dal blog Uguali Amori ,
questo l'articolo di partenza ; interssanti i 13 commenti, da leggere , trattasi di terremoto!
Einstein non credeva molto nella meccanica quantistica: “Dio non gioca a dadi” è una sua frase celebre. Ricordo una scena di Morte di un matematico napoletano in cui uno studente chiede conto a Cacioppoli del perchè di questa idea di Einstein, e il professore gli dice che ogni idea scientifica rivoluzionaria genera delle resistenze. Io non ho alcun elemento per valutare se la misurazione dei livelli di radon sia o non sia un buon modo per prevedere un terremoto, però osservo alcune cose: chi ha fatto queste misurazioni lavora per l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), mentre di terremoti in Italia si occupa l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Chi è addentro al campo della ricerca sa bene che non siamo affatto degli stinchi di santo, e che gli scienziati sono esseri umani come gli altri; come tali anche dotati di gelosie, invidie professionali, approssimazioni e tutto quello che volete. Voglio dire, se io fossi dell’INGV avrei dei motivi umanamente comprensibili per vedere con fastidio uno dell’INFN che si occupa di terremoti. Devo raccontare del mio dipartimento e della mia tesi, in cui “è meglio se non parli di X” perchè c’è un’altra parrocchietta che si occupa di X? Senza capirci una beata di X? queste predizioni sono errate per un aspetto molto importante, ovvero la stima del luogo del terremoto: Sulmona non solo non è l’Aquila, ma è in una zona sismica diversa, per cui i terremoti che riguardano una non riguardano l’altra; per tornare ad Einstein, lui diceva che le equazioni prima le vedeva e poi le scriveva (o Ramanujan, gliele suggeriva una dea indiana; o Bohr, prima decise il modello dell’atomo poi cercò conferme sperimentali). Nella scienza non conta per niente come hai elaborato una teoria, conta se il modello che ne ricavi ti permette di fare delle predizioni. Le predizioni che ha fatto questo fisico nucleare non saranno state molto esatte, ma rispetto al niente che abbiamo sono già qualcosa. La cosa grave, e veramente antiscientifica, è che nessuno ha discusso con questa persona che cosa egli abbia scoperto e come. Per quanto ne sappiamo, i suoi rilevatori di radon potrebbero essere così buoni da trovare variazioni che finora sono sfuggite agli altri. Oppure li ha posizionati, magari per puro caso, in punti che sono significativi. Ma di tutto questo se ne discute nei consessi scientifici, dove chi ha scoperto qualcosa porta le sue scoperte e gli altri ne parlano. Liquidare tutto come “l’avevano provato a fare dieci anni fa e non funzionava allora, quindi non funziona oggi” è un atteggiamento mentale sicuramente umano, ma non degno del progresso della scienza.
riporto una replica presente nel blog per mostrarne il dibattito che mi sembra molto interessante....:
Paolo 7 Aprile 2009 Allo stregone di Modena non ho riservato un trattamento diverso da quello del ricercatore aquilano: se uno dice che ha una teoria, un modello o una cura per qualcosa, mi aspetto che lo si ascolti (nelle sedi e nei modi dovuti, che se stiamo a sentire tutti ci mettiamo a fare solo quello) e si valuti quello che dice; e non in modo aprioristico, tantomeno considerando se è un laureato o meno, uno che fa queste cose per hobby o meno, e altre categorie che sanno molto di sottile razzismo, che non penso sia una categoria adattabile a quello che tu scrivi, ma al comunicato dell’Istituto di Astrofisica sì; assolutissimamente sì: Giuliani è solo un “signor Giuliani” perchè è un “tecnico non laureato” e quindi non è un “dottor Giuliani”, “professor Giuliani” e così via. A Di Bella venne chiesto di mostrare alcune cartelle cliniche a supporto delle sue tesi, e poi c’è stata una sperimentazione del tutto fallimentare. E’ un approccio scientifico e non un pregiudizio. Ed era un caso molto complesso, perchè le terapie mediche per definizione non possono che applicarsi su degli ammalati, quindi non possiamo ascoltare chiunque proponga qualcosa, ma lì c’era una pressione dell’opinione pubblica che andava anch’essa governata, la scienza non vive fuori dalla società e il protocollo dovette adattarsi. In questo caso, la linea è “è impossibile che funzioni”, senza nemmeno sapere *cosa* avrebbe dovuto funzionare o meno, e considerato che stare ad ascoltare uno di numero che presenta dei grafici credo sia una cosa possibile anche per un professorone universitario di sismologia, direi che si potrebbe fare. Non facendo comunicati in cui lo si accusa che non è laureato, manco gli Odone erano laureati e trovarono una cura per una malattia impossibile a curarsi. E nessuno che ha avuto la decenza di dargli il Nobel per la Medicina, perchè in tanti circoli scientifici c’è chi c’ha rosicato.
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