sabato 12 aprile 2014

read key : porno studies : una nuova rivista scientifica che vede il porno come una scienza. Ma di che cosa? vedremo


orso castano: difficile commentare questo evento. Certo i siti porn sul web sembra siano i piu' cliccati. Ma spesso sui video clip di questi siti sono presenti "attrici" molto giovani che sembrano minorenni di 16-17 anni. Il paravento ideologico dell'abbattimernto dei tabu' sessuali non riesce a nascondere , ne' a rassicurare sulla possibile connessione tra questi video e l'aumento massiccio della prostituzione minorile. In un altro post la psicologa affermava che la prostituzione minorile aveva spesso radici psicologiche : voler essere subito adulti, desiderare di essere una donna vissuta, ma forse c'e' una pressione eil porno come una scienza donistica che arriva dal sociale e dai media , coperta stretta che non sostituisce la crisi delle famiglie, la superficialita' che si riscontra in separazioni e divorzi troppo facili che mettono in secondo piano le conseguenze di questi fatti sulla psicologia dei figli. C'e' poi un vecchio "discorso" improntato da Herbert Marcuse , su "Eros and Civilization" : il sesso, l'eros, o meglio una certa rappresentazione ossessiva della sessualita' sempre piu' disinibita , ripetitiva e compulsiva  serve al sistema economico-politico per distogliere l'attenzione dai problemi marcati dell'economia e della politica. Le "veline" spingono verso un'apparente disinibizione fino a far apparire le "escort" come soggetti non cosi' "condannabili".(da Wikipedia)  "la repressione è per Marcuse connessa alla sostituzione del "principio del piacere" col "principio di realtà"; ma egli sottolinea la presenza di un altro livello attraverso il quale la società opprime l'essere umano, e cioè il cosiddetto "principio di prestazione": per prestazione si intende ciò che "si deve fare" a causa del proprio ruolo nella società, quindi la repressione attuata attraverso questo principio è strettamente legata alla stratificazione sociale e alla divisione del lavoro. In altre parole la prestazione è ciò che l'individuo deve fornire alla società, ed è ciò che la società si aspetta dall'individuo. Questa ulteriore repressione non avviene solamente attraverso la funzione che la persona svolge, ma è veicolata anche dalla famiglia patriarcale e dalla direzione univoca imposta alla sessualità, ovvero la genitalità............la società crea bisogni artificiali impedendo la liberazione degli individui attraverso il soddisfacimento delle pulsioni vitali. Ed è proprio per questo, secondo Marcuse, che le società che si definiscono democratiche finiscono per essere  intrinsecamente totalitarie, cioè rendono impossibile qualsiasi forma di opposizione....................il filosofo tedesco attribuisce una fondamentale importanza all'immaginazione ("immaginazione al potere" sarà uno dei motti preferiti del '68; vedi più avanti) e all'utopia, per far sì che un giorno l'eros sia liberato e che le energie possano confluire liberamente in tutti gli aspetti della vita umana, non solo nel lavoro, che a quel punto diventerebbe una piacevole attività ludica.......considerazioni di Marx, secondo il quale lo sviluppo industriale fornirà all'uomo beni tali da creare un mondo libero dall'alienazione, nel quale ogni individuo potrà sviluppare autonomamente la propria individualità."   La "genitalizzazione" spinta ed ossessiva dell'eros ne castra ed inibisce la potenziale forza creativa, lo ingabbia in una "genitalizzazione" ossessiva che distoglie dall'investire la forza dell'Eros per la liberazione dai vincoli della stratificazione sociale e dalla costruzione in tutti i campi della cultura e del lavoro di una societa' libera in grado di far crescere in ogni direzione l'essere umano. E' utile questa chiave di lettura dimenticata? Vedremo. Per il momento registriamo che la rivista e' a pagamento e questo ne limita l'uso per una discussione aperta e diffusa a tutti quelli che lo desiderano.C'e' ancora un discorso: la globalizzazione , l'omogenizzazione globale della cultura , attraverso l'uso minimale ed unidirezionale del web, pone seri problemi di controllo alla finanza internazionale. Il controllo sulla cultura perche' non crei soggetti autonomi e critici potrebbe richiedere anche l'uso ossessivo della pornografia considerata la potenza di influenzamento del  " sessismo" che , se accoppiato all'inibizione della capacita' di critica sociale potrebbe essere un ottimo strumento (non il solo) di controllo.
dali'
da Repubblica.it...............L'hanno fondata in Inghilterra due giovani sociologhe, Feona Attwood, docente della School of Media and Performing Arts della Middlesex University, e Clarissa Smith, ricercatrice della Faculty of Arts, Design and Media della Sunderland University...............
Professoressa Attwood, perché c'era bisogno di una rivista accademica sul porno?
"Innanzi tutto perché non ne ce n'era una: sulla pornografia sono stati fatti libri e articoli scientifici in ordine sparso, senza una "casa" che li accogliesse tutti insieme. Come ogni altra attività umana, invece, noi riteniamo che il porno meritasse un'analisi approfondita dal punto di vista storico, estetico e del suo ruolo e significato sociale nella cultura contemporanea. Ma la seconda ragione è ancora più importante: Internet ha cambiato il porno, lo ha fatto uscire dai porno- shop e dai cinema a luci rosse portandolo a tutti su un computer in completo anonimato. Le statistiche indicano che è l'argomento più cliccato sul web. Non era possibile che l'accademia continuasse a ignorare un tale fenomeno di massa".

Tuttavia il dibattito sulla questione è antico e Internet lo ha solo reso più acceso: il porno, specie sul web dove può essere facilmente raggiunto da chiunque, inclusi minorenni e bambini, fa male? È discriminante e umiliante nei confronti delle donne? Incoraggia la violenza sessuale? Che linea ha la vostra rivista?
"Non abbiamo una linea. Non vogliamo essere né antagonistici né celebrativi nei confronti della pornografia. Ci limitiamo a notare che non esiste "un porno", ce ne sono tanti: quello professionale girato a Hollywood, quello amatoriale prodotto da dilettanti in camera da letto, il porno femminista, il porno gay, il porno etnico, il porno artistico e così via. Proprio per questo diciamo che è un fenomeno complesso e va studiato senza preconcetti ".

Ma come studiose cosa rispondereste a genitori preoccupati che i figli troppo giovani siano esposti alla pornografia online e confondano quella visione del sesso con la realtà dei rapporti sessuali?
"Non nego una preoccupazione di questo tipo. Ma il porno non è l'unica forma di comunicazione o intrattenimento di massa che fornisce una visione esagerata, fuorviante della realtà o comunque diversa dalla vita di tutti i giorni. Se uno guarda le telenovelas in tivù e pensa che siano lo specchio dei rapporti reali nel mondo fa ugualmente un errore. Lo stesso si potrebbe dire per i telequiz, i reality show e perfino per le commedie romantiche al cinema. O per le fiabe a lieto fine. Eppure nessuno si sogna di vietare ai minori, tantomeno agli adulti, fiabe e telenovele. Il punto è educare e capire la differenza fra finzione e realtà. Non credo che censurare un fenomeno, bollarlo a priori come nocivo, permetta di esorcizzarlo".

Un'altra accusa spesso rivolta alla pornografia è che ha contagiato la videomusica e la pubblicità, legittimando per così dire l'immagine della donna- oggetto e del machismo.
"È sbagliato definire "porno" un video musicale sessista. Sono o almeno possono essere due cose diverse. Nel linguaggio comune ormai l'etichetta "porno" sostituisce qualsiasi connotazione negativa, ma non è il modo giusto per esaminare quanto sta succedendo al marketing, alla musica e alla comunicazione di massa. Un film porno può alimentare una fantasia sessuale che non è per forza sessista. Mentre uno spot pubblicitario o una videoclip musicale possono essere sessisti senza essere pornografici ".

E Cinquanta sfumature di grigio che cos'è? Porno, erotismo o sadomasochismo soft per casalinghe, come l'ha definito qualcuno?
"A me sembra che sia soprattutto un libro nella tradizione del romanzo romantico, anche se indubbiamente ha contribuito al dibattito sulla legittimità delle fantasie sessuali. Ma la nostra rivista serve appunto a meglio delineare i confini tra queste frontiere, tra porno ed erotismo, tra fantasia sessuale e sessismo reale".


porn studies jpeg
logo..................RILEVANZA - L'annuncio «della prima (...) rivista internazionale che esplora attentamente tutti quei prodotti culturali e servizi, conosciuti come pornografia», è legato dalle due scienziate a un cosiddetto processo di peer review - ovvero, di revisione e commento da parte di altri ricercatori......... In questo caso le discipline prese in considerazione includono la sociologia, la criminologia, gli studi sui media, quelli culturali e di genere. Insomma, una cosa seria. Già in precedenza le due erano dedicate al tema con un progetto di ricerca sull'uso della pornografia su Internet. ................. i Pornography Studies si trovano ancora in una fase embrionale, si legge nel comunicato - che il Guardian interpreta come una critica implicita ai cosidetti Cultural Studies........................Resta anche da vedere se Attwood e Smith riusciranno a trovare colleghi che prendano davvero sul serio un tema all'apparenza così piccante. In ogni caso, le ricercatrici hanno già trovato un sostenitore importante: il britannico Jon Millward che nelle settimane scorse ha fatto notizia per uno studio che ha analizzato 10 mila titoli pornografici e relativi protagonisti allo scopo di delineare un ritratto unico di attori e attrici hard.


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