Roma, 9 lug. - (Adnkronos/Ign) - Ritorno al nucleare, istituzione della class action da gennaio 2010 (senza valore retroattivo) e ripristino dei fondi per l'editoria.
Sono solo tre dei provvedimenti contenuti nel ddl sviluppo approvato oggi in Senato in via definitiva con 154 voti a favore, uno contrario e un astenuto. Favorevoli: PdL, Lega e Udc mentre, al momento della votazione, i senatori di Pd e Idv non hanno partecipato al voto nel tentativo di far mancare il numero legale. Entro 6 mesi è prevista l'individuazione dei siti per la costruzione delle nuove centrali. E viene istituita una Agenzia per la sicurezza che avrà il compito di controllare tutte le attività concernenti gli impieghi dell'energia nucleare, la gestione e la sistemazione dei rifiuti radioattivi, la protezione dalle radiazioni, e la vigilanza sugli impianti. Soddisfatto per l'approvazione il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola per il quale la Legge Sviluppo ''colma un vuoto di oltre vent'anni e affronta finalmente i nodi irrisolti, i veti e le contraddizioni della gestione dell'energia nel nostro Paese che ci hanno fatto sinora pagare l'elettricità il 30% in più degli altri Paesi europei, ci hanno fatto dipendere dall'estero per l'85% dei nostri consumi e condannato ad alti tassi di inquinamento''. Con questa legge, prosegue il ministro, ''si snelliscono fortemente le procedure per la realizzazione delle reti e delle infrastrutture energetiche, si dà forte impulso alle fonti rinnovabili, si riapre la strada al nucleare. Diventa operativo il percorso per ridurre la nostra dipendenza dall'estero, abbassare il costo dell'energia, ridurre l'inquinamento, realizzare un mix elettrico con il 50% di fonti fossili (contro l'attuale 83%), il 25% di rinnovabili dall'attuale 18%, il 25% di nucleare''. Non solo. Nel provvedimento, prosegue Scajola, figura anche ''la class action e le misure a tutela dei consumatori''. Nella Legge Sviluppo, infatti, rileva Scajola, ''viene introdotta nell'ordinamento italiano l''azione di classe' a tutela dei consumatori e norme di maggiore trasparenza per i servizi energetici e di telecomunicazione''. La norma non ha però valore retroattivo, punto questo non gradito alle opposizioni. "Oggi cala il sipario sugli scandali finanziari dell'Italia che hanno coinvolto milioni di piccoli risparmiatori", sottolinea il senatore del Pd Filippo Bubbico, ricordando che il provvedimento licenziato dal Senato "oltre ad essere un'occasione perduta per il sistema economico e produttivo del Paese, libera il campo dalla possibilità di ricorrere alla class action per i milioni di cittadini vittime dei più grandi scandali finanziari degli ultimi anni".
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