giovedì 29 dicembre 2011

La storia economica dal punto di vista dell'uomo del Rinascimento

I capolavori dei Maestri del Rinascimento (Botticelli, Beato Angelico, Piero del Pollaiolo, i Della Robbi...a, Lorenzo di Credi) illustrano come il fiorire del moderno sistema bancario sia stato parallelo alla maggiore stagione artistica del mondo occidentale.La mostra “Denaro e Bellezza. I banchieri, Botticelli e il rogo delle vanità” racconta proprio la storia dell’invenzione del sistema bancario moderno e del progresso economico cui ha dato origine, ricostruendo la vita e l’economia europea dal Medioevo al Rinascimento. Le vicende economiche e quelle dell’arte si vanno ad intrecciare, sullo sfondo di mutamenti religiosi e sconvolgimenti politici dell’epoca....... il persistente conflitto tra valori spirituali ed economici. Il mecenate e il banchiere, le case regnanti e gli artisti: figure in stretto rapporto tra loro, tutte messe in evidenza per il loro ruolo.
E’ un viaggio alla radice del potere fiorentino in Europa, di quei meccanismi economici che permisero ai fiorentini di dominare il mondo degli scambi commerciali e, di conseguenza, di finanziare il Rinascimento e la fioritura dell’arte......


da Wikipedia (aiutiamola), stralcio :

La libertà di arricchirsi, http://it.wikipedia.org/wiki/Capitalismo_rinascimentale_nordeuropeo

Fino al 1400 il grande commercio e le grandi banche non esistevano a nord dell'Italia. Erano icapitalisti di alcune potenti famiglie italiane che dominavano il mercato degli affari e influenzavano la politica di principi e sovrani.

Le cose cominciano a cambiare dalla seconda metà del XV secolo, quando compaiono nelle Fiandre, in Francia, in Inghilterra, nelle città della Germania meridionale degli "uomini nuovi" che hanno a disposizione un capitale di dubbia provenienza che vogliono investire per arricchirsi.Essi non sono i discendenti di ricche famiglie che hanno accumulato ricchezze ma uomini che hanno nuove risorse: la loro intelligenza e spregiudicatezza.
Del Rinascimento che dall'Italia si sta diffondendo in Europa, essi colgono il valore preminente: la"libertà naturale" dell'uomo ormai affrancato dai lacci della religione, dell'uomo consapevole della sua "modernità", che vive in una dimensione non più verticale medioevale, ma orizzontale: nella natura che si offre loro come terreno di nuove scoperte, conquiste, viaggi oltre le colonne d'Ercole.Essi vorrebbero impiantare le loro manifatture là dov'è il centro dei commerci, della produzione: nelle città dove prosperano invece i borghesi trincerati nelle arti, nelle corporazioni di mestiere che stabiliscono salari fissati per legge, la qualità della produzione, le regole degli scambi.
I nuovi venuti vogliono produrre come a loro piace, in nome della "libertà vera", com'essi dicono, non la libertà regolamentata da mille lacci destinata a mantenere i privilegi dei borghesi.Questi intrusi, che vogliono rompere il monopolio delle arti, saranno quindi allontanati dalle città, ma essi non demordono : con i loro capitali industrializzeranno la campagna..............
Il tradimento della borghesia verso se stessa 
Ci si aspetterebbe ormai alla fine del XVI secolo, che la grande borghesia capitalista del nord Europa, sia pronta a gestire direttamente quel potere che lei stessa con le sue ricchezze ha sostenuto e, in parte, condizionato nel corso del '500.La rivoluzione dei prezzi ha indebolito la nobiltà che pure continua a godere di privilegi non più giustificabili: da classe politica che svolgeva in passato una funzione sociale, ora è soltanto una parassita della società attiva, è divenuta un ordine privilegiato ormai pronto per essere abbattuto.
"Il borghese gentiluomo" (1670) commedia del teatro satirico di Molière
Ma, in vero, la borghesia ha sempre avuto un complesso d'inferiorità per quell' arrogante classe che disprezzava le vili attività plebee che pure le procuravano il denaro per quel lusso che pretedeva, per nascita, di godere.
La borghesia, che pure avrebbe tutte le qualità di buon senso e di spirito pratico per esercitare la gestione diretta del potere, dovrà compiere ancora un cammino lungo un secolo per conquistarlo.
Frattanto il borghese andrà alla ricerca di titoli che nobilitino lui e le sue ricchezze. Acquisterà nella Francia di Richelieucariche pubbliche e onori. Acquisterà feudi e un blasone dai nobili spiantati.
Commedie teatrali della fine del '600 continueranno a rappresentare sulla scena le manie di prosperosi borghesi che pur abili e intelligenti nel condurre i loro affari perdono la testa, rendendosi ridicoli, per imparentarsi con disgraziate e decrepite famiglie nobiliari.
La borghesia europea non ha ancora il coraggio di governare in prima persona: tradisce se stessa, si maschera come classe nobiliare Il potere appartiene per diritto e per grazia di Dio alla nobiltà di sangue.
Solo nell'Inghilterra della Seconda Rivoluzione (1688-1689), con un anticipo di un secolo nei confronti dell'Europa continentale, le forze parlamentari borghesi e puritane, che credono nella sacralità del lavoro e del profitto, metteranno ai margini la nobiltà e assumeranno la gestione diretta della politica e dell'economia di una nazione ormai avviata alla Rivoluzione industriale, punto d'arrivo di quegli "uomini nuovi" delle manifatture nelle campagne.

orso castano: e' una vera e propria "rivoluzione culturale" quella che opero' il Rinascimento". Di quel periodo ricordiamo prevalentemente i capolavori in campo artistico, ma dimentichiamo che nacquero le banche (i Medici prestavano danaro) ed era inevitabile che queste rivoluzioni economiche non portassero ad una diversa concezione dell'uomo che viene messo al centro , piu' distante dalle regole religiose , ma non per questo privo di una morale o del rispetto di regole sociali. Un periodo, il Rinascimento, da rileggere e studiare, fuori da molti stereotipi che ne hanno impedito una giusta comprensione.

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