venerdì 2 dicembre 2011

Assobiotec avvia un Tavolo di lavoro sulle biobanche. L’Italia si apra anche agli attori privati


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Assobiotec avvia un Tavolo di lavoro sulle biobanche. L’Italia si apra anche agli attori privatiÈ in crescita in Italia il numero delle future mamme che decidono di conservare le cellule staminali contenute nel sangue del cordone ombelicale del proprio bambino: trentamila fra il 2005 e il 2010. Resta intricata, però, la normativa che regolamenta la loro conservazione. Per rappresentare la posizione delle biobanche private, Assobiotec ha di recente avviato un Tavolo di lavoro focalizzato proprio sul tema della conservazione dei cordoni ombelicali. A farne parte attori importanti quali Future Health, Cryo Save, Biotechsol e Innovastem.
Ma andiamo con ordine e cerchiamo innanzitutto di capirne un po’ di più di questa complicata materia: la rete nazionale di banche per la conservazione di sangue cordonale è stata istituita con decreto ministeriale del 18 novembre 2009. Grazie al decreto vengono individuate le banche autorizzate dalle Regioni a far parte della rete, l’organismo nazionale di coordinamento e controllo scientifico della stessa (identificato con il Centro nazionale sangue) e le tipologie di conservazione consentite nel territorio nazionale, in strutture pubbliche ad hoc e con oneri a carico del servizio sanitario nazionale. In particolare, in Italia è consentita la conservazione di cellule staminali da cordone per uso allogenico, cioè in favore di persone diverse da quelle da cui le cellule sono prelevate, a fini solidaristici; la conservazione di sangue da cordone ombelicale per uso dedicato al neonato con patologia in atto al momento della nascita o evidenziata in epoca prenatale, o per uso dedicato a consanguineo con patologia in atto al momento della raccolta o pregressa, per la quale risulti appropriato l'utilizzo di cellule staminali da sangue cordonale, previa presentazione di motivata documentazione clinico-sanitaria; la conservazione per uso dedicato nel caso di famiglie a rischio di avere figli affetti da malattie geneticamente determinate per le quali risulti appropriato l'utilizzo di tali cellule, previa presentazione di motivata documentazione clinico sanitaria rilasciata da un medico specialista nel relativo ambito clinico. La conservazione autologa, essendo vietata, avviene in banche private all’estero. Un privato autorizzato e convenzionato da normative europee può così operare in Germania o in Gran Bretagna, persino a San Marino, ma non in Italia. 
“Il servizio pubblico italiano – sostengono gli addetti ai lavori – deve rendersi conto che il problema da risolvere non gravita attorno alle banche private; il vero problema è l’enorme spreco di cordoni”. 
Secondo quanto pubblicato di recente da Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori) Salute, il 95% di cordoni viene buttato tra i rifiuti biologici. Mentre sono circa diecimila i cordoni ombelicali italiani conservati in biobanche private estere. Più o meno la metà di quelli conservati in banche pubbliche nazionali (intorno alle ventimila unità, contro un fabbisogno di ottantamila). 
“Forse il motivo – sottolineano gli stessi addetti ai lavori – risiede proprio nella scarsissima capacità fino ad oggi dimostrata dal sistema pubblico di convivere e collaborare con quello privato, cosa che avviene in quasi tutti gli altri stati del mondo che vogliono investire nella medicina rigenerativa”. 
Il sangue del cordone ombelicale è un patrimonio biologico prezioso che non andrebbe sprecato. Le cellule staminali estratte sono utilissime nella cura di molte patologie (più di 80), oltre che per ricostruire tessuti e organi danneggiati. In più studi clinici, già in corso sull'uomo, le staminali cordonali hanno dimostrato di avere altre utilità, come ad esempio nel diabete di tipo 1 e anche nella paralisi cerebrale infantile, una sorta di sindrome che colpisce circa un bambino su 500. 
Il fenomeno biobanche - annoverato dalla prestigiosa rivista “Time” nel 2009 tra le dieci idee in grado di cambiare il mondo – sta cambiando il modo di fare ricerca e l’approccio alla cura, schiudendo orizzonti concreti alla “medicina personalizzata”.
“L’Italia non ha tempo da perdere – dichiara Leonardo Vingiani, direttore di Assobiotec. È doveroso investire per una presenza pubblica nel settore, senza discriminare i privati. In questo modo si finisce solo con l’incoraggiare il processo di esportazione dei cordoni ombelicali. Assobiotec vuole contribuire a un confronto non ideologico su un tema tanto importante, ed è per questo motivo che abbiamo costituito un Gruppo di lavoro sulle biobanche, con un focus particolare sulla conservazione dei cordoni ombelicali, di cui fanno già parte non solo aziende multinazionali con una presenza commerciale in Italia ma anche aziende italiane costrette ad aprire all’estero le proprie biobanche”



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Addio pubblicità ingannevole per lo stoccaggio del sangue cordonale?




Silvia Tolve
L’Antitrust preserva le mamme dalla pubblicità ingannevole per l’inutile stoccaggio privato a fine di lucro del sangue del cordone ombelicale (SCO). Contestata a sei banche private la pubblicità presente su siti internet. Ma di pubblicità ingannevole ce n’è ancora tanta, basta fare un salto nel web. Dello SCO e dell’inutile business legato alla sua conservazione ne avevamo già parlato lo scorso marzo, quando il comitato italo-francese per il buon uso dello SCO si presentava in audizione a Bruxelles, per chiedere al parlamento europeo regole certe sulle attività di raccolta, trasporto, conservazione e rilascio delle unità di sangue cordonale. Con immenso piacere, ci rioccupiamo oggi di questa tematica, per rendere nota la recente decisione dell’Agenzia Garante della Concorrenza e del Mercato di contestare la pubblicità ingannevole diffusa dalle banche private estere, via intermediari presenti sul territorio italiano, soprattutto attraverso il web. La federazione italiana ADOCES (Associazione Donatori Cellule Staminali), si era rivolta all’Antitrust più di un anno fa per sollecitare un controllo sui contenuti di portali e volantini delle banche private. In seguito, il presidente della suddetta federazione, Licinio Contu, ha presentato lo scorso agosto un rapporto in cui ribadiva il bisogno di tutelare le mamme dalla falsa e inutile promessa di poter "assicurare biologicamente i propri figli". Contu, genetista di fama internazionale, ribadisce attraverso la pubblicazione del rapporto: "Per convincere i genitori a consegnare loro il sangue del cordone dei figli per una conservazione personale, le banche private si servono di strategie che consistono nel cambiare o camuffare l’oggetto della controversia, cosicché possa apparire interessante ed accettabile una proposta altrimenti insostenibile. Ricordiamo, ancora una volta, che l’oggetto del contendere tra pubblico e privato è la conservazione a lungo termine del sangue del cordone di neonati sani per eventuali futuri usi terapeutici autologhi. Tale opzione è offerta dalle banche private estere (in Italia è vietato dalla legge) e dalle loro agenzie di intermediazione. E’ invece ritenuta una scelta infondata e inutile, che deve essere sconsigliata, dalle Istituzioni, dalla Rete delle banche pubbliche, dalle Associazioni di volontariato, e dai Centri trapianto che operano in Italia. Le altre tipologie di raccolta e di conservazione del sangue cordonale che sono utili ai malati sono tutte ammesse ed erogate gratuitamente, come Livelli Essenziali di Assistenza, nelle strutture accreditate del Sistema Sanitario Nazionale"............


ORSO CASTANO: utile o non utile il sangue del cordone ombelicale? solo un business? difficile prendere posizioni nette. Le cellule staminali del cordone non danno reazioni allergiche alla persona da cui provengono. I problemi certo non finiscono li'. Ma mentre il dibattito si anima forse e' meglio documentarsi e leggere questi due seri articoli






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