domenica 23 settembre 2012

orso castano : ha ragione la CGIL, gia' da molti e molti anni i Distretti avrebbero potuto riorganizzare in rete e senza sprechi o doppioni la rete territoriale dei servizi. Ma non e' stato fatto se non in poche situazioni. I responsabili di Distretto sono nominati direttamente dal Direttore Generale ed eseguono pedissequamente, senza autonomia, quello che costoro dicono.Quindi, in ultima analisi la responsabilita' degli sprechi, dei doppioni, delle disfunzioni organizzative , della malasanita' (quanti laboratori accreditati esistono che fanno le stesse analisi degli ospedali o dei  poliambulatori pubblici?) deriva del massiccio clientelismo pubblico-privato che oggi esiste , dal  disimpegno dei  Direttori Generali delle ASL su questo terreno.

univadis

Cgil, creare centri aperti h24 con figura unica medico cure primarie
Roma, 20 set. (Adnkronos Salute) - Gli interventi normativi sulla medicina generale vanno corretti per rendere davvero realizzabile l'organizzazione dell'assistenza sanitaria h24. Innanzitutto, con l'abolizione della guardia medica (12 mila in Italia) per creare un'unica figura del 'medico delle cure primarie' e intervenendo sul numero massimo di assistiti per ciascun 'camice bianco' (da 1500 a 1000). E, infine, cassando la norma del decreto Balduzzi che permette di appaltare l'assistenza h24 agli studi dei medici convenzionati. Con questa proposta, presentata oggi a Roma, la Cgil risponde al "clamoroso bluff sull'assistenza sanitaria territoriale h24" contenuto nel decreto Balduzzi, in questi giorni all'esame della commissione Affari sociali della Camera per la conversione in legge.
Per la Cgil il cuore della sua proposta consiste nel "creare nei distretti Asl veri Centri sociosanitari aperti 24 ore su 24, con assistenza medica e infermieristica e con capacità di offrire anche un primo soccorso per codici bianchi e verdi". Il tutto sulla falsariga di esperienze già in atto o che stanno per essere attivate in alcune Regioni (Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Veneto).
Secondo il sindacato, "nonostante il clamore mediatico", all'interno del provvedimento voluto dal ministro della Salute "non c'è nessuna innovazione. Il decreto si limita a ribadire norme già esistenti e, dove cambia, addirittura prefigura un 'disimpegno' del servizio pubblico nelle cure primarie (appunto con il 'budget/appalto')". "Non c'è l'intenzione di creare una vera assistenza h24 - ha detto Vera Lamonica della segreteria confederale Cgil - perchè quello che ha fatto il Governo è stato confermare norme che già esistevano senza dare tempi certi per la loro applicazione e senza renderle vincolanti". Lo sviluppo dell'assistenza socio sanitaria distrettuale 'h 24', invece "è la chiave di volta per riorganizzare davvero il Ssn e fare spending review, perchè ancora possono esserci ancora margini di risparmio e di eliminazione degli sprechi".
Il clou della proposta è dunque la creazione nel distretto di Centri socio sanitari aperti 24 ore. I medici di medicina generale devono essere associati e assicurare a rotazione la presenza nel centro; la continuità assistenziale, oltre che nei loro studi durante il giorno (ore 8-20) e con le prestazioni domiciliari, va assicurata in questi centri h24. E serve il coinvolgimento di tutti gli altri professionisti delle cure primarie: specialisti ambulatoriali, infermieri, ostetriche, psicologi, figure amministrative e l'integrazione con gli operatori dei servizi sociali dei Comuni. Oggi - assicura la Cgil - tutto questo è possibile grazie anche allo sviluppo delle tecnologie e dell'informatica che può consentire la diffusione dei servizi nel territorio senza alcuna dispersione.
In concreto l'argomento, che è materia concorrente tra Stato e Regioni, per il sindacato "va risolto con un'intesa Stato-Regioni - ha evidenziato Stefano Cecconi, responsabile Politiche della salute della Cgil - e quindi affrontato tra le priorità del nuovo Patto per la Salute. Noi pensiamo si possa fare entro il 2012. La legge permette già l'organizzazione dell'assistenza territoriale h 24 anche per le cure primarie. Ora queste norme vanno rese vincolanti. Anche per questo, si deve esplicitare che l'Accordo di medicina generale (la convenzione) deve essere strumento attuativo che deriva dalla programmazione pubblica nazionale e regionale per garantire i Lea". Alcune innovazioni e precisazioni, "anche se di certo non tutte", secondo la Cgil, "possono essere inserite in sede di conversione in legge del decreto". In sintesi, "tutto questo è realizzabile oggi e non domani - assicura infine Lamonica - con costi inferiori rispetto a quelli del decreto Balduzzi. L'esperienza di alcune Regioni dimostra che si può".

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