orso castano: da non dimenticare in momenti cosi' confusi e contorti.
IL SONNO DELLA RAGIONE GENERA MOSTRI
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Siccome è stato detto che “lo stile è l’uomo” (George-Louis Leclerc de Buffon, Discours sur le style, 1753), è chiaro che questo parlare non sostenuto e vagliato dalla logica diventa indice del vuoto di riferimento di una generazione che ha smarrito tutti i parametri, a cominciare da quelli morali, non ha storia, perché non ha un progetto, non è in grado di disegnare un futuro per l’umanità. Tutto questo porta a vivere l’istante, trascinati dall’istinto, elemento irrazionale dell’uomo, che proprio la ragione, sulla base della logica, dovrebbe saper governare, per cui si trascende quando c’è un ostacolo, si aggredisce bestialmente l’emarginato, come fatti recenti, soprattutto quelli di Torino, dimostrano, in un reciproco caricarsi emotivo, non razionalmente controllato, per quell’annullamento dell’individuo nella folla, così ben analizzato e descritto nelle pagine mirabili del tumulto di Milano dal Manzoni.
L’accuratezza grammaticale, teorizzata da Aristotele, imponeva alla mente di conformarsi alla logica, per cui perdere la logica nell’esprimersi rivela una perdita tout court, perché il linguaggio è la spia della visione personale e collettiva del mondo. Facciamo solo due esempi: la struttura del periodo latino, ampia e articolata a piramide, con il susseguirsi delle proposizioni dipendenti di vario grado, rette da una principale, secondo le regole ferree della famigerata consecutio temporum, era lo specchio di una mentalità che propendeva per l’autoritarismo e il potere politico accentratore; l’avvento e la diffusione del cristianesimo hanno profondamente modificato la lingua latina, soprattutto facendo lievitare il lessico dell’astratto, proprio in conseguenza di una mentalità che alla concretezza terrena anteponeva l’apertura all’oltre. Oggi ci troviamo di nuovo di fronte ad una trasformazione epocale di mentalità, caratterizzata dalla perdita della logica.
Questo può dipendere da molti fattori: ad esempio, l’uomo non ha più un rilevante potere di scelta a livello economico, è trascinato da un vento che non controlla, mentre, al di fuori della realtà, cioè nel mondo virtuale, vive un’inesistente e fallace onnipotenza. Nello stesso tempo, il linguaggio in senso forte, è una contaminatio di culture, che non dialogano tra di loro, ma si allineano al livello più basso, quello più semplice ed immediato, che esprime l’emotività. Anche la produzione artistica allontana dalla logica, non tanto con il prevalere dell’astratto sul figurativo in pittura, in quanto i colori e la libertà delle forme hanno una loro validità, quanto piuttosto con il predominio dell’analogico e del liberamente associativo sul logico-consequenziale in poesia . In definitiva, si potrebbe dire con Maritain che l’uomo, che ha la sua caratteristica intrinseca e specifica nella ragione, è ontologicamente mortificato, perché non pensa più, ma reagisce soltanto.
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