzate nell'interesse dei pazienti . C'e' una differenza tra la produzione a scopo terapeutico di un campo magnetico a bassa frequenza e l'autoapprendimento basato sul feedback ottenuto con l'ausilio di un sensore che monitorizza  ed un computer che rende visibile il feedback al paziente.Tutte e due le tecniche utilizzano apparecchiature elettroniche. Non credo sia buona cosa per preconcetti o ideologismi rifiutarle.

Nessun commento: