(Ln - Milano) 5 febbraio 2009 , Ogni anno nel mondo si verificano un milione di suicidi. In meno di 20 anni il tasso del suicidio giovanile in Italia è cresciuto del 13%, arrivando ad interessare 76,7 casi su un milione, con un aumento significativo nella fascia 15-19 anni. E' la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali per i giovani maschi tra i 15 e i 24 anni. Dai dati Istat, uniti all'esito della ricerca effettuata nel 2006 in Lombardia, è emerso che, su un campione anonimo di 2.312 studenti delle scuole secondarie superiori, il 12% dei ragazzi intervistati afferma di pensare al suicidio e il 10% di essersi fatto intenzionalmente del male o aver tentato il suicidio. Sono questi alcuni dei drammatici dati emersi oggi nel corso del Simposio internazionale, su "Il suicidio negli adolescenti - Dall'eziopatologia alle strategie di prevenzione". L'incontro, promosso dall'associazione "L'amico Charly Onlus" e ospitato al Palazzo della Regione, è stato organizzato per approfondire il tema del suicidio giovanile e del sostegno al disagio adolescenziale. "Quello che spesso si dimentica - ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, intervenendo in apertura dei lavori insieme a Annamaria Dominici (direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale per la Lombardia), Mariolina Moioli (assessore alla Famiglia, Scuola e Politiche Sociali del Comune di Milano) e Mariagrazia Zanaboni (presidente L'amico Charly Onlus) - è che l'essenza dei giovani è la domanda su se stessi, sulla vita, sul rapporto con gli altri, una domanda che spesso i giovani hanno difficoltà ad esprimere.(clicca x l'amico charly ) L'incomprensione che si verifica tra il mondo dei giovani e degli adulti può avere conseguenze gravi e drammatiche. Per questo occorre uno sforzo per stabilire dei canali di comunicazione". "Il preoccupante fenomeno del disagio giovanile - ha proseguito Formigoni - interpella le famiglie e tutti coloro che sono coinvolti nel percorso educativo dei ragazzi, sulle ragioni che possono portare anche a un atto così grave ed estremo come il suicidio. La verità, infatti, è che il suicidio è un atto che nasce e matura nella solitudine. Di fronte a questa situazione allora è fondamentale recuperare la dimensione educativa, l'unica in grado di affrontare il problema nella sua totalità; l'unica in grado di mostrare ai giovani in difficoltà una visione reale, ovvero positiva, della vita, della propria esistenza". "Compito delle istituzioni - ha detto ancora il presidente - è quello di liberare le energie emergenti dal tessuto sociale, favorendo tutte le espressioni originali del nostro territorio, nell'ottica di una vera sussidiarietà". A questo proposito il presidente ha ricordato alcune delle iniziative sostenute da Regione Lombardia: la realizzazione dell'Officina dei Giovani, uno spazio aperto, un luogo di ascolto e di confronto per gli adolescenti nel cuore di Milano; un progetto sperimentale di accoglienza e accompagnamento, promosso insieme a L'amico Charly e all'Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli, rivolto agli adolescenti che hanno tentato il suicidio ed alle loro famiglie; il sostegno ad azioni di rete per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica, attraverso la legge per la famiglia, ancora oggi unica nel panorama nazionale; la legge per gli oratori e il supporto agli altri luoghi di aggregazione, comprese le strutture sportive. "Ciascuno di noi - è stato l'augurio conclusivo di Formigoni - non si stanchi mai di inseguire i sogni e le speranze della propria giovinezza, perché solo una società che dia spazio a questo impeto ideale può realmente crescere e migliorare. E' necessario accompagnare i giovani alla scoperta della bellezza della vita; una bellezza che non deve cedere di fronte alla fatica e al dolore; una bellezza che non ci dobbiamo mai stancare di testimoniare nella nostra vita di tutti i giorni". (Ln)
alcune riflessioni , certamente incomplete , ma utili:
Che cosa spinge al suicidio i bambini e i giovani? La decisione di suicidarsi è il risultato di molteplici e complessi fattori. Più del 90 per cento dei giovani suicidi soffrivano di almeno un grave disturbo psichiatrico, anche se fra gli adolescenti vittime del suicidio si riscontra un minor numero di psicopatologie. E’ importante sottolineare che mentre la maggior parte dei suicidi presenta una storia di disturbi psichiatrici, un numero limitato di adolescenti con problemi psichiatrici tenta il suicidio. Altri importanti fattori che possono aumentare la tendenza la suicidio sono: Precedenti tentativi di suicidio Concomitanza con l’alcolismo e l’uso di stupefacenti Casi di precedenti suicidi in famiglia Presenza di psicopatologie nei genitori Stato di disperazione Tendenza all’impulsività o all’aggressione Facilità di accesso a strumenti letali come le armi Tendenza al suicidio di membri della famiglia, amici o persone care Precedenti di abuso sessuale o psichico Tendenze omosessuali o lesbicismo (tendenza al suicidio ma non a portarlo a termine) Relazioni difficili fra genitori e figli Stress della vita, in particolare improvvise perdite di relazioni interpersonali, problemi legali o disciplinari Mancanza di coinvolgimento nella vita scolastica o sul lavoro Esistono dei sistemi con i quali i famigliari o gli amici possono individuare i giovani soggetti a rischio? Sì, si può insegnare a scoprire i segni premonitori della predisposizione al suicidio. Alcuni dei comportamenti più significativi sono stati elencati nel precedente paragrafo. Il fattore più determinante è la forte tendenza al suicidio di per se stessa, sia sotto forma di idealizzazione del suicidio sia come recente tentativo di suicidio. Altre segni premonitori sono:
Cambiamento nelle abitudini alimentari o nel ritmo del sonno Allontanamento dagli amici, dalla famiglia e dalle normali attività Azioni violente, comportamenti di ribellione, tendenza a fuggire Uso di alcol e droghe Scarsa cura della propria persona Significativo cambiamento nella personalità Persistente stato di noia, difficoltà di concentrazione, diminuzione della resa a scuola o sul lavoro Continue lamentele di disturbi, come mal di pancia, mal di testa, fatica ecc., spesso legate ad emozioni. Perdita di interesse nelle attività di svago Insofferenza nei confronti di elogi o riconoscimenti Per gli adolescenti già sottoposti a cure psichiatriche, una sensibilizzazione ai problemi psichiatrici dei famigliari può risultare efficace per aiutare i famigliari a meglio comprendere i problemi dei loro giovani. Lo scopo di tale sensibilizzazione è di migliorare l’accettazione delle cure, instaurare un rapporto con i genitori in modo da consentire loro di tenere sotto osservazione i pazienti con particolare riguardo a cogliere i sintomi ricorrenti, e aiutare i famigliari ad imparare come comportarsi con i figli e come affrontare le malattie della mente. Esistono delle prevenzioni del suicidio? Sì, il suicidio si può prevenire. Come fatto notare più sopra la maggior parte dei suicidi si compie dopo alcuni segali premonitori. Una delle strategie di prevenzione più efficaci è quella di insegnare alle persone come accorgersi e affrontare i segnali premonitori di tendenze suicide aumentando così la tendenza a cercare aiuto dei giovani a rischio. Il controllo dell’esistenza di psicopatologie tra gli adolescenti può essere un modo di identificare soggetti a rischio. Tuttavia poiché la predisposizione al suicidio è soggetta ad alti e bassi i controlli dovranno essere ripetuti nel tempo. La cura di psicopatologie dei genitori può attenuare la tendenza al suicidio nei giovani psicolabili. Uno degli scopi principali della strategia di prevenzione risulta quella di ridurre i fattori di rischio. Le psicopatologie, in particolare i disturbi di personalità, l’asocialità, l’abuso di sostanze, sono fortemente collegati alla predisposizione al suicidio. Innanzitutto bisogna chiarire che questi disturbi della psiche sono tutti curabili, quindi è importante che i disturbi psichiatrici nei giovani vengano prontamente diagnosticati e opportunamente curati. Secondo un recente rilievo, l’individuazione di alcuni fattori di rischio, come precedenti tentati suicidi, l’esistenza di psicopatologie nei giovani o nei loro genitori, la detenzione di armi in casa, può portare ad una significativa riduzione del rischio di suicidio. Se un giovane tenta il suicidio come si deve intervenire? Sfortunatamente si conosce ben poco sui sistemi di cura da applicare ai giovani. Tuttavia alla base dei tentati suicidi dei giovani vi è uno stato di depressione, quindi la terapia cognitivo-comportamentale e le terapie di gruppo risultano tutte efficaci per curare la depressione. Resta il fatto che, poiché chi si è effettivamente suicidato non rientra nella casistica delle cure prese in considerazione, non ne conosciamo in effetti l’efficacia. Si è tentato di affrontare in modi differenti i tentati suicidi nei giovani. E’ importante notare che nessuna delle cure ha dimostrato l’efficacia nel ridurre la tendenza al suicidio fra i pazienti. Le differenti modalità di cura hanno tuttavia portato alcuni benefici nei giovani a rischio. Per esempio il gestire la situazione ha dimostrato di migliorare l’adesione ai trattamenti di cura e ridurre il ricorso al pronto soccorso.
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