domenica 6 gennaio 2013

Sintesi del libro bianco Insegnare e apprendere: verso la società conoscitiva di Édith Cresson 1995


orso castano : la piramidalizzazione delle istituzioni pubbliche, la governance quasi esclusivamente politica, l'assenza di qualsiasi collegamento serio tra le strutture produttive e l'insegnamento , la negazione dello spazio di liberta' individuale nell'accrescimento delle conoscenze , l'uso burocratico e strumentale politico nella gestione della cosa pubblica, stanno portando ad un disastro economico non da poco. Uno Stato protervio, malamente politicizzato, culi di pietra dappertutto, in qualsiasi posto di potere per quanto piccolo, culi di pietra agganciati , anzi incollati alle poltrone, con ferocia impediscono qualsiasi liberalizzazione della cultura e soffocano sul nascere qualsiasi sviluppo creativo. Riusciranno i nuovi governi a seguire le linee guida del libro bianco europeo? Ne dubitiamo fortemente, ma la speranza e' l'ultima a morire. Vedremo cosa sapra' fare questo nuovo parlamento , se sapra' spazzare via la rigidita' montiana per sostituirla con vere liberalizzazioni, oppure se riempira' di chiacchiere il suo agire per lasciarci finire in un bel burrone!!
...........................................Verso la società conoscitiva, link
Il libro bianco parte da una constatazione: le mutazioni in corso hanno incrementato le possibilità di ciascun individuo di accedere all'informazione ed al sapere. Al tempo stesso questi fenomeni comportano una modifica delle competenze necessarie e dei sistemi di lavoro che necessitano di notevoli adattamenti.
Per tutti questa evoluzione ha significato più incertezza. Per alcuni si è venuta a creare una situazione di emarginazione intollerabile. Sempre più la posizione di ciascuno di noi nella società verrà determinata dalle conoscenze che avrà acquisito. La società del futuro sarà quindi una società che saprà investire nell'intelligenza, una società in cui si insegna e si apprende, in cui ciascun individuo può costruire la propria qualifica.
In altri termini, una società conoscitiva.
I tre fattori di cambiamento
Fra i numerosi e complessi mutamenti che travagliano la società europea, tre grandi tendenze, tre grandi sono particolarmente percettibili: si tratta dell'estensione a livello mondiale degli scambi, dell'avvento della società dell'informazione e del rapido progresso della rivoluzione scientifica e tecnica.
La società dell'informazione: la sua conseguenza principale è quella di trasformare le caratteristiche del lavoro e l'organizzazione della produzione. Lavori di routine e ripetitivi, lavori cui era destinata la maggior parte dei lavoratori dipendenti, vanno scomparendo a vantaggio di un'attività più autonoma più variata. Il risultato è un diverso rapporto nell'impresa. Il ruolo del fattore umano assume più importanza, ma nel tempo stesso il lavoratore è più vulnerabile rispetto ai cambiamenti dell'organizzazione del lavoro, perché è diventato un semplice individuo confrontato ad una rete complessa. Sorge quindi la necessità per tutti di adattarsi non solo ai nuovi strumenti tecnici, ma anche alla trasformazione delle condizioni di lavoro. 
L'estensione a livello mondiale degli scambi: questo fattore sconvolge i dati sulla creazione di posti di lavoro. Dopo un primo momento in cui ha interessato soltanto lo scambio di merci, di tecnologia e gli scambi finanziari ,
l'estensione degli scambi a livello mondiale cancella le frontiere fra i mercati del lavoro, a un punto tale che il mercato globale dell'occupazione è una prospettiva più vicina di quanto non si creda. Nel libro bianco "Crescita, competitività, occupazione ", la Commissione ha chiaramente accolto la sfida dell'apertura mondiale, sottolineando al tempo stesso l'importanza di mantenere il livello sociale Europeo, il che comporterà un miglioramento generale delle qualifiche, altrimenti l'onere sociale rischia di essere tale da diffondere fra i cittadini una sensazione di insicurezza. 
La civiltà scientifica e tecnica: lo sviluppo delle conoscenze scientifiche, la loro applicazione ai metodi di produzione, i prodotti sempre più sofisticati che sono il risultato di questa applicazione danno origine ad un paradosso: malgrado un effetto generalmente benefico, il progresso scientifico e tecnico fa sorgere nella società un sentimento di minaccia, addirittura una paura irrazionale. Ne consegue la tendenza a conservare della scienza soltanto un'immagine violenta e preoccupante. Numerosi paesi Europei hanno cominciato a reagire a questa situazione di disagio: promuovendo la cultura scientifica e tecnica sin dai banchi di scuola; definendo regole etiche , in particolare nei settori della biotecnologia e delle tecnologie dell'informazione; ovvero ancora favorendo il dialogo fra gli scienziati e i responsabili politici, se necessario tramite istituzioni create appositamente.
Le risposte: cultura generale e attitudine all'occupazione
Quali sono le risposte che possono fornire l'istruzione e la formazione per eliminare gli effetti nocivi previsti causati da questi tre fattori ? Il libro bianco propone due risposte
a) rivalutare la cultura generale
La prima risposta consiste nella rivalutazione della cultura generale. In una società in cui l'individuo dovrà essere in grado di comprendere situazioni complesse che evolvono in modo imprevedibile, in cui dovrà affrontare un cumulo di informazioni di ogni genere, esiste un rischio di separazione fra coloro che possono interpretare, coloro che possono utilizzare e coloro che non possono fare né l'una né l'altra cosa. In altri termini, tra coloro che sanno e coloro che non sanno. Lo sviluppo della cultura generale, cioè della capacità di cogliere il significato delle cose, di capire e di creare, è la funzione di base della scuola, nonché l primo fattore di adattamento all'economia e all'occupazione.
Inoltre si osserva sempre più un ritorno della cultura generale nei centri di formazione professionale, nei programmi di riconversione dei lavoratori con poche qualifiche o molto specializzati; essa diventa un passaggio obbligato verso l'acquisizione di nuove competenze tecniche.
b) sviluppare l'attitudine all'occupazione
Secondo orientamento: sviluppare l'attitudine all'occupazione. In che modo l'istruzione e la formazione possono aiutare i paesi Europei a creare occupazioni durevoli, in quantità paragonabile ai posti di lavoro scomparsi a causa delle nuove tecnologie?
Il sistema tradizionale, quello che generalmente segue l'individuo, è la conquista del titolo di studio. Ne risulta una tendenza generale, a livello Europeo, di prolungare gli studi e una forte pressione sociale per ampliare l'accesso agli studi superiori. Il diploma resta ancora oggi il miglior passaporto per l'occupazione, il fenomeno tuttavia ha un rovescio della medaglia: una svalutazione dei settori professionali, ritenuti opzioni di seconda categoria; una sovraqualificazione dei giovani, rispetto alle occupazioni che vengono proposte loro quando entrano nella vita attiva; infine un'immagine del diploma come riferimento quasi assoluto di competenza, che permette di filtrare le élite al vertice e, più generalmente, di classificare i lavoratori in una determinata occupazione. Da questo deriva una maggiore rigidità del mercato del lavoro e un enorme spreco dovuto all'eliminazione di persone dotate di talento, ma che non corrispondono al profilo standard.
Senza rimettere in questione questa via tradizionale in quanto tale, il libro bianco suggerisce di associarvi un'impostazione di tipo più aperto, più flessibile. Essa consiste in particolare nell'incoraggiare la mobilità dei lavoratori.- dipendenti, insegnanti, ricercatori - e degli studenti. Al giorno d'oggi sorprende dover constatare che in Europa le merci, i capitali, e i servizi circolano più liberamente delle persone e delle conoscenze.
Tuttavia perché questa mobilità venga veramente attuata bisogna passare da un riconoscimento delle conoscenze acquisite all'interno dell'Unione Europea: non solo per quanto riguarda i diplomi, ma anche per le varie materie che li compongono. In altri termini, uno studente che abbia effettuato un semestre di studio in un altro paese europeo dovrebbe ottenere automaticamente il riconoscimento dall'università di origine, senza dover ripetere gli esami corrispondenti.
Attualmente questo è possibile solo se le due università interessate hanno già stipulato un accordo fra loro. Una vera mobilità comporta l'eliminazione degli ostacoli amministrativi e giuridici (legati al diritto di soggiorno e al regime di protezione sociale), oppure fiscali (imposizione delle borse di studio).
Un'altra idea - impulso: l'accesso alla formazione deve essere sviluppato nell'arco di tutta la vita.
Visto che tutti, autorità o imprese, ne sottolineano la necessità, i progressi compiuti in questo senso sono molto scarsi. Nell'Unione Europea, un lavoratore dipendente beneficia mediamente di una settimana di formazione continua su un periodo di tre anni. Questo è tanto più insufficiente se si tiene conto dei cambiamenti dell'organizzazione del lavoro, imputabili in particolare a questi nuovi strumenti, e ha un carattere urgente.
L'Anno Europeo 1996, dedicato all'istruzione e alla formazione nell'arco di tutta la vita , deve aiutarci a prendere coscienza di questa esigenza.
Ma la società dell'informazione non modifica soltanto il funzionamento dell'impresa. Essa offre nuovi orizzonti per l'istruzione e le formazione, ma bisogna essere attrezzati per sfruttare pienamente questo potenziale. Orbene, la frammentazione del mercato europeo del settore multimediale, la qualità ancora scarsa dei prodotti multimediali disponibili, la scarsa disponibilità di elaboratori nelle classi (1 ogni 30 alunni in Europa, 1 ogni 10 alunni negli Stati Uniti) hanno come conseguenza una penetrazione molto lenta di questi strumenti nelle scuole. Per questo motivo la Commissione attribuisce priorità allo sviluppo di software multimediale per l'istruzione coordinando ancor più gli sforzi di ricerca compiuti in questa direzione dall'Unione Europea. Peraltro è questo il compito affidato ad una " task force " che raggruppa le risorse della sig.ra Cresson e del sig Bangemann.
Mobilità, formazione continua, ricorso ai nuovi strumenti tecnologici
Questa maggiore flessibilità nell'acquisire conoscenze ci invita a riflettere sui nuovi modi per il riconoscimento delle competenze acquisite, sia che siano sancite da un diploma , che in caso contrario. Questa impostazione è già stata messa in pratica: il TOEFL, che consente di valutare le conoscenze della lingua inglese di chiunque, i test "canguro " per la matematica sono dispositivi che hanno dimostrato la loro validità.
A questo punto perché non immaginare una "tessera personale delle competenze" sulla quale figurerebbero le conoscenze del titolare, che siano di base (lingue, matematica, diritto, informatica, economia, ecc....) o tecniche, ovvero addirittura professionali (contabilità , tecnica finanziaria ..... )? In questo modo un giovane non munito di diploma potrebbe candidarsi ad un posto di lavoro munito della tessera sulla quale figurerebbero le sue competenze per quanto riguarda l'espressione scritta, le conoscenze linguistiche, il trattamento testi.
Tale formula permetterebbe di valutare istantaneamente le qualifiche di ognuno in ogni momento della propria vita, contrariamente ai diplomi che, nel corso degli anni - e sempre più rapidamente - perdono il loro valore.
Orientamenti per l'azione
La costruzione della società cognitiva non sarà oggetto di un decreto, ma sarà un processo continuo. Questo libro bianco non ha l'ambizione di presentare un programma di provvedimenti, la Commissione non propone toccasana. Essa intende soltanto proporre una riflessione e tracciare linee d'azione. Senza in alcun modo volersi sostituire alle responsabilità nazionali, il libro bianco suggerisce che vengano raggiunti cinque obiettivi generali per un'azione e per ciascuno di loro, uno o più progetti di sostegno svolti a livello comunitario.
1) Favorire l'acquisizione di nuove conoscenze: in altre parole, innalzare il livello generale delle conoscenze. In questa prospettiva, la Commissione invita anzitutto a riflettere su nuovi sistemi di riconoscimento delle competenze che non sono necessariamente sancite da un diploma. A livello Europeo il libro Bianco propone un nuovo sistema di riconoscimento delle competenze tecniche e professionali.
Come attuare questa impostazione? Anzitutto creando delle reti Europee di centri di ricerca e di centri di formazione professionale, di imprese, di settori professionali che permetteranno di identificare le conoscenze più richieste, le competenze indispensabili. Si tratterà quindi di definire i metodi migliori di riconoscimento (test, programmi di valutazione, addetti alla valutazione...). Alla fine il risultato potrebbe essere una tessera personale delle competenze che permetterebbe a chiunque di far riconoscere le proprie conoscenze e competenze in tutta l'Unione Europea.
Il Libro bianco vuole inoltre facilitare la mobilità degli studenti. La Commissione proporrà di autorizzare uno studente che abbia ottenuto una borsa di studio nel proprio paese a utilizzarla, qualora lo desideri, per seguire dei corsi in un istituto superiore di un altro Stato membro.
Essa proporrà inoltre di diffondere il riconoscimento reciproco delle " unità di valore " dell'insegnamento (sistema ECTS - Sistema di trasferimento di crediti accademici ), vale a dire delle varie conoscenze di cui è composto il diploma. Infine la Commissione proporrà di eliminare gli ostacoli amministrativi, giuridici e relativi alla protezione sociale che frenano gli scambi di studenti, di partecipanti a corsi di formazione, insegnanti e ricercatori. Infine verranno pubblicati bandi di gara comuni ai vari programmi comunitari che si interessano allo sviluppo di materiale didattico informatizzato multimediale.
2) Avvicinare la scuola e l'impresa: sviluppare l'apprendimento in Europa sotto tutti gli aspetti; il libro bianco propone di collegare tramite una rete i centri di apprendimento dei vari paesi Europei, favorire la mobilità degli apprendisti nel quadro di un programma del tipo ERASMUS e mettere a punto uno statuto Europeo dell'apprendista, facendo seguito al prossimo libro verde sugli ostacoli alla mobilità transnazionale delle persone in corso di formazione.
3) Lottare contro l'emarginazione: offrire una seconda opportunità tramite la scuola. I giovani esclusi dal sistema scolastico sono a volte decine di migliaia nei grandi agglomerati urbani. Sempre più le scuole che si trovano in quei quartieri particolarmente sensibili vengono riorientate verso dispositivi che offrano una seconda opportunità. Si tratta per queste scuole di migliorare l'accesso alle conoscenze facendo ricorso a migliori insegnanti, pagati meglio che altrove, nonché a ritmi di insegnamento adattati, a tirocini nelle aziende, disponibilità di materiale multimediale, classi composte da un numero ridotto di alunni,. Inoltre la scuola deve svolgere il ruolo di centro d'animazione del contesto in cui crollano i riferimenti sociali e familiari. Come fare? Il libro bianco propone di sviluppare i finanziamenti complementari Europei, a partire da programmi esistenti quali i programmi Socrates o Leonardo, appoggiando i finanziamenti nazionali e regionali. Si suggerisce anche di sviluppare la concertazione e il partenariato con il settore economico: si potrebbe ad esempio, immaginare che ogni impresa sponsorizzi una scuola, eventualmente con promessa di assunzione qualora il riconoscimento delle competenze sia soddisfacente. Le famiglie sarebbero anch'esse coinvolte direttamente nel funzionamento del dispositivo di formazione. Infine, il ricorso a nuovi metodi pedagogici, tecnologie dell'informazione e tecnologie multimediali verrebbe fortemente incoraggiato
4) Possedere Tre lingue comunitarie: un marchio di qualità. La conoscenza di più lingue è diventata oggi una condizione indispensabile per ottenere un lavoro e questo è ancor più necessario in un mercato Europeo senza frontiere. Inoltre costituisce un vantaggio che permette di comunicare più facilmente con gli altri, scoprire culture e mentalità diverse, stimolare l'intelletto. Il plurilinguismo, elemento di' identità e caratteristica della cittadinanza Europea, è inoltre un elemento di base della società conoscitiva. Pertanto il libro bianco propone di istituire un marchio di qualità "classi Europee ", che verrebbe attribuito, in base ad un certo numero di criteri, alle scuole che abbiano sviluppato meglio l'apprendimento delle lingue. Gli istituti che otterranno questo marchio saranno collegati fra di loro mediante una rete. Peraltro verrebbe sistematicamente favorita la mobilità dei professori di lingua materna verso gli istituti di altri paesi.
5) Trattare sullo stesso piano l'investimento a livello fisico e l'investimento a livello di formazione. Non basta portare l'istruzione e la formazione a livello di priorità per la competitività e l'occupazione. Bisogna inoltre incoraggiare, grazie a provvedimenti concreti, le imprese o le autorità pubbliche che hanno compiuto grandi sforzi a favore di questo investimento " non materiale ", a proseguire sulla stessa strada. Ciò comporta, in particolare, un evoluzione del trattamento fiscale e contabile delle spese destinate alla formazione. Sarebbe quindi auspicabile che venissero adottate disposizioni a favore delle imprese che attribuiscono particolare attenzione alla formazione, affinché una parte degli stanziamenti impegnati a questo scopo vengano iscritti in bilancio all'attivo, come beni non patrimoniali. Parallelamente dovrebbero essere sviluppate formule del tipo "risparmio formazione ", destinate a persone che desiderino rinnovare le loro conoscenze o riprendere una formazione dopo aver interrotto gli studi.
Queste raccomandazioni non hanno la pretesa di risolvere l'insieme delle questioni sospese. Il libro bianco ha un obiettivo più modesto: contribuire, tramite le politiche dell'istruzione e della formazione degli Stati Membri, a orientare l'Europa sulla strada della società cognitiva. Esso intende inoltre avviare, nel corso dei prossimi anni, un dibattito più vasto, poiché sononecessarie trasformazioni profonde. Come ha dichiarato la sig.ra Cresson, "i sistemi d'istruzione e di formazione hanno troppo spesso l'effetto di tracciare una volta per tutte il percorso professionale. C'è troppa rigidità , troppi ostacoli tra i sistemi d'istruzione e di formazione, manca la comunicazione, mancano le possibilità di ricorrere a nuovi tipi di insegnamento nell'arco di tutta la vita".
Il libro bianco può contribuire a dimostrare che, per garantire il futuro dell'Europa e il suo posto nel mondo, occorre attribuire un'attenzione prioritaria allo sviluppo personale dei suoi cittadini, un'attenzione almeno pari a quella accordata finora alle questioni economiche e monetarie. In questo modo l'Europa dimostrerà che non è soltanto una semplice zona di libero scambio, ma un insieme politico organizzato, in grado, non già di subire, ma di controllare l'espansione a livello mondiale.
Conclusioni generali
Il mondo attraversa un periodo di transizione e di profondi cambiamenti. Tutto indica che la società europea, al pari delle altre, sta per entrare in una nuova era, probabilmente più mutevole ed imprevedibile delle precedenti.
Certo, questa nuova era della mondializzazione degli scambi, della società dell'informazione, degli sconvolgimenti scientifici e tecnici suscita interrogativi e timori soprattutto perché non è agevole precisarne i contorni.
Questi interrogativi e timori sono probabilmente più forti in Europa che altrove. La civiltà Europea è antica e complessa. Essa è oggi divisa fra una sete di ricerca e di conoscenza molto forte, eredità di una storia che ha visto l'Europa compiere la prima rivoluzione tecnica industriale e cambiare così il mondo, e una fortissima domanda di stabilità e di sicurezza collettiva. Questa aspirazione è perfettamente comprensibile in un continente così a lungo devastato dalle guerre e dilaniato dai conflitti politici e sociali, ma può andare fino ad alimentare riflessi conservatori nei riguardi del cambiamento.
Eppure, questa epoca di trasformazioni è opportunità storica per l'Europa perché tali periodi di mutamenti, in cui una società genera quella che le succederà, sono i soli propizi a profonde riforme che permettono di evitare bruschi cambiamenti. L'incremento degli scambi attraverso il mondo, le scoperte scientifiche, le nuove tecnologie aprono di fatto nuove potenzialità di sviluppo e di progresso.
Leggiamo quanto scrive un grande storico europeo per comparare questo periodo di mutazioni con quelli precedenti, in particolare il periodo del passaggio dal Medioevo al Rinascimento:
"L'Europa del Medioevo e dei tempi moderni ha dovuto far fronte al mondo bizantino, al mondo arabo, all'impero turco. Oggi si tratta per fortuna di un confronto più pacifico; ma l'esistenza dei protagonisti della storia giganteschi per estensione o per la forza economica, o per entrambe nello stesso tempo, impone all'Europa di raggiungere una dimensione paragonabile alla loro se vuole esistere, evolversi e conservare la sua identità. Di fronte all'America, al Giappone, domani alla Cina, l'Europa deve avere la massa economica, demografica e politica capace di garantire la sua indipendenza.
Essa ha per fortuna dalla sua la forza della sua civiltà e dei suoi patrimoni comuni. L'abbiamo visto nel corso di venticinque secoli, in strati sempre rinnovati, la civiltà Europea è stata creatrice; e ancora oggi, come dice lo slogan, la principale materia prima dell'Europa è probabilmente la materia grigia."

(Jacques le Goff, La vecchia Europa e la nostra, Parigi, 1994)
E' proprio sulla dimensione Europea che potrà essere edificata una società di progresso capace nello stesso tempo di contribuire a modificare la natura delle cose su scala planetaria e preservare una piena coscienza di sé.
Il presente libro bianco ha difeso il punto di vista secondo il quale è costruendo il più rapidamente possibile la società conoscitiva Europea che tale obiettivo potrà essere raggiunto.
Questo passo in avanti comporta trasformazioni profonde.
I sistemi d'istruzione e di formazione hanno infatti troppo spesso l'effetto di tracciare una volta per tutte gli iter professionali Esistono troppe rigidità troppe barriere fra i sistemi di istruzione e di formazione, non abbastanza vi sono interconnessioni, possibilità di cogliere nuovi metodi d'insegnamento nell'arco di tutta la vita.
L'istruzione e la formazione trasmettono i capisaldi necessari all'affermazione di qualsivoglia identità collettiva, consentendo nel contempo nuovi progressi scientifici e tecnologici. L'autonomia conferita agli individui, se condivisa da tutti, consolida il senso della coesione e radica il sentimento di appartenenza. La diversità culturale dell'Europa, la sua antichità, la mobilità fra culture diverse sono grandissime opportunità di adattamento al nuovo mondo che si profila all'orizzonte.
Essere europei significa beneficiare di conquiste culturali di una varietà e di una profondità ineguagliate. Deve peraltro anche comportare la possibilità di beneficiare di tutte le opportunità di accesso al sapere e alla competenza. Lo scopo del libro bianco è quello di permettere un maggiore sfruttamento di tali possibilità; le raccomandazioni che vi figurano non possono pretendere di esaurire l'argomento.

Esse hanno un obiettivo più modesto: contribuire con le politiche dell'istruzione e della formazione degli Stati membri a collocare l'Europa sul cammino della società conoscitiva. Esse mirano inoltre ad avviare nei prossimi anni un dibattito più vasto. Possono contribuire infine a mostrare che l'avvenire dell'Europa e il suo posto nel mondo dipendono dalla capacità di conferire oggi all'evoluzione delle donne e degli uomini che la compongono un ruolo almeno altrettanto grande di quello attribuito finora agli aspetti economici e monetari. In questo modo l'Europa potrà mostrare di non essere una semplice zona di libero scambio, ma un complesso politico organizzato, nonché uno strumento idoneo a padroneggiare, e non già a subire, la mondializzazione.

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