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E al Sud è il 73% a chiederlo. La qualità delle cure è giudicata "pessima" dal 42% degli italiani. Lo rileva una ricerca Doxa presentata oggi a Roma e messa a confronto con un'altra ricerca della Fimmg sui medici di famiglia che, per il 65%, condividono il rischio di sostenibilità finanziaria per il Ssn.
La sanità secondo i medici di medicina generale Come detto, il 65% del campione condivide il rischio sulla sostenibilità finanziaria del Ssn, ma secondo la Fimmg non va sottovalutato quel 26,3% che non è allineato su questa percezione.
I fattori che più incidono sul rischio sono, secondo i medici di medicina generale, per lo più correlati ad una inadeguata governante: la cattiva politica e la pletora dell’apparato amministrativo (entrambe con un impatto pari a 8,7 su una scala da 1 a 10). E tali fattori preoccupano anche più dell’emergenza epidemiologica della cronicità, che comunque ha per i medici di medicina generale un impatto 8. “Evidentemente – spiega la Fimmg - coloro che giudicano con maggior convinzione il sistema ‘insostenibile’ tendono ad esprimere una fiducia minore sulla possibile rimozione di queste criticità; coloro che invece ritengono il Ssn, nonostante tutto, ancora sostenibile, pensano evidentemente che possa essere perseguita con efficacia la correzione (di almeno alcune) di queste distorsioni”. La medicina difensiva e i messaggi allarmistici dei media incidono per un voto pari a 7,7.Appare larga la convergenza nel ritenere necessaria una rimodulazione delle funzioni e competenze regionali in materia sanitaria; per il 39% del campione tale rimodulazione potrebbe essere “lieve”; il 43% dei medici considera necessario invece un intervento decisamente più incisivo in tale direzione. L’11,9% del campione giudica necessaria addirittura la completa abolizione delle competenze regionali su questa materia.
I medici di medicina generale hanno la consapevolezza che il sistema debba riorganizzarsi e sono su questo disponibili a ridefinire il proprio ruolo e la propria funzione professionale. In questa prospettiva viene ritenuto strategico ed indispensabile (92,4%) che sia la stessa categoria a proporre soluzioni ed ipotesi che siano in equilibrio con le esigenze del sistema ma anche coerenti con la visione che i medici hanno del Ssn.
In ogni caso, tutti i medici (94,1%) ritengono indispensabili, sulle prospettive che riguardano il nostro Ssn, pronunciamenti “forti e chiari” da parte delle diverse compagini politiche impegnate in campagna elettorale, a partire dalla sanità.
La sanità secondo i cittadini
Gli italiani danno un voto insufficiente (5,7) al Ssn, ma il giudizio più severo, e non solo per questo indicatore, arriva dal Sud. Se infatti nel Nord est e nel Nord Ovest il voto è 6,4; nel Centro è 5,3, mentre il giudizio precipita a 4,9 al Sud e nelle Isole. Non solo. "Secondo l’indagine Doxa condotta tra mille cittadini, stratificati per età e area geografica, il 42% degli italiani definisce pessima la qualità delle cure", attribuendogli un voto da 1 a 5, sottolinea la Fimmg, evidenziando che la percentuale sale al 57% al Sud. C'è comunque un 26% che la considera ottima.
Per il 76% degli intervistati la responsabilità dei problemi della sanità è da attribuire alla cattiva politica e alla corruzione mentre per il 57% all’organizzazione del Sistema e per il 29% anche ai cittadini che si approfittano del Sistema sostanzialmente gratuito.
Più della metà dei cittadini (il 53%) pensa che le competenze in materia sanitaria debbano tornare sotto la diretta responsabilità dello Stato. Una percentuale che sale al 73% al Sud e nelle Isole, mentre scende al 38-39% al Nord.
Gli italiani si esprimono poi nettamente contrari all’introduzione di nuovi ticket: l’86% dice no al ticket per accedere al medico di famiglia, il 76% a quello sul pronto soccorso, l’81% a quello sul ricovero e il 59% sui farmaci, il 52% a quello sulle visite specialistiche e il 60% a quello sugli esami diagnostici.
Nove italiani su 10 (l’89%) pensano, inoltre, che i politici candidati alle prossime elezioni debbano dire con chiarezza come intendono affrontare la riorganizzazione del Ssn.
Per il 39% del campione il primo intervento del nuovo Governo in materia sanitaria dovrebbe riguardare la tutela del diritto fondamentale alla salute; per il 24% il nuovo Esecutivo dovrebbe intervenire sulla cattiva politica e sulla corruzione; per il 20% sull’assistenza e per il 12% sui ticket. Il 61%, infine, crede che debbano essere confermati i principi di universalità e solidarietà su cui si basa il nostro Ssn e il 57% vuole un Sistema sanitario pubblico finanziato dallo Stato.
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