martedì 23 dicembre 2014

Afrrica, democrazia, sanita'

orso castano: la correlazione tra assenza di democrazia e sviluppo di epidemie mortali e' nota. L'assenza di democrazia consente alla corruzione di svilupparsi, non consente di investire in infrastrutture sanitarie , non consente la liberta' di pensiero e di critica e, quindi, di liberamente monitorare e diffondere questi dati tra la popolazione per consentirle , laddove e' possibile, di contrastare l'indebolimento dello stato attraverso il voto. E' un dramma in un mondo globalizzato. La velocita' consentita per  far pervenire informazioni, per supportare ideologie terroristiche, e' notevole con gli attuali mezzi di comunicazione. L'attacco, e per i piu' disperati, il raggiungimento della "fortezza Europa" diventa cosi' una metautopica , prima che un  obiettivo terroristico. Ma limitarsi al  puro accoglimento  dei desperados non cambiera' nulla , anzi aggravera'  l'antidemocrazia nelle aree africane (e le tensioni politiche intra-europee) , la cui struttura politica violentemente autoritaria si rafforzera'. L'Europa si sta' chiudendo avvitata in tuttaltri problemi strutturali : inventare un nuovo sistema di welfare che consenta di far fronte alla crisi violenta della manifattura ed alla concorrenza della globalizzazione, concorrenza spesso sleale se non pericolosa. Ma invece di trovare all'interno della sua millenaria cultura l'ispirazione per creare un nuovo welfare l'Europa sembra avviata verso forme di nuovo autoritarismo con , spesso , venature giustizialiste e pietiste. Il concetto di lavoro dovra' essere rielaborato parallelamente alla sperimentazione di un nuovo welfare La democrazia si sta indebolendo, la partecipazione diminuisce, il monitoraggio della corruzione si allenta paurosamente, la trasparenza e' flebile nonostante gli strumenti potenti che abbiamo a disposizione. Occorre lottare e sara' una lotta dura e lunga. Ma non c'e' altra via d'uscita. Anche perche' non si vede come potremmo aiutare l'Africa ad evolversi se non c'e' stabilita' nel governo dell'Europa. Limes , come del resto in moltissime situazioni e' un ottimo e consolidato strumento che ci aiuta a capire la situazione geopolitica. 

Limes

Democrazia negata e crisi economica nei paesi colpiti dall'Ebola

Il 2014 sarà un altro anno da dimenticare per l’Africa occidentale.Qui si è infatti sviluppata la peggior epidemia della storia del virus Ebola. L'epidemia, iniziata a febbraio in Guinea, ha successivamente colpito la Liberia, la Sierra Leone e la Nigeria. A inizio settembre i casi sospetti sono oltre 3 mila, i morti 1.500.
L’area in cui questo micidiale virus sta colpendo ha una storia e una situazione geopolitica fra le più difficili di tutto il continente.
Fra i paesi coinvolti, la Guinea è sicuramente quello con una storia meno complicata. A novembre 2010 le prime vere elezioni hanno consegnato la vittoria ad Alpha Condè, storico oppositore di Lansana Contè che dopo la prigione e l’esilio in Francia è tornato in patria da vincitore. Ma il vecchio combattente per la libertà non si è dimostrato molto diverso dal suo predecessore. La Guinea è rimasta illiberale e naviga in pessime acque a livello economico. Condè ha ignorato per 5 volte l’indicazione della Commissione Elettorale sulla data delle prossime elezioni, che alla fine si terranno nel 2015 - anche se c’è ancora tempo per qualche colpo di scena. Le opposizioni minacciano di non partecipare per il mancato spazio sui media - completamente in mano al presidente - e soprattutto accusano Condè di stare organizzando una milizia privata tra i Malinke, il suo gruppo etnico, per controllare il paese. Lo scontro è totale. Le opposizioni solo l'anno scorso hanno denunciato una cinquantina di morti negli scontri; i morti sarebbero tutti Fulani, etnia di pastori nemica storica dei Malinke e ai margini della società. 
L’arrivo dell’Ebola ha colto di sorpresa la fragile sanità guineanache ne è stata presto sopraffatta. Coprifuochi e appelli del governo sono serviti a poco; i cittadini guineani hanno portato il virus in giro per l’Africa Occidentale anche se gli Stati confinanti hanno da subito cercato di isolare il paese chiudendo le frontiere. Il governo di Condè ha cercato l’aiuto della comunità internazionale e la Croce Rossa e Medici Senza Frontiere sono intervenuti rapidamente. Sono stati abbattuti molti capi di bestiame e si è fatto un censimento delle persone nelle prefetture più duramente colpite, ma non è stato possibile arginare il virus.
Più drammatica la storia della Sierra Leone, sconvolta da anni di guerra civile. Il piccolo paese africano ha conosciuto pochissimi momenti di stabilità e negli anni Novanta la violenza ha raggiunto vette altissime. La causa dello scontro fra il debole governo di Freetown e i ribelli di Sankoh è stato il controllo delle zone minerarie, ricchissime di diamanti; solo l'intervento della Gran Bretagna ha posto fine a 11 anni di massacri (1991-2002). Il presidente liberiano Charles Taylor ebbe un ruolo importante nel conflitto: appoggiò i ribelli del Fronte unito rivoluzionario (Ruf) e saccheggiò con i suoi uomini le ricchezze della Sierra Leone. Per questo è stato condannato a 50 anni di carcere dal Tribunale Penale Internazionale.
Nel 2007 è stato eletto alla presidenza Ernest Bai Koroma(confermato nel 2012), ma fino a quest'anno è stata necessaria la presenza dei caschi blu per garantire la sicurezza. Con la scoperta del petrolio al largo della costa, le prospettive per Freetown sembrano migliorare, anche se l’economia resta di sussistenza e i problemi di convivenza tra i gruppi etnici Mende, Temne e Sherbro non sono stati risolti. Intanto la Cina ha messo gli occhi sul paese: costruirà un aeroporto, un porto e una ferrovia, tutti propedeutici allo sfruttamento delle risorse minerarie della Sierra Leone.
Quando è arrivato l'Ebola, Guinea e Sierra Leone non hanno collaborato per combattere il virus ma si sono addossate reciprocamente la colpa del contagio e hanno preferito chiudersi al mondo. Solo a luglio la Comunità Economica degli Stati dell’Africa dell’Ovest ha messo all’ordine del giorno l’epidemia, ma la cronica mancanza di finanziamenti non ha ancora prodotto niente di concreto a favore delle zone colpite.
Anche la Liberia è stata coinvolta dalla diffusione del virus. Qui la democrazia è tornata solo nel 2005 con l’elezione della prima donna presidente in Africa, l’economista Ellen Johnson Sirleaf, rieletta nel 2012. Il governo della “Signora” è accusato di essere fra i più corrottidell’Africa occidentale: a oltre 10 anni dalla fine della guerra civile, nella maggioranza delle case di Monrovia mancano acqua corrente ed elettricità, disoccupazione e analfabetismo restano endemici e gli ex bambini soldato non riescono a inserirsi in società. La polizia è corrotta e inefficiente e la popolazione vive sotto i livelli di sussistenza.
Ad agosto, il segretario generale delle Nazioni Unite Ban-Ki Moon ha nominato il medico britannico David Nabarro, specializzato in malattie infettive, coordinatore per gli interventi contro il virus Ebola. L’Onu invierà in Guinea, Libera e Sierra Leone uomini e mezzi per arginare l'epidemia, mentre restano dubbi sull'efficacia di ZMapp, il siero sperimentale che ha guarito dall'Ebola due cittadini statunitensi ma non ha salvato un prete spagnolo. A questo farmaco manca ancora l’approvazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ma tutti i paesi dell’area ne hanno comunque fatto richiesta.

Nessun commento: