giovedì 1 dicembre 2011

Da Cimo campagna su boom disagio medici, depenalizzare colpada Univadis

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Roma, 30 nov. (Adnkronos Salute) - I medici italiani "vivono un profondo disagio" per le condizioni di lavoro sempre più difficili, stretti tra continua richiesta di sacrifici economici, carichi di lavoro accresciuti, burocrazia, attenzione concentrata sui budget. E, soprattutto, per "l'esplosione" del contenzioso medico "grazie anche alle campagne realizzate da team di avvocati che invitano e facilitano la denuncia". Un fenomeno su cui è necessario intervenire: migliorando la prevenzione del rischio, facilitando i risarcimenti veloci ed extragiudiziali ai cittadini, e soprattutto "depenalizzando la colpa medica, con regole giuste che tutelino sia i pazienti, sia i camici bianchi". E' la ricetta indicata da Riccardo Cassi, presidente della Cimo Asmd, che ha presentato questa mattina a Roma la campagna di informazione del sindacato sulla professione e la depenalizzazione della colpa medica: 'Il medico opera per curare non per nuocere'. Un video, trasmesso sul web - sui siti del sindacato, Youtube, altri canali online e in diverse iniziative pubbliche sul territorio nazionale - sintetizza le difficoltà dei professionisti costretti a dover scegliere tra medicina difensiva o di qualità. Ogni anno, ricorda la Cimo, sono 34 mila le denunce, con iter che durano 10 anni e che, nell'80% dei casi, risultano infondate. "Il numero di denunce è cresciuto - spiega Cassi - anche per le spregiudicate campagne di team di avvocati. Ma i numeri sono sottostimati". I dati, infatti, sono quelli forniti dalle assicurazioni. "Ma molte Regioni non hanno polizze - spiega Cassi - quindi le denunce non vengono conteggiate. La Lombardia e la Toscana hanno registri delle denunce. Sarebbe utile che tutte le Regioni ne seguissero l'esempio. Avremmo così un fotografia più precisa del fenomeno con dati pubblici". La campagna della Cimo, oltre alla depenalizzazione della colpa medica, punta a rilanciare la specificità della professione medica, a valorizzare la carriera professionale - "oggi mortificata", dice Cassi - supportare i giovani medici e i precari, chiedere percorsi formativi e valutativi per garantire la qualità delle cure offerte dal professionista in tutto l'arco della carriera.




orso castano : la situazione x certe specialita' sta diventando drammatica. Non ritengo che sia sempre e comunque indispensabile denunciare ne' costruire processi. Molti casi possono e , forse debbono, essere risolti attraverso la nuova istituzione della Conciliazione civile Giudiziaria, con risparmio di tempo e , sopratutto, con individuazione delle strade  per modificare l'assistenza sanitaria e prevenire incidenti, anche involontari. fermo restando che l'incuria o la superficialita' o il non aver preso misure previste dal protocollo, devono essere in qualche modo sanzionate. Ma costruire sempre e comunque l'immagine di un medico pasticcione e disattento e' cosa profondamente ingiusta che non fa bene a nessuno , trattandosi della salute di tutti noi.

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