sabato 8 febbraio 2014

read key : inquinamento: rischi cardiovascolari ecc.

orso castano: noi che abitiamo a Torino chiediamo al Sindaco "invisibile" Proff. Fassino che cosa ha fatto e che cosa intende fare per questo drammatico problema. Torino e' la citta' piu' radioattiva d'Italia (vedi video da youtube), la citta' dove i cani possono per Regolamento stabilito dal Comune i cani possono accedere dentro i supermercati alimentari con rischio di diffusione delle zoonosi, ma di questo il Sindaco sembra disinteressarsi pur di fare  "concessioni" ai poveri padroni dei supermercati . 
Il degrado cittadino e' sotto gli occhi di tutti. Fassino , se ci sei batti un colpo!!!


Inquinamento metropolitano. Adesso sappiamo che fa male anche al cuore. Milano e Torino le città più a rischio...........E intanto si moltiplicano le ricerche sugli effetti poco deleteri dell’inquinamento. Uno studio pubblicato suBritish Medical Journal (BMJ) dimostra che l’esposizione all’inquinamento atmosferico, soprattutto a quello da particolato, aumenta il rischio di coronaropatie. Il lavoro, coordinato dal Dipartimento di Epidemiologia del Lazio e dalla Città della Salute di Torino, ha esaminato oltre 100.000 persone residenti in 7 città di 5 Paesi europei, che hanno preso parte al progetto ESCAPE (European Study of Cohorts for Air Pollution Effects).  I soggetti in studio sono stati seguiti per circa 12 anni e oltre 5.000 di loro hanno avuto un primo infarto o un ricovero per angina instabile nel corso del follow up. Allo studio hanno collaborato anche le Agenzie ambientali dell’Emilia-Romagna, del Lazio e del Piemonte. Le conclusioni sono state che ogni aumento di esposizione a particolato (le particelle di diametro inferiore a 10 micrometri, PM10) di 10 µg/mnella media annuale, fa crescere del 12% il rischio di cardiopatia ischemica e che, ogni aumento di 5 µg/mnella media annuale di PM2,5, si associa ad un maggior rischio di eventi coronarici del 13%.

L’associazione tra esposizione prolungata a inquinamento da particolato e malattie cardiovascolari è stata confermata anche dopo la correzione per gli altri fattori di rischio (fumo, stato socio-economico, livello di attività fisica, grado di istruzione e indice di massa corporea).
L’inquinante killer dunque si conferma il particolato, purtroppo anche a livelli inferiori a quelli di ‘sicurezza’ definiti dall’attuale Legislazione europea (il limite annuale europeo per il PM2,5 è 25 µg/m3, quello per il PM10 è  40 μg/m3).
Le ‘Linee guida per la qualità dell’aria’ dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) propongono invece di abbassare questi limiti a 10 µg/m3 come media annua per il PM2,5 (25 µg/m3 come media delle 24 ore), e a 20 µg/m3 come media annua per il  PM10  (50 µg/m3 come media nelle 24 ore).

Gli effetti devastanti dell’inquinamento sul cuore, sono estremamente preoccupanti: il 90% circa della popolazione mondiale infatti, respira smog a concentrazioni ben superiori ai livelli di sicurezza raccomandati dall'OMS. “Le polveri sottili sono la causa di 3,1 milioni di decessi – ricorda Roberto Bertollini,direttore di Ricerca e Rappresentante OMS presso l’Unione europea - e in Europa si contano 430mila morti premature ogni anno, con picchi nelle zone più a rischio, come la Pianura Padana. Sarebbe importante che il Governo italiano utilizzasse la prossima presidenza per proporre una revisione degli standard europei di qualità dell’aria verso valori più efficaci alla difesa della salute”.

Ma non è tutto. Una review della letteratura scientifica, pubblicata di recente su Lancet, dimostra anche la presenza di un’associazione tra esposizione a lungo termine all’inquinamento ambientale da particolato e mortalità. Relazione, pure in questo caso presente, anche per concentrazioni di particolato inferiori ai valori limite definiti dall’Unione Europea.
Questa revisione ha  preso in esame oltre due decadi di dati, riguardanti 360 mila abitanti delle grandi città in 13 nazioni europee; tra i partecipanti, 29.076 sono deceduti per cause naturali nei 13,9 anni di follow up. Secondo gli autori, per ogni aumento di 5 µg/m3 in esposizione annuale media all’inquinamento da particolato fine (PM2,5), il rischio di morire per cause ‘naturali’ cresce del 7%............

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