da Donna (la Repubblica) del 11/7/09 di Francis Wheen
.......................E così come il "borghese gentiluomo" dì Molière scopre con sua grande sorpresa di essersì espresso per oltre quarant'anni in prosa senza rendersene conto, così molti di noi hanno assorbito le idee di Marx senza accorgersene. Basta pensare al famoso slogan che i sostenitori di Bill Clinton affissero nel quartier generale della sua campagna elettorale, alla vigilia delle presidenziali del 1992: "È l'economia, stupido": motto che riassume accuratamente la teoria di Marx secondo cui l'uomo non è che il prodotto di circostanze materiali. Da quando è iniziata la crisi, ho sentito molti affermare che "siamo tutti keynesiani". John May-nard Keynes, il maggiore economista del XX secolo, nato lo stesso anno della morte di Marx, sosteneva infatti che il sistema capitalistico non è capace di autoregola-mentarsi e che le occasionali crisi sono intrìnseche al sistema stesso e non delle trascurabili aberrazioni. E lo stesso pensava Karl Marx. Non tutto quello che ha detto è giusto. La caduta della borghesia e il trionfo del proletariato non si sono mai avverati, eppure Marx fu il primo a intuire che il capitalismo è una forza di distruzione creativa, capace di inflìggere i colpi più letali con le sue stesse armi. Inoltre, la sua frase "tutto ciò che è solido svanisce nell'aria" sembra riassumere efficacemente i titoli dei giornali dello scorso anno. Marx comprese che il capitalismo - a quell'epoca solo agli albori - dipendeva dell'alternarsi di periodi di "boom and bust", crescita e rallentamento così come la vita degli umani dipende da inspirazione ed espirazione. E così come ogni guerra porta già con sé i semi del conflitto successivo, ogni crisi rende inevitabile quella seguente. "E così percorriamo il cerchio", scrisse Marx. "Compiendo ogni volta lo stesso ciclo di errori". Nei Novanta, dopo la caduta del muro di Berlino e il crollo del comunismo sovietico, i sibillini ammonimenti di Marx sono stati forse stravolti, ma non a lungo. Oggi il Capitale è bestseller in Germania Est e il regista tedesco Alexander Kluge ha appena prodotto un film sulla vita di Marx della lunghezza di 570 minuti, Nella vita dì tutti i giorni anche coloro che traggono maggiori vantaggi dall'instabilità economica hanno iniziato a metterne in dubbio la sostenibilità. «Il sistema capitalistico non mostra in sé alcuna propensione all'equilibrio», afferma lo speculatore George Soros, miliardario. «Chi possiede del capitale cerca dì trame il maggior profitto possìbile, e in assenza di regolamentazioni continuerebbe ad accumularne sino a compromettere l'equilibro del sistema. L'analisi fatta da Marx ed Engels è dunque molto accurata».
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