mercoledì 3 ottobre 2012

L'ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione dell'Ambiente) ha presentato l'VIII Rapporto Qualità dell’Ambiente Urbano

orso castano : a Torino il noto Fassino, sindaco ACCORTO E , SOPèRAtutto, molto vicino e visibile per i cittadini, continua a far costruire case su case quartieri su quartieri........ Bravo!!! Consuma che ti consuma il suolo  pare che voglia arrivare alla base delle alpi.

Acqua. Dal rapporto dell’ISPRA emerge che i sistemi di depurazione legati ai reflui sia civili che per uso industriale sono collettati al depuratore per oltre il 90%. Il resto è trattato attraverso sistemi individuali. 50 dei 66 agglomerati urbani sono risultati conformi agli standard europei. Il valore medio del consumo di acqua per uso domestico è diminuito negli ultimi 10 anni del 20%, non solo per un’economia da parte degli utenti, ma soprattutto per una minore disponibilità. Per ciò che riguarda le perdite di rete, nelle città analizzate non ci sono stat peggioramenti.
Aree contaminate. In Italia esistono 57 Siti contaminati di Interesse Nazionale (SIN) spalmati sul 3% del territorio.  La più alta concentrazione di SIN si trova a Napoli che ne ha 6, seguita da Milano con 5. 
Lo stato di avanzamento delle procedure di bonifica è molto eterogeneo. Con riferimento allo stato di avanzamento, solo 9 SIN risultano avere oltre il 50% di progetti di bonifica approvati.
Consumo del suolo. il consumo del suolo è risultato elevato in quasi tutti i comuni analizzati. L’ente riconosce che il consumo dovuto a impermealizzazioni, cave discariche e cantieri, mina la resilienza delle città alle catastrofi naturali, alluvioni, frane e inondazioni. In 4 città su 43 il consumo del suolo è esteso ormai a più della metà del territorio comunale, in 10 città è compreso tra il 30 e il 50%.
Infrastrutture verdi: parchi, giardini, aree naturali protette e foreste urbane, rappresentano il capitale naturale delle città. Dalla ricerca emerge che la percentuale di aree verdi all’interno delle città non è nè aumentata nè diminuita. Sono invece in aumento gli sprofondamenti nei centri urbani (sia della sede stradale che al di sotto di edifici), altro indicatore della fragilità delle nostre città.in generale sono determinati dalle caratteristiche naturali del sottosuolo (es. cavità carsiche), ma anche da fattori antropici come le insufficienze della rete fognaria e di drenaggio, cui sono riconducibili molti dei casi, spesso innescati da eventi meteorici intensi.
Mobilità urbana sostenibile. L’Italia rimane uno dei paesi con più alto numero di autovetture procapite. Tuttavia, nel periodo 2006-2010, il numero di autovetture private ogni 1000 abitanti nelle 51 città è diminuito nel 60% dei comuni (soprattutto Centro-Nord), aumentando invece nel 40%  dei comuni (principalmente Sud e Isole). Nel lungo periodo (2000 – 2010) emerge un quadro di generale aumento dell’offerta di trasporto pubblico.
Per le piste ciclabili si osservano nel lungo periodo (2000-2010) incrementi consistenti nella maggior parte delle città, e si mantiene il divario tra il Nord e il Sud del Paese. La regione più virtuosa è l’Emilia Romagna con 8 tra le prime 10 città per metri di piste ciclabili ogni 1000 abitanti.
Qualità dell’aria. Nel Nord Italia molte città superano spesso il valore limite giornaliero di PM10. Ma c’è una crescente consapevolezza con cui le città italiane affrontano i cambiamenti climatici e i rischi per la salute ed economici che ne derivano: circa 2mila comuni hanno aderito al Patto dei Sindaci della Commissione Europea, presentando un piano d’azione per l’Energia Sostenibile (PAES) e adottando misure per l’abbattimento delle emissioni di CO2, specie nel settore edilizio, centrale anche per il contenimento dei consumi energetici.

Nessun commento: