martedì 25 settembre 2012

L’Onu, un «gigante ingabbiato» di Umberto De Giovannangeli

orso castano : i discorsi di Obama all'ONU rfischiano di essere solo belle parole....purtroppo , con buona pace ...per la pace nel mondo.



Di Umberto De Giovannangeli
25 settembre 2012

Riflettori accesi sul Gigante dai piedi di vetro. Ovvero: radiografia del più rappresentativo organismo internazionale: le Nazioni Unite. L’apertura, oggi, della 67ma Assemblea Generale - 165 delegazioni, di cui 120 guidate da Capi di Stato o di governo - è anche l’occasione per guardare dal di dentro l’Onu, il suo funzionamento, le sue potenzialità. La cosa che emerge con maggiore nettezza è la discrasia tra finalità e strumenti di attuazione. Gli scopi dell’Organizzazione sono numerosissimi, come appare dall'elencazione all'articolo 1 della Carta e dall'articolo 2 par.7, in base al quale le Nazioni Unite incontrano un limite funzionale solo nelle questioni «che appartengono essenzialmente alla competenza interna di uno Stato». 
Si possono, comunque, individuare tre grandi settori di competenza: il mantenimento della pace; lo sviluppo delle relazioni amichevoli tra gli Stati «fondate sul rispetto del principio dell'uguaglianza dei diritti e dell'autodeterminazione dei popoli» e la collaborazione in campo economico, sociale, culturale ed umanitario. Al riguardo, uno degli obiettivi delle Nazioni Unite è la promozione di alti livelli di vita, la piena occupazione e la realizzazione di un progresso sociale ed economico sostenibile; a ciò è stato tributato il 70% del lavoro del sistema dell’Onu (che ha programmi ed agenzie specializzate rivolti alla cooperazione con i paesi in via di sviluppo quali l'Undp, l'Unv, la Fao, l'Unicef, il Pam, ecc.) ........... All’ampiezza dei fini dell'Organizzazione non corrispondono, però, dei poteri vincolanti nei confronti degli Stati membri: l'attività principale dell’Onu è costituita, infatti, dalla emanazione di raccomandazioni e dalla predisposizione di progetti di convenzioni. 

Ciò vale soprattutto per l’Assemblea Generale, che non è un'assemblea di tipo legislativo quanto piuttosto un foro in cui si discute, sia pure ad alto livello, di tutte le questioni rientranti negli scopi dell'Organizzazione. .......
Le decisioni vincolanti del Consiglio di Sicurezza sono quelle previste da talune disposizioni del capitolo VII della Carta (art. 39 e seguenti) intitolato «Azioni rispetto alle minacce alla pace, alle violazioni della pace ed agli atti di aggressione». Il nucleo centrale è costituito dagli art. 41 e 42 riguardanti rispettivamente le misure non implicanti ed implicanti l'uso della forza contro uno stato che abbia anche soltanto minacciato la pace. Secondo l’art. 42 il Consiglio può intraprendere azioni di tipo bellico contro uno Stato, colpevole di aggressione, o all'interno di uno Stato, intervenendo in una guerra civile. Il ricorso all'uso della forza parte del Consiglio è chiaramente da considerarsi come un’azione di polizia internazionale. L’art. 41 postula che il Consiglio decida quali misure non implicanti l'uso della forza armata debbano essere adottate dagli Stati membri contro uno Stato che minacci o abbia violato la pace, ed indica, tra siffatte misure, l’interruzione totale o parziale delle relazioni economiche e delle comunicazioni ferroviarie, marittime, aere, postali, telegrafiche, radio ed altre, e la rottura delle relazioni diplomatiche. «Agli ideali che innervano l’Onu - riflette Umberto Allegretti, docente al Dipartimento Diritto Pubblico all’Università di Firenze - hanno corrisposto, nella concreta strutturazione data all’Organizzazione, carenze gravi e paradossali contraddizioni. Le maggiori sono legate non solo all’imposizione, attraverso il diritto di veto dei cinque grandi Paesi vincitori della guerra mondiale, della supremazia di questi Paesi sugli altri; e non solo all’affidamento della rappre sentanza degli Stati unicamente ai governi, con scarso senso della necessaria democratizzazione dei processi internazionali. 
Ma anche - aggiunge lo studioso - all’attribuzione alle Nazioni Unite del potere di usare la forza per la soluzione delle controversie non ricomposte in via pacifica: potere delicato e problematico perché dovrebbe essere affidato a una forza armata mai costituita, e prima di tutto perché la forza dovrebbe normalmente essere resa non necessaria dal previdente impiego di una serie di strumenti pacifici di composizione delle controversie, a sua volta laborioso e complesso». È il grande tema della cessione di parte di sovranità nazionale ad organismi sovranazionali: cessione di politiche, di risorse, di potere. Per rendere meno di «vetro» i piedi del Gigante-Onu.

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