Hannah Arendt1, seguendo un suggerimento di Polibio (XII 27,10-28,1), fa iniziare la storia sotto il mantello di Ulisse, che vede, soffre, prova (ἴδεν πάθεν πείρων)2, sente e piange
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orso castano : la psiche e' un giardino, come dice Hilmann ; la psiche, come sostengono i giapponese nei loro haiku, e' anche fuori di noi , nella natura . Questo concetto , la continuita' dentro/fuori , e' molto importante , ci riconnette alla natura , ipotizza un circuito circolare che continuamente rimanda dal di dentro dell'anima al di fuori nella natura. E la scienza , le neuroscienze, le nanotecnologia, l'epigenetica ? Dietro tante ipotesi scientifiche , tante confutazioni, tante doverose "falsificazioni", c'e'l'anima con i suoi giardini , anzi come dice Jung, c'e' la nostra anima immersa nel mondo che interagisce con esso, lo scopre, lo manipola , cerca di adattarlo, di utilizzarlo , ma la dialettica anima-mondo dialettica circolare torna e ritorna a segnarci.
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