01/04/09 par Jan Aengenvoort - Isfahan
Traduction : Alba FortiniIl disegno che Shirin Germez traccia veloce sul tavolino di un bar pieno di fumo ad Esfahan è grande appena come un tovagliolo. È raffigurata una donna nuda che, circondata da minacciose macchie d’inchiostro, lancia uno sguardo rabbioso all’osservatore. L’oscurità circostante ha già invaso la figura della donna, solo un quadrato rosso al centro del corpo, protetto da due mani congiunte, resiste ancora al nero. «Questo non possono togliermelo», dice la giovane attrice toccando il quadrato e spegnendo una sigaretta con l’altra mano. «Ma in questo Paese non posso neanche mostrarlo». La paura per il proprio Governo, che Shirin Germez ha mostrato solo per un attimo ad un viaggiatore straniero, si può respirare in molte città del Paese. Il periodo di riforme del Presidente Khatami (1997-2005) è stato ricco di speranza nel cambiamento, ma dalla vittoria dell’élite conservatrice di Khamenei ed Ahmadinejad la delusione dei giovani istruiti e spesso occidentalisti è aumentata. Alcuni di loro lottano per una società più liberale, come i futuri medici dell’università di Shiraz, che si oppongono alla discriminazione sessuale nelle aule. Ma molti di loro si sono rassegnati, non credono più di poter cambiare questa repubblica.
orso castano : un tempo la mia generazione cantava "e la pioggia che va " dei Rokes, augurandosi che i piccoli spazi di azzurro nel cielo sempre piu' si ingigantissero fino a diventare " azzurro" . Potremmo ricantarla , in questi giorni tristi , insieme ai giovani iraniani.
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