lunedì 27 luglio 2009

cellule staminali per rigenerare la mente : ancora qualcuno contro le leggi esistenti per frenare la ricerca.

di Armando Massarenti  da Domenica del Sole24ore del 26/7/09 Madison, Wisconsin, Stati Uniti d'America. È qui il vero epicentro della ricerca mondiale sulle cellule staminali e la medicina rigenerativa. Qui nel 1998 JamesThomson ha derivato le prime linee di cellule staminali embrionali da blastocisti,  una scoperta degli ùltimi anni, quella del giapponese Yamanaka sulle iPS, le pluripotenti indotte, cellule della pelle ritornate allo stadio embrionale, alla cui realizzazione anch'egli ha contribuito. È dunque il posto migliore per indagare su questo decisivo ambito della ricerca  che è ancora agli inizi ma da cui, a detta di tutti, dipenderà la rivoluzione biomedica del XXI secolo - magari con un occhio anche ai problemi etici che la stanno bloccando in Italia. lavoro di Yamanaka a Madison ha generato unnotevole entusiasmo, mi dice Clive Svendsen, che nel gennaio scorso ha derivato cellule iPS da pazienti con atrofia spino-muscolare allo scopo di modellizzare la malattia per studiarne i meccanismi e produrre farmaci personalizzati: «Ora tutto sta diventando più veloce. Possiamo modellizzare in laboratorio il decorso delle malattie. Tocchiamo davvero con mano, ogni giorno, sui tavoli dei nostri laboratori, quanto le iPS siano simili alle normali staminali embrionali. Ciò è possibile grazie alla grande esperienza che abbiamo accumulato sulle embrionali negli ultimi anni. Gli italiani, a causa delle restrizioni ideologiche cui sono stati soggetti, faranno fatica a superare i ritardi accumulati». Restrizioni di cui gli Stati Uniti non hanno mai sofferto, neppure ai tempi dei divieti dei finanziamenti federali dell'era Bush, ora tolti da Obama, che non hanno mai impedito alla ricerca privata di proliferare a Harvard e in varie fondazioni benefiche.  Il problema etico della cosiddetta «personalità dell'embrione» riguarda una quota minore di cittadini in un paese da sempre abituato al pluralismo etico e religioso, e trova a Madison una soluzione equa ed elegante: basterà chiedere a coloro che, del tutto legittimamente, per motivi morali o religiosi, si dicono contrari alla ricerca sulle embrionali di sottoscrivere una dichiarazione in cui si impegnano a non usufruire delle cure che eventualmente dovessero emergere da questo ambito della ricerca, considerato invece decisivo da altri cittadini - Obama in testa - a partire da un altro principio morale fondamentale: quello che impone di diminuire le sofferenze dell'umanità. Chiarirsi le idee da un punto di vista ètico è già un bel modo di «rigenerare» la nostra mente, aprendola alla lettura di due libri, scritti da due brillanti scienziati italiani, che fanno il punto su un àmbito specifico della ricerca su queste cellule: quello sulle staminali del cervello. Luca Bonfanti e Gianvito Martirio sanno bene quanto l'invecchiamento della popolazione, come denunciato sistematicamente dall'Oms, produce un aumento consistente delle malattie neurodegenerative e, dunque, .della sofferenza fisica e psichica nel mondo. Ci avvertono anche, quasi in ogni pagina, che è ancora assai prematuro parlare di cure, ma che tuttavia il sogno di una medicina rigenerativa si intreccia con la realtà dei risultati di numerose ricerche in corso. Scienza e fantascienza, azzarda Bonfanti, immaginazione e realtà, con le dovute cautele, possono intrecciarsi in maniera assai proficua proprio perché le grandi scoperte sono ancora di là da venire. «La conoscenza dei fenomeni rigenerativi è in continuo sviluppo - avverte Martino - tanto che sempre più spesso si sente affermare, con qualche trionfalismo, che la medicina rigenerativa rivoluzionerà il modo stesso di curare; ma, per quanto i proclami siano altisonanti, le applicazioni disponibili a oggi si contano, purtroppo, sulle dita di una mano. Allo stato attuale riusciamo arigenerare con buoni risultati soltanto la pelle, il sangue, e piccole porzioni di occhio (la cornea), di osso, di muscolo e di nervo». Né Martino né Benfanti amano indulgere nella trattazione dei problemi etici ricordati sopra, ma affermazioni come questa devono farci riflettere su una falsa contrapposizione spesso evocata dai detrattori della ricerca sulle embrionali, i quali, strumentalizzando Yamanaka  e Thomson, sostengono che essa è del tutto inutile, mentre la ricerca sulle cellule staminali adulte farebbe già «miracoli» sul piano delle cure. Entrambi i libri, a tal proposito, ci trasmettono un messaggio chiaro siamo in una fase in cui dobbiamo studiare e capire e i finanziamenti devono essere finalizzati a questo scopo, nonostante le pressioni politiche spingano invece verso applicazioni e cure. Non c'è niente di peggio, dal punto di vista si dell'aumento delle sofferenze umane, di una  sperimentazione clinica svolta prematuramente e in maniera non giustificata.  Martino e Bonfanti si rivelano complementari nel raccontarci la rivoluzione in corso. La  medicina che rigenera contestualizza gli studi  sulle staminali neuronali nella più ampia rivoluzione multidisciplinare delle neuroscienze che intreccia storie di premi Nobel, da Golgi allaMontalcini aKandel, con quelle dei laboratori statunitensi in cui il dialogo è con psicologi  e scienziati cognitivi  esperti di intelligenza artificiale . Non solo "gli ultimi sviluppi  in  ambito rigenerativo , osserva Martino, suggeriscono che per rigenerare un organo nella sua complessità, servono sia cellule capaci di  moltiplicarsi velocemente - e di qui' nasce l'importanza attribuita alle cellule replicanti per eccellenza , le staminali, sia scheletri di supporto , costruiti con tecniche  bioingneristiche (per esempio i biopolimeri) e nanotecnologiche (per esempio i nanotubi), che le aiutino a crescere e le guidino nel posto giusto». Bonfanti parla ancor più volentieri di "replicanti", di Terminator, Blade Runner, del Mostro di Diisseldorf e di letteratura e cinema pulp. Tutto il libro è costruito su stratagemmi divulgativi che fanno riferimento alla fantascienza e alle spy stories, a partire dalla metafora che accomuna detectives e ricercatori. I quali hanno faticato non poco per scoprire e far sapere che anche il cervello, un tempo considerato un organo assai statico, dispone di cellule che si rigenerano. «La genesi di nuovi neuroni all'interno di un encefalo già edificato è stata intuita per la prima volta da alcuni ricercatori attivi tra il 1960 e il 1975. Sebbene fosse un'intuizione supportata da concrete e molteplici dimostrazioni del fenomeno, la sua validità venne osteggiata, e in alcuni casi decisamente negata, per circa un ventennio. In altri termini, mentre molte persone, alla fine degli anni Sessanta, credevano fermamente nell'esistenza dei dischi volanti e nell'eventuale minaccia che questi avrebbero rappresentato per tutti i Terrestri, gran parte dei neurobiologi si rifiutava di credere alle ricerche dei propri colleghi sulla neurogénesi adulta». Le cellule invisibili sono rese visibilissime da Benfanti che sì amala fantascienza ma chescrive soprattutto a partire dalla propria esperienzàdi morfologo. Osservazione e descrizioné, fino al dettaglio più piccolo, studio delle tracce, dell'ambiente e delle relazioni contribuiscono così a rintracciare l'indagato". Un modo concreto per far capire quanto  l'immaginazione sia importante per la conoscenza e per la ricerca della verità. Ed è forse per amore in questa ricerca della verità che tre ricercatrici (Elisabetta Cerbai, Elena Cattaneo e Silvia Garagna, tramite l'avvocato Vittorio Angiolini) hanno posto una domanda alla comunità giuridica: è lecito che in un bando pubblico per il finanziamento sulle cellule staminali il governo italiano possa entrare nel merito tecnico-scientifico ed escludere a suo piacimento strade ed esperimenti peraltro, permessi dalla legge? il divieto riguarda, manco adirlo, la ricerca sulle embrionali umane. Il Tar ha ritenuto illecito il ricorso con argomentazioni ancora più  pericolose per la libertà della ricerca: si fa appello alla legge 40, come se questa proibisse del tutto la ricerca sulle embrionali (la ammette benché limitandola ipocritamente alle linee importate dall'estero); e si afferma che il ricorso nonpoteva essere presentato da sìngole ricercatrici ma dalle istituzioni da cui dipendono (ma ciò è in contrasto con leggi e decreti universitari in vigore da decenni). Non c'è da stupirsi se le ricercatrici hanno decìso di impugnare la sentenza e di rivolgersi al Consiglio di Stato. In fondo, almeno la nostra Costituzione, riguardo alla libertà della ricerca, non e' così lontana dall'America. © RIPRODUZIONE RISERVATA  Luca Bonfanti, «Le cellule invisibili. Il mistero delle staminali del cervello», Bollati Boringhieri, Torino, pagg. 278, €20,00;  Gianvito Martino, «La medicina che rigenera. Non siamo nati per invecchiare», San Raffaele, !tilano, pagg.240 , €15,50.

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