In Italia, nel 2008, le famiglie che si trovano in condizioni di povertà relativa sono stimate in 2 milioni 737 mila e rappresentano l’11,3% delle famiglie residenti. Nel complesso sono 8 milioni 78 mila gli individui poveri, il 13,6% dell’intera popolazione. La stima dell’incidenza della povertà relativa (la percentuale di famiglie e persone relativamente povere sul totale delle famiglie e persone residenti) viene calcolata sulla base di una soglia convenzionale (linea di povertà) che individua il valore di spesa per consumi al di sotto del quale una famiglia viene definita povera in termini relativi. Nel 2008, in Italia, 1.126 mila famiglie (il 4,6% delle famiglie residenti) risultano in condizione di povertà assoluta per un totale di 2 milioni e 893 mila individui, il 4,9% dell’intera popolazione. La stima dell’incidenza della povertà assoluta viene calcolata sulla base di una soglia di povertà che corrisponde alla spesa mensile minima necessaria per acquisire un determinato paniere di beni e servizi. Tale paniere, nel caso specifico, rappresenta l’insieme dei beni e servizi che, nel contesto italiano e per una determinata famiglia, sono considerati essenziali a conseguire uno standard di vita minimamente accettabile.
orso castano : ormai e' consolidato il fatto che la poverta' accentua il disagio psicologico ed i disturbi mentali. Al di la' ed oltre l'etichetta nosografica, lo strumento proposto dallì'OMS , l'ICF, consente, seppure approssivamente, di registrare questo dato per avere un quadro piu' completo del disturbo e per prefigurare una "prognosi" piu' precisa. Ma ne' i medici di medicina generale , che pure somministrano una incredibile quntita' di antidepressivi ed ansiolitici, e , quasi sempre, gli stessi psichiatri, molto attenti all'inquadramento nosografico, poco o nulla utilizzano questo strumento che sta prendendo piede in molti paesi.......
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