venerdì 17 aprile 2009

Obama difende il suo piano "Le lobby non mi fermano"

ARTURO  ZAMPAGLIONE da Repubblica del 1/3/09 NEW YORKCon toni combattivi e quasi populisti Barack Obama ha difeso ieri la filosofia progressista della sua proposta di bilancio e ha promesso di contrastare lobby, interessi corporativi e gruppi di pressione potenti, e con i migliori agganci, che per troppo tempo hanno fatto a Washington quel che volevano e che rifiutano ogni cambiamento dello status quo. «Non sono stato eletto alla Casa Bianca per fare le stesse cose del passato o per procedere a piccoli passi, ma per guidare la profonda trasformazione chiesta dal paese», ha tuonato il neo presidente nel consueto messaggio radio e video del sabato, pur ammettendo che «non sarà facile far passare la nuova linea» Obama è stato costretto al contrattacco dopo essersi reso conto che la crescente opposizione di repubblicani e poteri forti rischiava di far presa sull'opinione pubblica e di vanificare i piani economici della Casa Bianca ed ha denunciato ogni redistribuzione del reddito a favore dei ceti più deboli come un tentativo delle correnti più liberai del partito democratico di avviare la «lotta di classe». Ma per me quel sistema non funziona: perché io lavoro per il popolo americano». Nell'ultimo trimestre 2008, infatti, l'economia americana è precipitata al ritmo più veloce dal 1982 (6,2 percento). La destra sta approfittando di questo clima teso, confuso, pieno di recriminazioni e paure, per alzare il livello dello scontro politico. Prima ha accusato la Casa Bianca di far esplodere il deficit pubblico con la manovra di stimolo economico (quest'anno il disavanzo sarà di 1750 miliardi di dollari). Poiha cercato di cavalcare la rabbia degli americani chiamati, in piena recessione, a salvare con i soldi delle tasse quelle banche travolte dagli sbagli e dagli eccessi di Wall Street.  Obama sa di avere dalla sua, almeno per il momento, il sostegno dell'opinione pubblica. Ma il tempo stringe, le lobby alzano il tiro e lo scontro si preannuncia impegnativo. Il bilancio dovrà essere approvato dal Congresso, dove l'opposizione repubblicana sarà compatta (come lo è stata già alla camera nel voto contrario sul piano di stimolo dell'economia), mentre il fronte dei democratici potrebbe sfilacciarci. Molti parlamentari del midwest, adesempio, come i senatori Byron Dorgan del North Dakota, si oppone all'eliminazione dei sussidi per gli agricoltori che hanno un fatturato superiore al mezzo milione di dollari.Non c'è dubbio che la proposta di bilancio presentata giovedì da Obama rinneghi l'ideologia rea-ganiana e la fede nei tagli fiscali come toccasana per tutti i mali economici. Punta infatti a un risquilibro sociale: il 5 per cento degli americani più ricchi sarà chiamato a pagare 1000 miliardi di tasse aggiuntive nel prossimo decennio. Il documento delinea anche ambiziosi programmi di riforma della sanità (l'assicurazione medica per 40 milioni di disoccupati) , di sviluppo di energie pulite e di investimenti nella scuola e nella ricerca. «Si tratta di un vero e profondo un mutamento», ha detto ieri Obama, ricordando come i gruppi di interesse si stiano già preparando alla battaglia: tra questi, le compagnie di assicurazione che cercheranno di impedire una maggiore concorrenza nelle spese pubbliche per la sanità, o le banche che vorranno manteneregli inventivi per i prestiti agli studenti, o le multinazionali petrolifere che tenteranno di conservare i benefici fiscali. «Il sistema che abbiamo avuto finora — ha proseguito il presidente — ha funzionato benone per quei gruppi di interesse più potenti, e con i migliori agganci, che per troppo tempo hanno fatto a Washington quel che volevano. Ma per me quel sistema non funziona: perché io lavoro per il popolo americano». Obama sa di avere dalla sua, almeno per il momento, il sostegno dell'opinione pubblica. Ma il tempo stringe, le lobby alzano il tiro e lo scontro si preannuncia impegnativo. Il bilancio dovrà essere approvato dal Congresso, dove l'opposizione repubblicana sarà compatta (come lo è stata già alla camera nel voto contrario sul piano di stimolo dell'economia), mentre il fronte dei democratici potrebbe sfilacciarci. Molti parlamentari del midwest, ad esempio, come i senatori Byron Dorgan del North Dakota, si oppone all'eliminazione dei sussidi per gli agricoltori che hanno un fatturato superiore al mezzo milione di dollari.

orso castano :  le lobby del cemento e del tondino , i palazzinari che , se verra' accertato, hanno provocato la morte di oltre 50 studenti all'Aquila, che hanno fatto crollare parte dell'Ospedale di quella citta', incontreranno sulla loro strada un Obama o tra dieci anni continueranno a circolare indisturbati ed impuniti? Chi ,allora , paghera' per le morti provocate ?...... 

Nessun commento: