domenica 30 settembre 2012

Crisi dei partiti



orso castano: la crisi dei partiti politici della 2° repubblica ha fatto scivolare pesantemente i partiti politici verso la corruzione ed il clientelismo piu' sfacciato; Mani pulite ha paradossalmente accentuato e non risanato l'affarismo in politica, trasformando l'affiliazione ad un partito in affiliazione a gruppi di potere per ottenere soldi e posizioni di privilegio. La collusione "diretta" Stato-Mafia ha perfezionato quresto sistema che sta pericolosamenyte sbandando ed implodendo. Sono ancora troppo poche le analisi e , sopratutto, gli interventi che mostrano come il "modello di collusione mafia-politica stia condizionando l'etica politica. Il localismo, da questo punto di vista e' solo una copertura ideologica che giustifica pessimamente la totale assenza di Ideali e di Etica.


 Giovedì, 07 Giugno 2012,.di Pietro Adami...................(clicca x art.)...Lo scivolamento del nostro Paese sul crinale del nuovo modello di (non) partecipazione, inizia, secondo Gallo, con la crisi del partito politico “da strumento per la partecipazione dei cittadini alla vita politica a struttura di potere autoreferenziale”.  Nei primi anni ’90 i partiti avviano una procedura di autodifesa, attraverso maggioritario (in cui il candidato unico è scelto dal partito) e liste bloccate, puntando ad un bipolarismo coatto e soprattutto ad un modello cooptativo della classe dirigente. 
Non si può non concordare.  La crisi della democrazia attuale ha le radici in quegli anni, ed è senz’altro crisi della forma partito. I partiti, come la Roma dei tardo impero, ai primi soffi delle invasioni barbariche,  all’inizio degli anni novanta, iniziano la costruzione di una nuova cerchia di mura intorno al loro potere..............La seconda vittima di questo rimescolamento (dopo la politica stessa) è stato il partito.  Prima del crinale de l989/91 se si chiedeva cosa fosse il partito, la risposta era: “il partito è l’associazione di tutti coloro che hanno il mio stesso modello di trasformazione della società,  il partito siamo noi che  condividiamo stessi  ideali e stessa pratica politica”.
Oggi, posta la stessa domanda, molti potrebbero, ragionevolmente, rispondere:  “il partito è quell’Ente che nomina  il direttore dell’ ufficio postale” .     
La crisi del militante è testimonianza di questo. Se non sono qui per trasformare la società, pensa il militante, ci sono perché questo è un lavoro e mi dà da vivere.  Il militante diventa funzionario e perde il senso spirituale del suo impegno. 
Si è passati da una appartenenza politico-partitica necessaria, imprescindibile, che definiva se stessi nel mondo e con gli altri,  ad una eventuale, accidentale. D’altra parte a fini meramente postali, non è escluso che un monarchico possa valere quanto un mastelliano................Ad ogni modo il processo di chiusura si pone in movimento  “ con il paradosso”secondo Gallo  “che tutti i rappresentanti del popolo, sia nelle elezioni del 2006, che in quelle del 2008 sono stati nominati dai dirigenti dei partiti…col nuovo sistema elettorale i nomi dei candidati sono perfino scomparsi dalla scheda elettorale con la conseguenza che le scelte dei candidati operate dai capi dei partiti non possono in alcun modo essere censurate, sconfessate o corrette dal corpo elettorale” e  “gli eletti , più che rappresentanti del popolo, sono-anche in senso tecnico- dei delegati di partito, anzi, del capo politico che li ha nominati”.
In sintesi. L’ipotesi sul tavolo era quella di un bi-partitismo, in cui i due partiti hanno il medesimo modello di società ..........Quando viene meno, in un’organizzazione, l’idea comune (quale che sia), l’ente diventa una semplice ‘cordata’. Né può dirsi che i due Contenitori siano espressioni di lobby contrapposte. In effetti appaiono espressione delle medesime lobby, prudentemente presenti in entrambi gli schieramenti. 
Quindi Contenitori - Partito come parte dello Stato, nel modello che è proprio dei regimi autoritari, dove il partito è sostanzialmente un ente pubblico, una sorta di pro-loco, riservata a  coloro che intendono progredire nella carriera pubblica..............Pino Ferraris (Trasformazione del sistema dei partiti e democratizzazione della  vita politica): 
assistiamo ad una  trasformazione radicale della carriera politica: la struttura portante del partito non è più costituita dall’apparato burocratico. Nel partito burocratico di massa la militanza e l’apparato configuravano  un partito in un certo senso extraparlamentare il quale inviava proprie delegazioni in parlamento  e nelle istituzioni. Ora la politica si professionalizza nella forma di un curriculum che si svolge attraverso  una successione di accessi ai diversi livelli delle  cariche pubbliche ( consiglieri o assessori o sindaci o governatori negli enti locali,  parlamento nazionale, parlamento europeo, cariche pubbliche non elettive in enti ). Le strutture di coordinamento verso il basso  derivano sempre più dai detentori delle cariche pubbliche (staff, distribuzione degli impieghi, consulenze, clientele …). L’ufficio centrale cui faceva capo la vecchia macchina burocratica perde potere autonomo e tende a convergere con il partito delle cariche pubbliche.
Questa progressiva convergenza  rende strutturale la coincidenza tra cariche di partito e cariche pubbliche. In questo modo si insidia il principio di rappresentanza e si inquina il rapporto tra sfera pubblica e sfera privata.
Infine come conseguenza di questi processi si realizza non solo il partito personale ma la personalizzazione diffusa  dei ruoli politici. La nuova figura del politico di professione diventa una sorta di  imprenditore politico di se stesso, il quale utilizza le risorse pubbliche di cui dispone ai fini della continuità e della ascesa della sua carriera personale. Questa tendenza viene poi esasperata (per usare termini weberiani) dalla dissociazione tra il vivere di politica (trarre dalla politica un reddito personale e uno status sociale) e il vivere per la politica ( la politica come dedizione ad una causa).
La centralità  del “vivere di politica”, nel caso italiano, viene accentuata dallo scandaloso cumulo di privilegi economici e sociali, di reddito e di status, legato alle cariche pubbliche. Qui la quantità  modifica la qualità della politica: la corrompe nell’interno e ne devasta l’immagine esterna. Appare nell’immaginario collettivo la “casta”. 
Si è quindi costituito un sistema feudale.
Il cacicco locale dispone di un pacchetto di voti e di tessere....................

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