sabato 24 dicembre 2011

da Univadis , rivista on line x medici, stralcioCapua, rischio supervirus da uomo a uomo ma ceppo non e' in circolazione


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Roma, 22 dic. (Adnkronos Salute) - "Gli scienziati olandesi e americani hanno confermato il rischio del virus dell'aviaria per la sua trasmissibilità da uomo a uomo. Ma dobbiamo chiarire che è un lavoro svolto in laboratorio e i ceppi oggi in circolazione non sono di questo tipo. Infatti il pericolo è dovuto ad una catena di mutazioni del genoma molto difficili da verificarsi in natura". Ad affermarlo all'Adnkronos Salute è Ilaria Capua, virologa dell'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie di Legnaro (Padova). "Sull'aviaria si è detto molto - prosegue l'esperta - ma non dobbiamo abbassare la guardia perchè ci sono ancora 5 Paesi, in passato erano 40, dove il virus è ancora endemico. E se smettiamo di studiarlo - avverte - potremmo ritrovarci un giorno sprovvisti di un vaccino per contrastarne la pericolosità"......... Ilaria Capua è stata l'antesignana delle battaglie per la trasparenza dei dati, sfidando il sistema e depositando la sequenza genetica del primo ceppo africano di influenza H5N1 in GenBank, un database 'open access', e non in un database ad accesso limitato. Oggi, a distanza di cinque anni dalla scelta fatta dalla Capua di battersi per l'accesso non vincolato ai dati degli studi, l'Oms, la Fao e l'Oie, promuovono e sostengono meccanismi di condivisione più efficienti e con un approccio interdisciplinare."I
orso castano : malattie dimenticate e ricercatori che dell'open access ne fanno una bandiera . Che dire : Brava  la IlariaGapua, c'e' ne fossero tanti cosi'............e bravi anche l'OMS, La FAO , l'OIE , la loro startegia e' apprezzabilissima, peccato che in Italia e' poco pubblicizzata. Del resto l'Italia e' il paese delle lobby infinite Chissa che ne pensa iil Ministro della  Sanita', Balduzzi , ma non c'e' traccia di questa notizia sul sito :  http://www.salute.gov.it/ 
Sulla decisone delle autorità americane che hanno invitato le riviste scientifiche 'Nature' e 'Science' a non pubblicare troppi dettagli del supervirus dell'aviaria messo a punto in un laboratorio olandese e in uno americano, la Capua chiarisce che ''esiste una terza via ragionevole tra quella delle istituzioni di controllo e gli scienziati. Ovvero - spiega - garantire le informazioni su queste nuove scoperte solo a colleghi accreditati per poterle approfondire e studiare". l lavoro svolto dal mio team dell'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie dimostra che in Italia si possono raggiungere livelli di eccellenza riconosciuti. Nel 2000 - sottolinea l'esperta - abbiamo sviluppato la prima strategia di vaccinazione per l'influenza aviaria, che ha permesso di controllare la malattia e nel contempo di mantenere le esportazioni. Questa strategia è oggi raccomandata dalle principali organizzazioni internazionali ed è inclusa nella legislazione europea".

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