1 La ricerca prodotta e' disponibile in modalita' open access
L'adozione negli atenei italiani di modalità pubblicazione ad accesso aperto, secondo di secondo standard e protocolli internazionali, può assicurare la rapida diffusione, nei circuiti della comunicazione scientifica, dei contributi di ricerca del nostro Paese (Piero Attanasio.Responsabile Aie per l'editoria universitaria e professionale).
La creazione di archivi istituzionali Open access per le pubblicazioni scientifiche indebolirebbe le case editrici medio-piccole del settore, categoria che comprende anche gli editori italiani. Questi ultimi perderebbero posizioni a favore dei grandi , editori scientifici internazionali. (Roberto Delle Donne.Presidente commissione Open access della Crui.)
2 Il materiale didattico e' disponibile sotto forma di didattica aperta È giusto promuovere licenze aperte: la comunità accademica deve riappropriarsi del capitale intellettuale che produce, materiali che affida a soggetti esterni, cedendo la proprietà intellettuale e limitando così le azioni sulle proprie opere. (Antonella De Rebbio.Centro d'ateneo per le biblioteche Università degli studi di Padova)
L'uso di materiali didattici nella direziono dell'Open access rende necessario un "patto" tra editori e mondo universitario, per aprire la strada alla costituzione, anche in Italia, di vere University Press, oggi ancora in fase embrionale e con una mission spesso indefinita e ondivaga. (Mario Gallarati.Presidente Associazione culturale cooperative e librerie universitarie).
3 Vengono adottati software libero e standard aperti
Utilizzando software libero le Università realizzano i propri scopii istituzionali. Inoltre contribuiscono alla realizzazione di uguaglianza, solidarietà e libertà d'informazione d'iniziativa economica e d'accesso alla cultura. (Marco Ciurcina.Presidente Associazione nazionale software libero)
L'Università dovrebbe adottare ove possibile "standard aperti", implementabili sia con software libero che proprietario. Ma non dovrebbe costringere tutti all'utilizzo di software open source, limitando a un solo orientamento il percorso nell'apprendimento e nella ricerca. (Pier Paolo Boccadamo.Direttore Strategia di piattaforma di Microsoft Italia)
4 Se l'Universita' detiene brevetti, li licenzia prontamente a favore di software libero, medicine essenziali, bene comune
Quando le Università licenziano i loro brevetti in modo non esclusivo, non nascono solo innovazioni, ma sistemi di imprese e tecnologie avanzate. Se i brevetti riguardano poi aspetti sociali rilevanti come lecure sanitarie essenziali, la loro cessione è un dovere. (Alfonso Gambardella. Economia e management della tecnologia, Univ. Bocconi)
I brevetti godono di cattiva fama soprattutto nel non profit per i Paesi poveri. Ma il brevetto è assunzione di responsabilità, non prevaricazione: con questo strumento l'Università può divulgare e proteggere una tecnologia, scegliendo di affidarla solo a chi ne fa un uso etico. (Riccardo Pietrabissa.Politecnico di Milano, presidente Network per la valorizzazione della ricerca universitaria)
5 La rete informatica riflette la natura aperta di internet
La rete aperta è un Giano bifronte: favorisce la condivisione della conoscenza, ma rende più difficili le verifiche'su qualità e correttezza. Mai come qui la diffusione del sapere ha necessità di un'etica. E l'etica ha bisogno di un controllo, formale o collettivo. (Marco Mezzalama.Vicerettore per i sistemi informatici, Politecnico di Torino.)
La struttura a rete di un'Università è uno strumento fondamentale per favorire l'apertura dell'ateneo. ! Come Internet è il motore della società dell'informazione, la quinta tesi è il motore di tutte le altre: senza una rete aperta, non può esserci ' un'Università aperta. (Stefano TrumpyPresidente di società internet -Isoc Italia)
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