martedì 6 settembre 2011

Perché chi si occupa di scienza rifiuta di ammettere che alla base di essa ci sia una filosofia? clicca da Yahoo answer


Domanda aperta


Mi si continua a ripetere che la scienza è fondata sui fatti non sulla filosofia (l' ultimo è Rex in commento a una mia risposta in biologia su evoluzionismo creazionismo) e con questo si vuole chiaramente negare che la scienza abbia l' opinabilità che ormai si riconosce a qualsiasi altra filosofia. Ma allora cos' è un fatto per la scienza? Non è certo ciò che generalmente si intende per fatto, ossia un mero accadimento percepito, perché la percezione non è certo oggettivamente inopinabile. E se la scienza prestabilisce, come fa, i parametri per cui un fatto si può considerare fatto o no su quali fatti si basa per farlo?
Non c' è in tutto questo un' autoreferenzialità mascherata che prestabilendo arbitrariamente non la verità o la falsità di un fenomeno, ma il metodo unicamente valido con cui la verità può essere valutata pone alla base del pensiero scientifico una visione metafisica ben più forte e potente di tutte le metafisiche pre scientifiche e che chi si occupa di scienza spesso non vuole assolutamente ammettere rendendo il rischio di una visione univoca e riduttiva del mondo più pericolosa che mai? Non c' è una pretesa di verità assoluta che vuole confondere sistematicamente la realtà con una sua rappresentazione spostando solo i termini del problema della scelta dei presupposti per poter fare finta di dimenticarsi di questa arbitrarietà ed rivendicare così la potenza esclusiva della visione scientifica su tutta la realtà?


DISCUSSIONE

---  Zegalvis, sono d' accordo con te sulla matrice filosofica della scienza, ma assolutamente no sull' universalità del metodo. La scienza non prende i fenomeni così come sono, né verifica qualunque ipotesi implicata, ma considera solo alcuni aspetti dei fenomeni separandoli da altri che ritiene interferenti e sceglie ipotesi quantificabili tralasciando arbitrariamente tutto ciò che non lo è. Inoltre questo processo non esula per nulla dal background culturale, ma deve essere studiato e imparato secondo il background della cultura occidentale. Non vorrai negare il fatto che per diventare scienziati occorre andare a scuola ove si impara qual è il modo giusto di guardare il mondo tra tutti i modi possibili di consideralo.
---  Andrea il mondo è percepito anche per un solipsista che comunque percepisce il suo pensiero o sentimento (percepisce se stesso come significato originario e esaustivo del mondo). Nulla appare se non è percepito, indipendentemente dal fatto che questa percezione sia rivolta all' interno o all' esterno di se stessi.

---  Ribadisco Andrea che anche il soggetto solipsista deve percepire il suo pensare per dire di stare pensando, deve cioè percepire il suo stato interiore per affermare che esso è il mondo intero.

---  Fra, non fraintendere: nessuno scienziato serio dirà mai che le asserzioni a cui la scienza giunge sulla realtà sono inopinabili, infatti nessuna asserzione scientifica è definitiva per chi applica correttamente il metodo scientifico (anche se alcuni se ne dimenticano volentieri), ma pochi tra chi si occupa di scienza è disposto ad ammettere che i principi fondanti del metodo scientifico sono principi indimostrati e arbitrari e quindi che la verifica della verità sul fenomeno studiato è, anche se correttamente condotta dal punto di vista scientifico, comunque discutibile e che pure la definizione di oggettività scientifica è opinabile in quanto arbitrariamente predefinita.


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