domenica 16 settembre 2012

Alzheimer. Come diagnosticarlo precocemente con le reti neurali artificiali


L’Alzheimer è stato riconosciuto dal Consiglio dei Ministri dell’Unione una “priorità europea”. Patologia neurodegenerativa complessa e multifattoriale, la sua diagnosi risulta difficile anche al clinico più esperto. In tale ottica, il volume intende portare all’attenzione non solo dei clinici, ma anche dei non addetti ai lavori, le nuove acquisizioni della ricerca scientifica, illustrando in particolare le potenzialità dell’utilizzo delle Reti neurali artificiali nel contesto della diagnosi precoce dell’Alzheimer.
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Presentazione del volume

L'Alzheimer è la principale causa di demenza. Nel mondo colpisce 18 milioni di persone, destinate a superare i 34 milioni nell'anno 2025, secondo le stime dell'Organizzazione mondiale della sanità.
Il 26 settembre 2008 questa malattia neurodegenerativa è stata riconosciuta dal Consiglio dei Ministri dell'Unione una "priorità europea". Patologia complessa e multifattoriale, la sua diagnosi risulta difficile anche al clinico più esperto, tanto che nessun tipo di indagine in vita risulta al momento capace di discriminare "con assoluta certezza" fra invecchiamento fisiologico del cervello, Alzheimer e altre forme di demenza. I trattamenti oggi disponibili, spesso somministrati in fase avanzata di decorso di malattia, sono pressoché sintomatici. È per questo che si rende strettamente necessario mettere a punto strumenti per la diagnosi precoce della malattia, in modo da poterla individuare sin dalle fasi precliniche e predemenziali della sua evoluzione.
In tale ottica, questo libro intende portare all'attenzione non solo degli esperti, ma anche dei non addetti ai lavori, le nuove acquisizioni della ricerca in materia di biomarcatori candidati promettenti - misurabili attraverso neuroimaging strutturale e funzionale, elettroencefalografia, liquido cerebrospinale e sangue, test genetici, profilo neuropsicologico -, modelli computazionali dell'Alzheimer, tecniche innovative di analisi non lineare dei dati ottenibili in sede di screening; illustrando in particolare le potenzialità dell'utilizzo delle reti neurali artificiali nel contesto della diagnosi precoce dei disturbi cognitivi dell'invecchiamento.

Marco Mozzoni, laureato in Filosofia alla Statale di Milano e in Neuropsicologia a Pavia con una tesi in neurogeriatria, è iscritto all'Ordine dei giornalisti e all'Ordine degli psicologi. È direttore diBrainFactor, testata scientifica italiana dedicata alla ricerca sul cervello e alle neuroscienze. Suoi principali interessi di ricerca: invecchiamento cerebrale e malattie neurodegenerative, patologie compulsive e nuove dipendenze, potenziamento cognitivo. Svolge attività clinica a Milano e a Pavia. www.marcomozzoni.it

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