giovedì 17 aprile 2014

rea key : stress ossidativo





orso castano: gli studi sullo stress aummetano. Emergono diversi quadri : lo stress ossidativo , gli studi che approfondiscono  il concetto di stress cosi' come individuato da Seyle , lo stress metabolico. Quindi la cascata di ormoni utili a mantenere lo stato di allerta pronto alla reazione che aveva individuato lo studioso . Al momento non si reperisce , neppure come tentativo a livello teorico  lo sforzo di individuare un paradigma unificante . Certo che chi studia i campi  parla di medesimi imput : stress psicosociali (per intenderci quelli individuati dai vari DSM sull'asse 4/5) come situazioni iniziali capaci di innescare i diversi stress.

Stress ossidativo: definizione, cause, conseguenze

La presenza dei radicali liberi all’interno della cellula è, come già visto altrove, un elemento fisiologico, conseguenza del normale svolgimento da parte della cellula di alcune sue importanti funzioni, tra le quali anche la produzione e il consumo di energia. Tuttavia, i radicali liberi devono essere contenuti. Infatti, se non controllati attraverso meccanismi antiossidanti fisiologicamente presenti nelle cellule, è possibile assistere alla formazione di quantità troppo elevate di radicali liberi, in grado di creare danni alle strutture cellulari. Nel breve periodo le cellule sono in grado di ripararsi, mentre quando la quantità di radicali liberi rimane eccessiva per un periodo prolungato si viene a formare uno stato chiamato stress ossidativo.


I radicali liberi danneggiamo le membrane cellulari e gli organuli
Radicali liberi
Lo stress ossidativo è, quindi, uno stato di disequilibrio tra la quantità di radicali liberi e i sistemi antiossidanti naturali fisiologicamente presenti in ciascuna cellula. In questo stato il nostro organismo è maggiormente soggetto a infiammazioni, aggressioni da patogeni esterni e svariate patologie come aterosclerosi, infiammazione del connettivo, della pelle e delle articolazioni, ecc. Molti sono i fattori che possono condurre allo stress ossidativo. I meccanismi principali attraverso cui agiscono tali fattori sono tuttavia i due seguenti:
  • un aumento delle quantità di radicali liberi presenti nelle nostre cellule
  • una diminuzione dei meccanismi antiossidanti di difesa naturalmente presenti nel nostro organismo.          Alcuni fattori come l’inquinamento ambientale, il fumo di sigaretta, lo stress lavorativo e anche abitudini alimentari scorrette come l’assunzione eccessiva di carni grasse e di bevande alcoliche, portano direttamente a un aumento della produzione di radicali liberi. Anche l’esercizio fisico molto intenso comporta un aumento della produzione di radicali liberi. Bisogna poi considerare che anche i cibi che arrivano sulle nostre tavole possono talvolta portare con sé inquinanti chimici. D’altra parte, iniziano ad attestarsi in letteratura studi scientifici che provano come le onde elettromagnetiche ad alta frequenza, quali quelle dei cellulari e delle reti Wi-fi possano interagire con le strutture cellulari e innalzare i livelli di proteine di difesa della cellula.Possiamo quindi dire che l’ambiente in cui vive l’uomo sta evolvendo molto più rapidamente dell’uomo stesso, portando con sé il diffondersi di condizioni ambientali e abitudini avverse alla salute e all’equilibrio. Ad esempio l’assenza di attività fisica, un peso corporeo eccessivo, apnee notturne e mancanza di sonno e diabete possono ridurre le naturali risorse antiossidanti presenti del nostro corpo.Il risultato è uno squilibrio ossidativo che compromette le strutture cellulari, portando allo sviluppo di uno stato di infiammazione diffusa e in definitiva predispone verso svariate patologie, principalmente a carico di cuore, cervello, fegato, pelle e articolazioni. Un’eccesso di radicali liberi può portare a moltissimi danni alle proteine, ai lipidi di membrana, ai mitocondri e al DNA delle cellule. Normalmente le risorse antiossidanti del nostro organismo, unite ai meccanismi di riparazione cellulare, sono in grado di prevenire questi danni. Quando l’eccesso di radicali non è più tamponato, in presenza cioè di stress ossidativo, i danni alle strutture si accumulano, causando la predisposizione verso patologie quali ad esempio diabete, malattie cardiovascolari e cancro.Lo stress ossidativo inoltre può portare al fenomeno dell’infiammazione, che richiama cellule del sistema immunitario nel tentativo di contrastare la situazione sfavorevole. L’infiammazione, portando ad un’alterazione delle normali condizioni fisiologiche dei tessuti, può essere accompagnata ad esempio da una compromissione della pelle, da dolore alle articolazioni e da stanchezza e spossatezza fisica.

inflammation

In presenza di un danno alle strutture cellulari si attivano i fenomeni infiammatori e riparativi.In alcuni casi sia i fenomeni infiammatori sia i fenomeni riparativi possono essere responsabili di manifestazioni esagerate che causano iperproliferazione o distruzione di alcuni tessuti, si pensi alla pelle soggetta a psoriasi o alle malattie quali l’artrite reumatoide e psoriasica. Nella psoriasi ad esempio si assiste a una iperproliferazione della cellula epidermica (cheratinocita), che invece di impiegare i normali 28-30 giorni per arrivare dallo strato basale fino allo strato corneo della pelle impiega solo 3-4 giorni. Nell’artrite reumatoide invece si assiste all’iperproliferazione della sinovia, un tessuto presente a livello delle articolazioni, che nella sua crescita porta all’erosione delle ossa. E’ scientificamente dimostrato inoltre che lo stress ossidativo causa predisposizione verso il cancro, verso l’aterosclerosi, verso il diabete mellito e le malattie neurodegenerative e sembra inoltre essere la causa principale dei processi di invecchiamento.

Sinossi dei processi biochimici che possono aver luogo durante uno stress ossidativo e delle principali specie molecolari coinvolte del danno cellulare a specie reattive dell’ossigeno sono continuamente prodotte nel corso di normali reazioni fisiologiche. L’anione superossido può inoltreoriginare dalle reazioni di redox cycling innescate da farmaci ed altri xenobiotici, ma anche da composti endogeni. La dismutazione del superossido, – spontanea o catalizzata da superossido dismutasi, – porta alla comparsa di acqua ossigenata. Il metabolismo di
quest’ultima da parte della glutatione perossidasi porta alla deplezione del glutatione (GSH); l’attività della GSH reduttasi nella riduzione del glutatione ossidato porta a sua volta ad una deplezione di NADPH. La deplezione del GSH rende la cellula più suscettibile alla  perossidazione lipidica, un processo che può anche essere messo in moto direttamente da alcuni tossici, gli alo-alcani. I prodotti reattivi della perossidazione lipidica (aldeidi, carbonili, lipoperossidi) possono legarsi sulle proteine, provocando così una perdita di gruppi
sulfidrilici, cosa che può inoltre derivare dalla ossidazione e deplezione del GSH ridotto. Aldeidi insature derivate dalla frammentazione dei lipidi (4-idrossi-nonenale innanzitutto) possono legarsi ai sulfidrili delle proteine, conservando la loro funzione carbonilica; le proteine
presenteranno pertanto un aumentato contenuto di carbonili. La comparsa di carbonili sulle proteine cellulari può anche risultare da una ossidazione diretta deri residui aminoacidici, processo catalizzato da ioni di ferro ed altri metalli (ossidazione proteica catalizzata da
metalli). Ferro-ioni sono anche implicati nella promozione di perossidazione lipidica in presenza di acqua ossigenata, come pure nel danno ossidativo al DNA indotto dai ROS. L’aumento intracellulare del NADP+ può innescare la ADP-ribosilazione delle proteine
mitocondriali, fenomeno che provoca rilascio di calcio mitocondriale nel citoplasma. Il prolungato innalzamento del calcio citosolico [Ca++]i risulta inoltre dalla ossidazione di sulfidrili critici nelle Ca-ATPasi della plasma membrana; la conseguenza finale di ciò può essere la perdita di potenziale della membrana mitocondriale (Δψ).


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