martedì 18 febbraio 2014

filosofia e democrazia : Karl Scmitt ed al.


 Erst Junger  hans kelsenkarl/schmittKarl Scmitt a Norimbergada Tesi on line  di  Andrea Gilardoni   "Carl Schmitt e la distruzione della Repubblica di Weimar"

La Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 26 agosto 1989 affermava: “Una società, nella quale la garanzia dei diritti non sia assicurata e la separazione dei poteri fissata, non ha una Costituzione” (art. 16). Non per questo la Rivoluzione francese riuscì a garantirli, essendo priva di un organismo, indipendente dalle maggioranze temporanee e provvisorie, che potesse impedire abusi e oppressione da parte di tali maggioranze. Risalendo il fiume della storia ritroviamo sempre una contrapposizione tra “diritto” e “forza” o tra legge positiva (nomos) e legge della natura (physis), ma constatiamo che entrambe le prospettive e le “pratiche” del diritto sono efficaci, se è vero che gli esseri umani non hanno sino ad ora abbandonato né l’una né l’altra prospettiva argomentativa sull’origine e sul fondamento della legge. Ma da dove viene il diritto? 
È possibile tentare di giustificare i diritti umani a partire da “Dio”, dalla “Natura”, dallo “Stato”, persino dalla “Storia” o dalle consuetudini. Forse una più modesta argomentazione potrebbe individuare nei diritti costituzionalmente garantiti e protetti un rimedio, uno strumento di difesa nei confronti di abusi che si sono storicamente realizzati. Nulla di “sacro” o “naturale”, dunque, bensì una debole, ma imprescindibile, forma di difesa, la quale andrà a sua volta difesa contro i tentativi di utilizzarla per fini contrari a quelli per cui è stata codificata (come le più recenti dichiarazioni dei diritti non mancano di constatare). 
Oltre a problemi prettamente linguistici (la manipolazione del pensiero e del linguaggio) e pedagogici (l’educazione all’odio), i dodici anni del regime nazionalsocialista si caratterizzano per la negazione dei diritti, iniziata con la persecuzione degli oppositori politici e, passando per le leggi razziali e i campi di concentramento e di sterminio, culminata nella distruzione degli ebrei d’Europa. Tuttavia, oltre al necessario studio delle persecuzioni razziali e della violazione dei diritti, è possibile studiare il rapporto che i nazisti ebbero con la costituzione dello Stato nel quale si trovarono a operare, la cosiddetta “Costituzione di Weimar”. Infatti non esistono diritti umani se non all’interno di istituzioni che li garantiscano, sanzionandone le eventuali violazioni, e che si astengano dal violarli e dall’emanare leggi che permettano di violarli. La costituzione è la base di tali istituzioni, ma perché sia efficace non basta che ci sia una solenne dichiarazione dei diritti. Occorrono anche un equilibrio dei poteri e un controllo di costituzionalità delle leggi; nelle costituzioni troviamo infatti molto spesso l’espressione che questo o quel diritto (la libertà di riunione, o l’habeas corpus) può essere limitato solo in base alla legge (e questo, nell’Ottocento, significava impedire gli abusi del titolare del potere esecutivo attraverso l’obbligo dell’approvazione del legislativo), ma dopo aver sperimentato le terribili dittature della prima metà del Novecento (se già non lo si era capito attraverso il fallimento della Rivoluzione) ci si è resi conto che occorre anche controllare i legislatori, e che a loro non tutto può essere permesso. 
Le falle strutturali contenute nel testo della costituzione di Weimar (e la forzatura della sua prassi) permisero l’instaurazione della dittatura nazista e rappresentarono una delle condizioni necessarie per la fabbricazione amministrativa di cadaveri. Ma che ruolo aveva avuto in questi eventi e nella loro giustificazione uno dei più noti (e antiliberali) filosofi del diritto del Novecento? In questo saggio ci occuperemo del più noto (e riuscito) tentativo di abbattere il diritto che ha funestato la nostra storia e delle talvolta ambigue talvolta esplicite relazioni che con questo tentativo intrattenne Carl Schmitt......................

vedi anche :http://italia2013.org/2010/09/26/il-triplice-inganno-del-decisionismo/ , il triplice inganno del decisionismo

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