MENTE ALLEGRA ,BLOG SUL DISAGIO PSICOLOGICO

riflessioni del dr Luigi Morticelli psichiatra/psicoterapeuta

martedì 21 aprile 2009

dal blog CADUTI SUL LAVORO , clicca

SACCONI VUOLE "CAMBIARE" LE NORME SULLA SICUREZZA SUL LAVORO, UNA SORTA DI "LODO ALFANO" PER RIBALTARE GLI ESITI SUI PROCESSI COME QUELLI ALLA THYSSENNORMATIVE SUL LAVORO ROMA, 20 APR - Arriva la norma ''salva-manager' dalle responsabilita' nella delicata materia della sicurezza sul lavoro, una sorta di 'lodo Alfano'.Fiom Cgil che sottolinea come la norma puo' ribaltare l'esito di processi come quello sul rogo della Thyssen Krupp.La Fiom Cgil punta il dito contro la riformulazione dell'art. 10 bis del Testo unico sulla sicurezza sul lavoro.''Accuse frutto di un odioso pregiudizio e di un processo sommario alle intenzioni''replica il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi.  Pubblicato da carlo soricelli
Pubblicato da Unknown alle 18:24:00
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contro l'invecchiamento

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la musica e' anche "terapeutica", dal canto affascinante delle sirene di Ulisse, alle antiche melodie del duduk , flauto armeno , la musica , meglio le armonie , accompagnano la nostra esistenza. Utilizziamola a scopo "terapeutico". Qui' alcune proposte sulle mie playlist su youtube:.
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EUROPEAN AGENCY FOR SAFETY AND WORK

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degrado urbano : il ministro della sanita' nulla fa !!

dobbiamo abituarci alla cacca ed alle malattie portate dai cani nei supermercati alimentari, nelle strade, sui marciapiedi, ecc. A Torino dovrebbero intervenire gli amministratori dei condomini, l'Ufficio di igiene, peri supermercati il sindaco ed i vigili urbani. Ma c'e' qualcosa di perverso e di nascosto : oltre ai disoccupati, ai giovani che fuggono all'estero, ai al malfunzionamento dei servizi pubblici , alle ruberie ed ai superstipendi dei dirigenti pubblici e privati sfacciatamente dati in un momento di sacrificio per l'Italia, dobbiamo abituarci alle malalattie gravi portate dai cani nei supermercati alimentari. Il degrado deve vivere quotidianamente tra di noi per motivi magari commerciali , per Renzi-Verdini- beniti and co. "pecunia non olet" ....o no!!
formiamo comitati cittadini contro questo schifo/pericoloRisultati immagini per caccadi cane sui marciapiediRisultati immagini per cani  nei supermercati alimentari

contro l'igiene e la salute pubblica,la COOP , CONAD , PAM (!!) : cani e parassiti sul cibo

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parassiti e peli di cani sul cibo (dibattito su yahoo)

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Italiansinfuga

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Italiansinfuga verso un futuro migliore. Risorse per emigrare e trovare lavoro all'estero

La mappa contenuta nel documento, con Italia e Roma cerchiate in rosso (Wikilao)

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vai anche a http://menteallegra.blogspot.com/2015/02/il-manifesto-isis.html

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L'uso del sequenziamento dell'intero genoma di agenti patogeni di origine alimentare per la tutela della salute pubblica

Notizie in breve
16 febbraio 2015

Circa 90 scienziati di primo piano, rappresentanti di organizzazioni internazionali ed europee e le autorità nazionali per la sicurezza alimentare si sono riuniti a Parma, in Italia, per discutere l'utilizzo di tutto il sequenziamento del genoma di agenti patogeni di origine alimentare per la tutela della salute pubblica, nel mese di giugno 2014.

Il rapporto colloquio contiene estratti dei discorsi di apertura, sintesi delle discussioni di gruppo e le conclusioni della sessione plenaria finale.

  • 20 ° Colloquio scientifico dell'EFSA sui Whole Genome Sequencing di agenti patogeni di origine alimentare per la tutela della salute pubblica
vai anche a : http://menteallegra.blogspot.com/2015/02/use-of-whole-genome-sequencing-wgs-of.html

Documento ANAAO-Assomed : P.S. al collasso

ll dramma del sovraffollamento dei Pronto Soccorso, dello stazionamento dei pazienti anche per giorni in attesa di ricovero in condizioni precarie, insicure e non dignitose, fino al caso (limite?) di quanto successo all’Ospedale San Camillo di Roma, sta diventando l’unica caratteristica “nazionale” del Servizio Sanitario.

Oggi, come segnalano con sempre maggiore allarme le segreterie aziendali Anaao Assomed e come riporta la stampa, dal Lazio al Piemonte, dalla Sicilia alla Liguria, i posti letto sono sostituiti dai posti barella o dai posti in piedi, o a terra, come accaduto a Roma.

Tutto questo vede come prima causa il taglio progressivo dei posti letto ospedalieri, specie nel settore pubblico, fino a livelli che ci relegano agli ultimi posti in Europa, giunto negli ultimi 10 anni a punte di oltre il 20% in Friuli, Basilicata, Liguria, Puglia, Sardegna. Taglio dettato principalmente dalla volontà di rideterminare al ribasso le dotazioni organiche di medici ed infermieri e dalla miope politica di contenimento dei costi attraverso la drastica riduzione del turn over, fino al blocco completo nelle Regioni soggette a piani di rientro. E non accompagnato da nuovi modelli organizzativi della medicina del territorio, per cui in tantissime aree del Paese, non vi sono adeguate alternative al ricorso all’ ospedale ed i fatti di cronaca riportano sempre più spesso storie di pazienti che devono essere assistiti e curati in Pronto Soccorso in condizioni di promiscuità e precarietà. Il Piemonte ne sa qualcosa!!

Il senso di frustrazione, umana e professionale, che molti operatori avvertono nel dover lavorare in queste condizioni, spinge i Medici, in molti ospedali, a promuovere azioni di forte protesta e denuncia a difesa del Servizio Sanitario Pubblico e dello stesso dettato deontologico.


La rivoluzione ospedaliera Piemontese

......... Torino Nord, con il San Giovanni Bosco come ospedale hub, Maria Vittoria, Ivrea, Chivasso e Ciriè come Dea di 1° livello, Cuorgnè come ospedale di area disagiata, Gradenigo come ospedale di base con pronto soccorso;

- Torino Ovest, con il Mauriziano come ospedale hub, Martini, San Luigi di Orbassano, Rivoli e Pinerolo come Dea di 1° livello, Susa come ospedale di area disagiata;

- Torino Sud-Est, con la Città della Salute come ospedale hub, Chieri e Moncalieri come Dea di 1° livello, Carmagnola come ospedale di base con pronto soccorso;

- Piemonte Nord-Est, con il Maggiore di Novara come ospedale hub, Vercelli, Biella e Borgomanero come Dea di 1° livello, Borgosesia come ospedale di base con pronto soccorso, mentre la scelta tra Domodossola e Verbania come Dea di 1° livello verrà effettuata entro il 31 dicembre 2015 dopo un ampio confronto con il territorio capace di individuare una soluzione condivisa;

- Piemonte Sud-Ovest, con il Santa Croce e Carle di Cuneo come ospedale hub, Mondovì, Savigliano ed Alba come Dea di 1° livello, Bra e Saluzzo come ospedali di base, Ceva come ospedale di area disagiata.

- Piemonte Sud-Est, con il SS. Antonio e Biagio di Alessandria come ospedale hub, Asti, Casale Monferrato e Novi Ligure come Dea di 1° livello, Tortona ed Acqui Terme come ospedali di base con pronto soccorso, Ovada come ospedale di area disagiata..

Il mantenimento degli ospedali Martini di Torino, Casale Monferrato e Mondovì come Dea di 1° livello sarà valutato entro il 31 dicembre 2015. Il ruolo dei presidi di Lanzo, Giaveno, Venaria e Nizza Monferrato verrà valutato successivamente, ed al momento continueranno a svolgere attività di primo intervento.

“Gli obiettivi che intendiamo raggiungere - ha commentato il presidente Sergio Chiamparino illustrandone i contenuti ai giornalisti - sono diversi: riqualificare la spesa sanitaria riducendo gli sprechi che in questi anni hanno abbassato la qualità del sistema sanitario piemontese; tornare ad assumere medici ed infermieri; investire i 400 milioni che si risparmieranno nei prossimi tre anni in edilizia sanitaria, magari con modalità innovative che consentano di chiudere i cantieri in pochi anni, nelle tecnologie più avanzate, nel rafforzamento dell’assistenza territoriale e domiciliare e della prevenzione. Era indispensabile - ha sottolineato - tornare a programmare l’offerta sanitaria pubblica e privata come in questa Regione non si faceva da troppo tempo”.

Orso castano: Saitta non dice una parola sulla prevenzione , sul caos delle strutture accreditate territoriali, numerose,talora doppioni maleutilizzati , inefficienti (come talora i dentisti) o come quando si pretendonono nuove impegnative per terapie gia'iniziate perche' dieci interventi ci sono scritti e dieci devono essere, con un'andirivieni paziente-specialista inutile , costoso e perditempo per il paziente; ma cosi' non si spinge verso il privato? ) , acreditate tempo fa da personaggi che hanno avuto a che fare con la magistratura, . Il Pd, aime', e'la nuova DC, con i suoi metodi cencelliani, i suoi primari da 35 , ed oltre, anni, asstone, incapaci di innovare, perche' dopo 35 ed oltre anni di permanenza in un primariato i legami e gli equilibri che si sono costruiti sono solidificati e non scalfibili). Non si vuole risparmiare veramente, ristrutturando l'assistenza territoriale, coinvolgendo gli operatori e le associazioni (tutte e non solo quelle politicamente "amiche"), riorganizzando la continuita' terapeutica (sui fogli di dimissione ospedalieri non sarebbe opportuno indicare anche il medico di medic. generale?) vedi anche art. ANAAO ,http://www.salutedomani.com/article/sanita_anaao_assomed_pronto_soccorso_al_collasso_12775

.....L’assessore alla Sanità, Antonio Saitta, ha posto l’accento sul grande cambiamento che verrà determinato dalla nuova configurazione: “Abbiamo voluto mettere al centro della nostra politica sanitaria la salute e la sicurezza dei cittadini, oltre a ridurre l’attuale frammentazione dell’offerta anche se ci sono comprensibili resistenze a livello locale. Per i piemontesi non ci saranno rivoluzioni. La revisione della rete ospedaliera pubblica non comporta alcun disservizio, anzi nei prossimi due anni porterà ad un reale aumento di efficienza nei reparti. Oggi le strutture complesse attive negli ospedali pubblici del Piemonte sono 842, con una frammentazione eccessiva di personale e con una produzione che troppo spesso non raggiunge i volumi necessari per garantire parametri di sicurezza agli ammalati. L’accorpamento li porterà entro i prossimi due anni ad essere solo 668, e nelle case di cura private le strutture complesse da 185 diventeranno 148. Non ci saranno né licenziamenti, né riduzioni di personale - ha chiarito Saitta - e dal 2015 ci saranno invece incrementi di personale medico ed infermieristico. La nostra programmazione serve a valorizzare le numerose eccellenze della nostra sanità, ma soprattutto a garantire ai piemontesi un servizio che fermi l’emorragia di mobilità passiva verso altre Regioni. La sanità del Piemonte negli ultimi anni è molto cambiata: la produzione è calata del 3% ma senza la contestuale riduzione dei costi ed è aumentata la mobilità passiva verso altre Regioni, il cui saldo è diventato negativo di 30 milioni nel 2013”.........

inquinamento falde acqua

Pesticidi. Contaminato il 56,9% delle acque di superficie e il 31% di quelle sotterranee. "Un cocktail di sostanze dagli effetti sconosciuti" vedi http://menteallegra.blogspot.com/2015/02/pesticidi.html

informfarmaci

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Sanita'colabrodo illiberale

.......per la sanità Federica Guidi vuole liberalizzare, netta l'opposizione di Lorenzin ... sulle liberalizzazioni sanitarie deve essere lei a dire l’ultima parola,...vai a http://menteallegra.blogspot.com/2015/02/orso-castano-la-sanita-pubblica-lo.html


ecco chi trova lavoro a Torino, gli altri in Germania o chissa' dove. ASSESSORE PD LEGG PREGO I!!

Incarichi all’Asl To1, siamo alle solite (da anaao)

di Mario Vitale
-A proposito della notizia di oggi che riguarda l’assunzione, alla TO 1, della figlia del Direttore del personale, sarei veramente un po’ stanco di aggiungere altro sui metodi di gestione della suddetta Asl.
Pertanto, risparmiando tempo e inchiostro e ringraziando l’Asl To 1 per permettermi di limitare il mio impegno odierno a un semplice copia-incolla, vorrei riprendere quanto da me scritto in questo sito il 10 giugno scorso e ancora perfettamente di attualità.
“…la mancanza di un rigoroso rispetto delle regole è inevitabilmente foriera di sospetti di favoritismi e interessi personali e ogni amministrazione che voglia conservare intatta la propria autorevolezza, dovrebbe fare della trasparenza il proprio obiettivo primario. Alla To 1, sembra che ci si impegni a fare il contrario”.
Concludevo e concludo “Ogni altro commento è superfluo”.

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L'ARTICO CI SOFFOCA !! SALVIAMOCI !!

Cari avaaziani,




Questa potrebbe essere l’email più importante che vi abbia mai scritto.

Alcuni mesi fa, uno scienziato è tornato nell’Oceano Artico per studiare la fuoriuscita di bolle di metano. Le aveva già osservate tempo prima, a centinaia, un metro l’una, uscire dal mare e rilasciare un gas 50 volte più inquinante della CO2. Ma al suo ritorno è rimasto pietrificato: erano cresciute, erano di UN CHILOMETRO l’una. Centinaia di enormi colonne di gas.

Gli scienziati ci hanno avvisato da tempo, esistono “punti di non ritorno” causati dal surriscaldamento terrestre che fanno impazzire il Pianeta. Un altro esempio: più si sciolgono i ghiacci che riflettono il calore nello spazio, più la temperatura dell’oceano aumenta, facendo sciogliere ancora più ghiaccio in una spirale inarrestabile. Ma nel 2014 tutti gli indicatori climatici sono stati “anomali”. Ed è stato l’anno più caldo mai registrato nella storia.

Ma POSSIAMO fermare questa crisi agendo subito e mobilitando l’intero Pianeta. Possiamo trasformare questo scenario da incubo nel migliore futuro possibile: pulito, verde, e in equilibrio con il Pianeta.

Mancano solo 10 mesi al Vertice di Parigi, dove si deciderà il destino di questa enorme battaglia contro il cambiamento climatico. 10 mesi per convincere i leader mondiali a sostenere il nostro piano e fargli mantenere le promesse. Siamo noi contro le multinazionali del petrolio e chi dice che niente può cambiare.

Possiamo farcela, ma nel 2015 abbiamo bisogno del sostegno di tutti: bastano anche solo pochi euro, e addebiteremo le donazioni solo quando raggiungeremo il nostro obiettivo. Dobbiamo vincere, per il Pianeta che tutti noi sogniamo.

Clicca per promettere una donazione, quello che puoi. La addebiteremo solo se raggiungeremo l'obiettivo di 10mila nuovi sostenitori: ...
VAI A

http://ambientstress.blogspot.com/2015/02/il-pianeta-sta-soffocando-sosteniamo.html

ancora su Davos : l'art. e' do Kofi Annan

Tre tendenze destabilizzanti nostro mondo

In primo luogo, la globalizzazione può aver consegnato molti vantaggi, ma ha anche eroso la capacità delle società di determinare il proprio destino. Molte sfide moderne - tra cui l'evasione fiscale, la criminalità organizzata, l'insicurezza informatica, il terrorismo, i cambiamenti climatici, la migrazione internazionale, e flussi finanziari, sia lecito e illecito - hanno una cosa in comune: gli strumenti tradizionali di uno Stato sovrano sono diventati inadeguati per la loro gestione .

In secondo luogo, non è riuscito soluzioni militari in Afghanistan e in Iraq hanno giocato un grande ruolo nel minare l'unità della comunità internazionale, ed erodendo la fiducia in un intervento, in generale, anche se poteri costituiti tagliare i bilanci e le potenze emergenti rifuggire da assumere nuove responsabilità. Nel 2014, i leader della mia Africa nativa e altrove hanno contestato l'obiettività e l'efficacia della Corte penale internazionale, la cui creazione è stata una pietra miliare nella lotta per porre fine all'impunità per i leader nazionali.

Infine, non siamo riusciti a modernizzare l'architettura istituzionale del sistema internazionale. Le istituzioni più importanti - il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale - sono ancora dominati dai vincitori europei e americani della seconda guerra mondiale, i paesi che rappresentano una sempre più piccola minoranza della popolazione mondiale e una quota contrazione di la sua produzione economica. Il fallimento di riflettere ai nuovi equilibri del potere globale provocata dalla crescita della Cina, Brasile, Sud Africa, e altri paesi emergenti compromette l'efficacia e la legittimità del sistema internazionale di oggi, soprattutto agli occhi di coloro che si sentono negavano di una corretta riconoscimento.

Meno morti in conflitti armati

Eppure, a prescindere dalle carenze del sistema internazionale, è importante ricordare che mai prima nella storia umana hanno così poche persone (in proporzione della popolazione mondiale) è morto di un conflitto armato. Esso non può fare notizia, ma il sistema internazionale, con le sue regole e istituzioni, consente agli Stati di stabilirsi maggior parte delle loro controversie in modo pacifico, la maggior parte del tempo.

Nel bene e nel male, la lotta contro le epidemie come Ebola o prevenire le conseguenze più dannose del cambiamento climatico richiede la solidarietà e la cooperazione. Ritirandosi in unilateralismo, ultra-nazionalismo, o la politica dell'identità produrrà altro che un mondo amaro, frammentato, parrocchiale, e pericoloso.

Il mondo ha disperatamente bisogno di leader coraggiosi che possono prendere la vista lunga. In un mondo in cui riflussi di potenza e dei flussi, è nell'interesse di tutti di aderire a un sistema equo di norme che rispettino sia la sovranità nazionale e dei diritti individuali. I capi delle potenze storiche del mondo devono riconoscere che è nel loro interesse, anche, a seguire le regole, e per consentire l'aumento dei membri per aiutare scrivere queste regole. Come ho spesso sostenuto, il Consiglio di sicurezza deve essere allargata, ei paesi in via di sviluppo dovrebbe essere dato maggiori diritti di voto nelle istituzioni di Bretton Woods: il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale.

Nuovo potere, nuova responsabilità

In cambio, nuovi poteri di tutto il mondo devono iniziare ad assumere una quota maggiore di responsabilità per l'ordine globale da cui il loro successo dipende. Essi non possono più stare in disparte, denunciando le ingiustizie del passato. Invece, devono unire i loro coetanei nella costruzione del futuro.

Si sente spesso parlare di carenze delle Nazioni Unite, che è al centro del sistema internazionale. Troppo di rado facciamo notare le sue conquiste e successi, di cui ci sono stati molti. Invece di ritirarsi da un sistema che ha dato risultati eccezionali, dobbiamo usare crisi attuale della comunità internazionale come una opportunità storica per rimodellare l'ordine esistente per soddisfare al meglio le nostre sfide moderne.

Lotta senza quartiere al fumo

............al di là però dei successi innegabili della legge 3/2003, resta assolutamente attuale l'impegno contro il fumo, che il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha ribadito «una priorità dell'Italia e dell'Europa. Il fumo è infatti ancora oggi la prima causa di morte. In Italia muoiono per patologie fumo correlate circa 70mila persone l'anno e si registra la tendenza all'abbassamento dell'età in cui si giovani consumano la prima sigaretta, che è intorno agli 11 anni». Eppure, la vendita di tabacco ai minori di 18 anni in Italia è vietata. Ma i divieti nell'adolescenza servono a poco, bisogna agire su altri fronti. «C'è stata una fase dopo la legge Sirchia - ha rilevato il ministro - in cui fumare non era più di moda tra i giovanissimi, non lo si vedeva fare neppure nel mondo dello spettacolo, del cinema o in televisione, oggi tutto ciò sembra superato. Bisogna capire che questi sono campanelli d'allarme a cui mettere rimedio con una grande sensibilizzazione, perché non ci può essere indifferenza - ha concluso - quando si tratta dei minori».

olio di colza

olio di colza tossico?


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.....Queste ricerche sono state però in seguito contestate. Il colpevole è l’acido erucico, un lipide cardiotossico, che a livello di salute comporterebbe effetti negativi sulla crescita e disturbi a carico del fegato, oltre che del cuore. Oggi i ricercatori sono però riusciti ad ottenere una varietà di colza a basso contenuto in acido erucico, chiamata Canadian Brassica. Questa nuova varietà è stata poi ribattezzata con il nome di olio di canola, contrazione di CANadian Oil Low Acid, prodotta per lo più appunto in Canada. Non a tutti piace nemmeno la canola, ma, essendo un olio estremamente economico, in Italia è attualmente utilizzato da certa ristorazione commerciale per le fritture. Non piace soprattutto per il fatto che si tratta comunque di un olio raffinato, estratto utilizzando il calore, la pressione e solventi, decolorizzato e deodorizzato.

olio di palma

Da “ambiente bio” : Olio di palma nocivo, il CSS (Consiglio Sup. Sanita' belga ne sconsiglia il consumo)Ambiente Bio

….Soltanto una parte degli acidi grassi saturi ha un potenziale aterogenico (AGS-ath: C14: 0, C12: 0, C16: 0). Un elevato consumo di AGS-ath aumenta il rischio cardiovascolare. Pertanto, si raccomanda di limitare l’assunzione di AGS-ath a ≤ 8% dell’apporto energetico totale, soprattutto perché non sono essenziali....

2.2 La concentrazione di AGS-ath nell’olio di palma è alta (> 40%). Quest’olio è ampiamente utilizzato in molti alimenti e preparati. Il suo consumo, che è aumentato notevolmente nel nostro paese negli ultimi anni, contribuisce ad un apporto comparabile all’AGS-ath del grasso del latte. Una riduzione di assunzione di AGS-ath (≤ 8% dell’energia totale) può essere ottenuto attraverso una diminuzione del consumo di prodotti ricchi di olio di palma



fuggire dall'Italia? avviene in massa!!

fuggire dall'Italia? avviene in massa!!

anaao patto stabilita'= killer SSN

......."Le disposizioni della legge n. 191/2009, che prevedevano che le spese del personale non superassero per il triennio 2010-2012 il corrispondente ammontare dell’anno 2004 diminuito dell’1,4 per cento, vengono prorogate (art.2, comma 253 del ddl stabilità), infatti, a ciascuno degli anni dal 2013 al 2020. Si decide, di fatto, per i prossimi 6 anni, con buona pace di precari stabili e giovani specialisti - spiega l'Anaao - una revisione al ribasso delle consistenze di personale, dipendente a tempo indeterminato e determinato, con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, o con altre forme di lavoro flessibile, o con convenzioni..... ridimensionamento dei pertinenti fondi della contrattazione integrativa. Un blocco del turnover eterno.... una progressiva asfissia, pietra tombale su ....i staffetta generazionale".

un sistema sanitario pubblico impoverito di capitale umano e di competenze professionali, .......L’obiettivo di spalancare la strada alla intermediazione finanziaria ed assicurativa, ... E, sia chiaro - sottolinea il sindacato - non ce lo chiede l’Europa né i nostri figli".

"Colpisce il silenzio o l’indifferenza di tutti i soggetti interessati......
04 dicembre 2014

Italia : continuano le discariche abusive ed il governo cerca scuse

ANSA) - BRUXELLES, 2 DIC - Multa record per l'Italia condannata a pagare una sanzione forfettaria di 40 milioni e una penalità di 42,8 mln per ogni semestre di ritardo nel mettersi in regola, rispetto alla sentenza del 2007 sui rifiuti. E' quanto prevede la condanna inflitta dalla Corte Ue nei confronti del nostro Paese per non essersi ancora adeguata alla direttiva sulle discariche. Una stangata milionaria respinta con vigore dal ministro per l'Ambiente, Gian Luca Galletti, che annuncia che non verrà pagato "nemmeno un euro", ricordando che il governo ormai da tempo ha voltato pagina.
La sanzione, sottolinea il ministro, è "riferita al passato.
Le discariche abusive in Italia sono già in sicurezza. Andremo in Europa - prosegue Galletti - con la forza delle cose fatte per chiudere i conti con la vecchia e pericolosa gestione" e "per non pagare nemmeno un euro di quella multa". "Siamo passati - spiega il ministro - da 4866 discariche abusive contestate a 218, nell'aprile 2013. Una cifra che a oggi si è ulteriormente ridotta a 45 discariche. Con la legge di stabilità 2014 sono stati stanziati 60 milioni di euro per un programma straordinario che consentirà di bonificare 30 delle 45 discariche rimaste, anche attraverso accordi di programma sottoscritti in questi giorni con Abruzzo, Veneto, Puglia e Sicilia". Mentre "le restanti 15 discariche abusive saranno bonificate con un ulteriore impegno di 60 milioni di euro".

Anche Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera, trova "inaccettabile" (?!) la punizione all'Italia sul fronte dei rifiuti. Tuttavia, ritiene che "sia giusto far pesare le multe sulle amministrazioni inadempienti". Parole che non convincono la Commissione europea. "Ci sono stati chiaramente alcuni miglioramenti da parte dell'Italia ma non abbastanza" in quanto "non sono state adottate tutte le misure necessarie per adeguarsi alle norme Ue", spiega il portavoce della Commissione Ue per l'Ambiente Enrico Brivio.L'Italia, ribadisce Brivio, dovrà pagare i 40 mln, mentre per la penalità di 42,8 mln ogni sei mesi "potrebbe diminuire se l'Italia dimostra la conformità" con la sentenza e le norme Ue.

chi decide in sanita', lettera disperata di una collega medico

07 NOV -http://menteallegra.blogspot.com/2014/11/sanita-pericolosa-e-colabrodo-allo.html........Lavoro in questo ospedale da 3 anni ed ho già accumulato sei mesi di surplus orario, ........ limitano la mia vita privata, ..... alla fine lo stress è alle stelle, la responsabilità è enorme e l’errore è dietro l’angolo. ............ l’amministrazione comunica nuove mansioni amministrative e burocratiche, vengono assegnate a noi medici ....... passare ore tra le scartoffie e il computer. .. tutti decidono del nostro lavoro tranne noi.

-- decidono i politici, che impongono direttori generali, direttori sanitari, capi dipartimento e primari non sempre scelti per effettiva dimostrazione di merito.....mille siti : uno per scrivere le lettere di dimissioni, uno per i referti degli elettrocardiogrammi, uno per le consulenze per il pronto soccorso, uno per le viste cardiologiche, uno per dispensare i farmaci, uno per accedere agli esami di laboratorio, uno per l’angolo del dipendente e la richiesta di ferie, uno per fare il piano terapeutico dei farmaci, uno per i certificati medici per assenza dal lavoro etc etc ( .......era (ndr ed oggi?) possibile (e frequente) uscire dalla scuola di specializzazione senza aver avuto la formazione adeguata, diventare chirurghi senza mai aver effettuato un intervento chirurgico da primo operatore o divenire cardiologi senza saper mettere un pace-maker temporaneo in urgenza. .....

.......Si passava da un reparto in cui vi era un maniacale controllo primariale su tutto, .., a reparti dove si era completamente abbandonati a se stessi, in guardia il secondo giorno di servizio con l’onere di scoprire sul campo tutto ciò che mi sarebbe servito, con percorsi di inserimento e di verifica completamente assenti.
.. non ho finito di lottare.un appello :

Il sindacato deve rinnovarsi !!

Silvia Romano
Anaao Giovani, Dirigente medico presso UOC di Cardiologia Mirano (VE)

formaggio al pelo di cane: le conseguenze dell'ordinanza Brambilla , scomparsa dalla politica

formaggio al pelo di cane: le conseguenze dell'ordinanza  Brambilla , scomparsa dalla politica
carne all'echinococco

notes: c'e' da stare poco allegri!!......

..............Le cronache hanno smesso di registrare i casi di suicidio per fallimento o perchè strangolati dagli usurai e i dati della progressiva deindustrializzazione del Sud finiscono nel calderone di quelli nazionali. Nessuno vuole più rispolverare il vecchio termine di «questione meridionale» ma il dramma è reale, quanto ignorato.

Confindustria insieme a SRM-Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (centro studi collegato al gruppo Intesa Sanpaolo) ha fatto un checkup dei durissimi effetti della crisi nel Sud. I numeri sono eloquenti. Nel 2014 il saldo tra imprese iscritte e cessate è negativo per oltre 14 mila unità. Dall'inizio dell'anno hanno infatti cessato la propria attività 573 imprese meridionali al giorno, con i fallimenti in crescita del 5,7% rispetto allo stesso periodo del 2013.

L’aggravarsi della crisi, anzichè spingere le iniziative pubbliche, le ha allontanate. Gli investimenti statali e quelli privati sono diminuiti di quasi 28 miliardi tra il 2007 e il 2013: un calo di oltre il 34%, con punte di quasi il 47% nell'industria in senso stretto e del 34% nell'agricoltura e nella pesca, che pure sono settori in cui è forte la specificità del Mezzogiorno. In particolare, lo Stato ha smesso di mettere soldi nel Sud: tra il 2009 e il 2013, infatti, la spesa in conto capitale nel Mezzogiorno si è ridotta di oltre 5 miliardi di euro, tornando ai valori del 1996, contribuendo alla riduzione del numero e del valore degli appalti pubblici. In calo di numero, ma soprattutto di valore (da 8,6 miliardi a poco più di 5) sono anche le gare di partenariato pubblico-private bandite nel Mezzogiorno. «Si realizzano, dunque, sempre meno investimenti pubblici, sia che lo Stato li finanzi direttamente sia che li promuova indirettamente - spiegano Confindustria e Srm - E ciò è paradossale, se si considerano le difficoltà economiche che suggerirebbero l'opportunità di un'azione pubblica decisamente anticiclica». Quanto al mercato del lavoro, al Sud sono senza impiego due italiani su tre.

Non potendo puntare sul mercato interno, anche perchè i consumi marciano a rilento, molte aziende rivolgono lo sguardo oltre confine. Segnali parzialmente in controtendenza vengono infatti dalle esportazioni: l'export è, infatti, l'unica variabile il cui valore al 2013 è superiore (+2,4%) a quello del 2007. Tuttavia, tale recupero sembra essersi fermato nel 2013 e nei primi mesi del 2014, o meglio differenziato: scende l'export di idrocarburi, oscilla l'export di acciaio, si rafforzano settori come l'aeronautico-automotive, la meccanica, la gomma-plastica, l'agroalimentare. Così come si rafforza l'export dei principali poli produttivi e dei distretti meridionali.

Non sono gli unici segnali timidamente positivi: cresce il numero delle società di capitali (+3,2% rispetto a un anno fa), delle imprese aderenti a contratti di rete (oltre 1.600), delle nuove imprese condotte da giovani (50mila nel solo 2013); tornano a crescere, in alcune regioni meridionali, i turisti stranieri.

Laura Della Pasqua (il Tempo.it)

notes : Gramsci , Il Cesarismo

orso castano: il "cesarismo" di Renzi appare "regressivo". Gradualmente , vedi la vicenda Senato, vuole riformare la Costituzione e creare nel paese una svolta autoritaria. La supremazia economica tedesca, la spinta sull'Europa delle forze finanziarie , che intendono controllare e dominare tutti i processi economici , sottomettendo a regole antidemocratiche le forze antagoniste, impoverendole, negando loro un welfare degno di questo nome, infiltrandosi dentro i cosiddetti "Partiti Democratici" per corroderli, indebolirli, sminuirne la forza innovatrice, sono le molle potenti sulle quali si appoggia: Renzi non v uole riformare il capitalismi mediando con le forze del lavoro, ma vuole , alleandosi cole forze di destra, sconfiggere i diritti delle forze antagoniste, modificare la costituzione ed i diritti delle fasce piu' deboli. Una svolta pericolosamente autoritaria e' all'ortizzonte.

"Si può dire che il cesarismo esprime una situazione in cui le forze in lotta si equilibrano in modo catastrofico, cioè si equilibrano in modo che la continuazione della lotta non può concludersi che con la distruzione reciproca. Quando la forza progressiva A lotta con la forza regressiva B, può avvenire non solo che A vinca B o B vinca A, può avvenire anche che non vinca né A né B, ma si svenino reciprocamente e una terza forza C intervenga dall'esterno assoggettando ciò che resta di A e di B. Nell'Italia dopo la morte del Magnifico è appunto successo questo, com'era successo nel mondo antico con le invasioni barbariche. Ma il cesarismo, se esprime sempre la soluzione "arbitrale", affidata a una grande personalità, di una situazione storico-politica caratterizzata da un equilibrio di forze a prospettiva catastrofica, non ha sempre lo stesso significato storico. Ci può essere un cesarismo progressivo e uno regressivo e il significato esatto di ogni forma di cesarismo, in ultima analisi, può essere ricostruito dalla storia concreta e non da uno schema sociologico. È progressivo il cesarismo, quando il suo intervento aiuta la forza progressiva a trionfare sia pure con certi compromessi e temperamenti limitativi della vittoria; è regressivo quando il suo intervento aiuta a trionfare la forza regressiva, anche in questo caso con certi compromessi e limitazioni, che però hanno un valore, una portata e un significato diversi che non nel caso precedente. Cesare e Napoleone I sono esempi di cesarismo progressivo. Napoleone III e Bismarck di cesarismo regressivo. Si tratta di vedere se nella dialettica rivoluzione-restaurazione è l'elemento rivoluzione o quello restaurazione che prevale, poiché è certo che nel movimento storico non si torna mai indietro e non esistono restaurazioni in toto. Del resto il cesarismo è una formula polemico-ideologica e non un canone di interpretazione storica. Si può avere soluzione cesarista anche senza un Cesare, senza una grande personalità "eroica e rappresentativa". Il sistema parlamentare ha dato anch'esso un meccanismo per tali soluzioni di compromesso.

(A. Gramsci, Quaderni del carcere)

notes : foldit

games for science

notes : aumenta la disoccupazione!!

ROMA - Sono quasi 7 milioni le persone che vorrebbero lavorare ma non trovano. Stando ai dati Istat sul primo trimestre, ai 3,487 milioni di disoccupati si possono sommare 3,381 milioni di inattivi che desidererebbero lavorare, ma non cercano attivamente o non sono subito disponibili, per un totale di 6,87 milioni. Nove mesi fa erano 'solo' 6 milioni.
Tutte persone, quindi, che si ritrovano a casa, a spasso, anche se preferirebbero lavorare. Si tratta di un 'esercito' sempre più esteso, cresciuto solo nell'ultimo anno, tra i primi tre mesi del 2013 e lo stesso periodo del 2014, di ben 440 mila unità (+6,9%), alimentato sia dai disoccupati, coloro che effettivamente sono a caccia di un impiego, sia da quegli inattivi che si sono chiamati fuori dal mercato del lavoro pur mantenendo intatto il desiderio di un impiego. Un fenomeno su cui pesa lo scoraggiamento............

notes :turkia democratica

Turchia, 282 morti. Consigliere Erdogan dà calci a manifestante, è polemica sui social

notes:ANAAO Piemonte ,GRAZIE SEGRETARIO!! non smettere!!

..........Fare sindacato nel contesto sanitario di questi ultimi anni è stato veramente faticoso ed a tratti sconfortante. La congiuntura economica nazionale è stata sull’orlo di una situazione catastrofica con rischi per la stabilità finanziaria dell’intero Paese. Si sono succeduti interventi di “emergenza”, blocchi stipendiali, attacchi continui all’amministrazione pubblica, vista sempre e solo come una “idrovora” da sforbiciare, con il risultato che la parte “sana” ne ha risentito grandemente, mentre le sacche di inefficienza e di spreco hanno continuato a fare bella (per modo di dire) mostra di sé, anche direttamente nelle aule giudiziarie.
Il termine spending review è entrato tristemente nel vocabolario comune e ha semplicemente celato il prosaico concetto dei tagli lineari. Le nuove generazioni di medici sono penalizzate e spesso costrette ad emigrare. È ormai usuale lavorare sotto organico ed in condizioni di difficoltà.
In Piemonte, giunti debolissimi davanti alla crisi degli ultimi anni, abbiamo pagato più di molte altre Regioni. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: siamo l’unica Regione del Nord a dibattersi in un vessatorio piano di rientro insieme a Calabria, Sicilia, Lazio, Puglia ed a quasi tutte le Regioni del centro-sud.
In Piemonte, negli ultimi 20 anni, abbiamo pagato una politica sanitaria in parte miope e a tratti autenticamente scellerata. Tre anni fa assistevamo nuovamente ad arresti di Direttori Generali, a un Assessore alla Sanità ai domiciliari e a nuove inchieste della magistratura.
Il grave squilibrio finanziario, la finanza allegra dei “derivati”, il numero ipertrofico di Aziende Sanitarie (sproporzionato rispetto a quasi tutte le altre Regioni), i Piani Sanitari come strumento di futile propaganda e gli innumerevoli fallimenti programmatori sono un patrimonio comune delle giunte di sinistra e di destra.
L’intera classe politica di questa Regione, con pochissime eccezioni, ha sguazzato in modo assolutamente bipartisan nella melma della demagogia con una incontinenza di proclami e di comunicati stampa i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Questa ultima amministrazione è stata però di gran lunga la peggiore che io mi ricordi. Abbiamo dovuto confrontarci con un Assessore della Fiat-Iveco che candidamente affermava di non sapere nulla di Sanità e con un Governatore arrogante e presuntuoso. Da questo orrido connubio sono nate le peggiori iniziative e i fallimenti più clamorosi. Le Federazioni Sovrazonali, utili solo a rimpolpare il conto corrente dei suoi 6 Direttori con una ricca busta paga, sono una delle tante ideazioni paranoidi della Giunta (illegittima) di questi ultimi 4 anni.
Nel solco della precedente giunta di centro-sinistra, sulla Città della Salute di Torino e sui suoi faraonici progetti non è stato concluso nulla (se non la creazione di una azienda totalmente ingestibile), dove si doveva valutare con attenzione si è demolito (Ospedale Valdese), i piccoli ospedali inutili sono in gran parte sopravvissuti grazie ai soliti mercatini clientelari, dell’assistenza territoriale restano macerie: anziani non autosufficienti in lista d’attesa per una RSA da anni, mentre i pronto soccorsi ed i reparti sono traboccanti di barelle anche d’estate.
Non si possono elencare con dovizia le scorribande di questa ultima amministrazione sul terreno della Sanità regionale. Ma il nostro sindacato non è stato tra gli attori inanimati (o tra gli ignavi) che sono rimasti a guardare o addirittura a blandire il potente di turno. Abbiamo tenuto su ogni questione e abbiamo randellato (mediaticamente) su ogni sconcezza. Abbiamo denunciato le malefatte, i favori, le incongruenze, le vere e proprie follie partorite da questa Amministrazione e da qualche fedelissimo Direttore Generale.
Ma soprattutto abbiamo sempre dato adeguata assistenza a tutti gli iscritti, in tutte le sedi, fornendo informazioni, consigli e supporto sindacale e legale.
L’interesse che abbiamo attirato, anche fuori dai confini regionali, da radio, giornali e televisioni, gli oltre 640.000 contatti unici sul nostro sito web negli ultimi tre anni, dimostrano che una sana voce dissonante, informata e senza pregiudizi politici svolge un preciso ruolo sociale oltreché sindacale e si guadagna rispetto e considerazione anche da chi non appartiene alla nostra categoria professionale.
La nostra indipendenza di giudizio e l’intenso lavoro al servizio degli iscritti, merito soprattutto dei nostri segretari aziendali e dalla formidabile sede amministrativa di Torino, è stata premiata: gli iscritti all’Anaao Assomed Piemonte sono in costante aumento, rappresentando ormai il 25% di tutti i medici e sanitari del Sistema Sanitario Regionale. Tutto ciò malgrado un inesorabile declino del numero di medici dipendenti che avrebbe sicuramente giustificato un proporzionale decremento.
Se, come sembra, avete trovato nella nostra associazione un punto di riferimento ed un senso di appartenenza ritengo di aver svolto adeguatamente il mio compito. A chi mi succederà auguro le stesse soddisfazioni e a tutti voi un grande abbraccio per avermi dato modo di rappresentarvi.

notes : i farmaci biotec in Italia

Presentato a Milano lo scorso 7 aprile il Primo Rapporto di CeSBio

Lo scorso 7 aprile è stato presentato a Milano, nella sede dell'Università Commerciale Luigi Bocconi, il primo rapporto di ricerca di CeSBio - Centro Studi e Ricerche sulle Biotecnologie Sanitarie e Settore Biotech - nato dalla collaborazione tra il Centro di Ricerche sulla Gestione dell'Assistenza Sanitaria e Sociale (CERGAS) dell’Università Bocconi (con il coordinamento di Amelia Compagni), il Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università del Piemonte Orientale (con il coordinamento di Claudio Jommi) e l’Associazione Italiana per lo Sviluppo delle Biotecnologie (Assobiotec), che sostiene questa iniziativa con un grant triennale di ricerca, e con il supporto di un Comitato Scientifico formato da referenti della ricerca e del mondo delle istituzioni.
A presentare il Centro Studi Rosanna Tarricone, Pier Luigi Canonico e Riccardo Palmisano, rispettivamente Direttore del Cergas, Direttore del Dipartimento di Scienze del Farmaco di Novara e Vice Presidente Esecutivo di Assobiotec.
Il primo rapporto è dedicato ai farmaci biotecnologici e alle politiche nazionali e regionali per il loro governo. Secondo tale report, basato per la parte quantitativa su dati IMS Health, la spesa per farmaci biotecnologici ha raggiunto nel 2013 i 3,6 miliardi di euro, pari al 12,9% della spesa farmaceutica complessiva a carico del SSN e il 34,5% della spesa per farmaci acquistati dalle strutture sanitarie, con un tasso di crescita, con riferimento a questi ultimi, in linea con l’andamento generale di mercato. I farmaci biosimilari hanno visto sensibilmente aumentare la propria quota di mercato a volumi e valori, raggiungendo complessivamente, nel 2013, il 28,3% del mercato di riferimento (molecole a brevetto scaduto) a volumi (1,3% nel 2009) ed il 24,1% come spesa (1,3% nel 2009). Il rapporto mostra anche un grado di diffusione inferiore dei farmaci per i quali altre agenzie (nello specifico il NICE inglese) hanno espresso parere negativo per le insufficienti evidenze cliniche o l’elevata costo-efficaci. Nel breve periodo, i prontuari regionali hanno un importante effetto sulla penetrazione di mercato di tali farmaci, ma nel medio-lungo periodo la diffusione dei farmaci biotecnologici non sembra essere influenzata dall’inclusione nei prontuari regionali. Il report fornisce poi un’analisi specifica delle politiche nazionali e regionali di governo: oltre alle azioni sui biosimilari ed i prontuari, sono state indagate le forme di finanziamento ad hoc attivate dalle regioni e le iniziative di governo del comportamento clinico, con riferimento in particolare a registri e percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali.
Il Workshop ha rappresentato anche l’occasione per lanciare la prossima iniziativa di ricerca del CeSBio centrata sulla valutazione di impatto dei biomarker associati a farmaci biotecnologici a livello nazionale, regionale, di aziende sanitarie e dei diversi portatori di interesse. Di questo tema e degli accordi di rimborso condizionato ha discusso, nella prospettiva clinica, Francesco Perrone, Unità di Sperimentazioni Cliniche Istituto Nazionale Tumori di Napoli.

notes : ricerca sanitaria pubblica (Corte dei Conti

............Nel complesso si può affermare che nel sistema della ricerca sanitaria finanziata con
risorse pubbliche vi è la consapevolezza della necessità di individuare processi di selezione che siano trasparenti (obiettività e terzietà delle selezioni), tempestivi (durata minima del processo valutativo), congrui rispetto ai bisogni di progressi scientifici nell’area clinico-medicale (concentrazione delle risorse sui temi prioritari individuati dal Piano sanitario nazionale e dal Piano nazionale della ricerca). Per quanto concerne questi tre obiettivi, va detto che quello della trasparenza sia in buona misura conseguito, a parte alcuni rilievi che verrano espressi nel corso della relazione;
l’obiettivo della tempestività sembra invece necessitare della predisposizione di incisivi meccanismi di accelerazione; per quanto riguarda il terzo obiettivo, si può prudentemente
sostenere che gli indirizzi delle direttive ministeriali siano in buona misura rispettati.L’analisi ha fatto emergere profili di rilevante concentrazione, in primo luogo geografica (v. App. 2.1.1 bis), poichè il numero maggiore di IRCCS si addensa nelle sole regioni dellaLombardia e del Lazio, poi di concentrazione della maggior parte delle risorse finanziarie su
pochissimi IRCCS ed in particolare su uno, l’Istituto San Raffaele di Milano; anche il rapporto didistribuzione delle risorse tra IRCCS pubblici e privati è fortemente sbilanciato a favore diquesti ultimi, poichè esse vanno per 2/3 ai privati e per 1/3 ai pubblici; un ulteriore fenomeno di concentrazione riguarda invece le discipline trattate dall’insieme dei progetti finanziati:infatti, per la ricerca corrente, all’oncologia va il 28% dei finanziamenti e alle neuroscienze il 22%, mentre nella finalizzata, il 30% dei finanziamenti va alle neuroscienze e il 20%all’oncologia; del resto, tale ultimo fenomeno può essere almeno in parte spiegato con leindicazioni stesse del Piano sanitario nazionale e delle direttive ministeriali.Per quanto concerne la gestione delle risorse, la complessa procedura che presiede allaassegnazione dei finanziamenti, specie nella ricerca finalizzata, genera una evidente difficoltà nei tempi di erogazione: nel periodo 2007-2011 i residui sonocostantemente intorno ai 160
milioni, con stanziamenti di competenza che negli anni oscillano tra i 117 e i 53 milioni di euro, denotando la tendenza dell’amministrazione a riportare all’esercizio successivo la competenza.Anche i tempi necessari per completare le procedure di verifica dei risultati – secondo quanto
emerge dal riscontro a campione sui progetti della ricerca finalizzata – appaiono meritevoli di ulteriori ridimensionamenti. 4 Si tratta del resto di criticità che l’Amministrazione stessa rileva, imputandola anche alla
complessità delle procedure di assegnazione dei fondi, in particolare per quanto riguarda la
ricerca finalizzata................

notes: Giuseppe Vega investitori restate in Italia!

...............Da parte degli investitori è stata "fatta una apertura di credito" nei confronti del nostro Paese e ora "bisogna andare avanti" con il processo di riforme. Anche perché, ha continuato, ora in Italia "c'é un po' di sole, speriamo che continui" e servirà "lavorare perché resti".

Servono dunque dei cambiamenti, perché questo interesse permanga e faccia bene al Paese. Ecco quelli auspicati da Vegas:

- Agire sulle regole fiscali, semplificandole, non solo per le esigenze di gettito ma anche per orientare gli operatori verso comportamenti virtuosi. La prossima revisione della tassazione sulle rendite finanziarie, che partirà a luglio può essere l'occasione per disegnare un sistema di incentivi che premi l'investimento di lungo periodo, soprattutto previdenziale, e favorisca la canalizzazione del risparmio verso forme di investimento nel finanziamento delle pmi.

- Semplicare il sistema di amministrazione e controllo verso la forma monistica (che non prevede il collegio sindacale, ndr), quella più diffusa a livello internazionale e privilegiata nelle iniziative di autodisciplina delle società quotate. Oggi in Italia ci sono troppe figure che "intasano" le attività societarie.

- Rivedere il Testo Unico della Finanza (Tuf) in modo tale da migliorare "l'attuale impostazione del sistema sanzionatorio inefficiente sul "piano della dissuasività e tempestività". "L'introduzione di meccanismi di patteggiamento, insieme a misure di deflazione per gli illeciti veniali e a meccanismi premianti per le segnalazioni di operazioni sospette potrebbe consentire di accertare in tempi molto più rapidi gli illeciti", ha detto Vegas. "Si dovrebbe inoltre procedere alla definizione di sanzioni nei confronti delle società e degli amministratori per le violazioni della disciplina sulle operazioni con parti correlate".

- Evitare che la Bce con i suoi controlli sulle banche causi una nuova stretta creditizia. "Gli effetti sulla stabilità complessiva del sistema finanziario saranno positivi ma l'impatto sulla crescita risentirà dell'ulteriore restringimento dei margini necessari per supportare l'erogazione di nuovo credito alle imprese". Per Vegas "potrebbero risultare penalizzati i sistemi bancari più tradizionali e con attivi più trasparenti e concentrati, come il nostro, su crediti alle imprese, titoli di Stato e immobili". Sui titoli di Stato la valutazione a prezzi di mercato "risulta discriminatoria per le banche italiane rispetto a quelle di altri paesi che hanno esposizioni molto significative e non meno rischiose in derivati e titoli strutturati".

- Portando un po' di acqua al suo mulino, inoltre, Vegas ha sottolineato l'importanza di promuovere canali di intermediazione diversi da quello bancario come la Borsa dove "per il 2014 sono almeno 10 le società che hanno già manifestato l'intenzione di quotarsi sul mercato telematico azionario. Un dato incoraggiante". A questo riguardo Vegas ha aggiunto anche che "la quotazione di imprese pubbliche rappresenta un importante segnale della volontà di ridurre la sfera dell'intervento pubblico nell'economia" e "potrebbe ripetersi", così come avvenne "con le grandi privatizzazioni degli anni novanta... un importante salto dimensionale e culturale" della Borsa. La condizione è che "leprivatizzazioni non costituiscano un mero strumento di copertura del fabbisogno finanziario ma, anche grazie agli effetti positivi sulla riduzione dello stock del debito, rappresentino un volano per lo sviluppo e la competitività dei mercati".

- Creare una SuperConsob europea, ovvero un'autorità di vigilanza cross border sui mercati che allinei i livelli di gioco del mercato nei diversi paesi.

notes : cos'e' "Garanzia giovani", ma dov'e' finita?!

di Massimo Morici

..........Si chiama garanzia giovani (Youth guarantee) e assicurerà ai ventenni europei di ricevere un’offerta di lavoro, di formazione o di stage entro quattro mesi dalla fine degli studi o dalla perdita del posto di lavoro.

Il meccanismo è previsto nello schema comunitario per i cittadini under 25 dell’Unione europea, votato dal Consiglio europeo lo scorso 28 febbraio su proposta della Commissione, ed è finito ora nell'agenda del governo Letta per cercare di abbattere una percentuale: quella degli italiani con un’età inferiore a 24 anni che sono fuori dal mercato del lavoro e dagli studi, i cosiddetti Neet (oné,né), pari al 37,8% del totale.

Una sorta di limbo in cui, stando allo schema, saranno destinati a rimanere per soli quattro mesi, il tempo necessario per ricevere dallo Stato una nuova proposta di lavoro o un’ulteriore offerta formativa o di tirocinio.

Il modello si ispira all'esperienza dei servizi pubblici per l'impiego scandinavi in cui, una volta valutate le aspirazioni e le abilità del giovane disoccupato, la ricerca del posto di lavoro è ampliata anche ad altre forme di inserimento attive nel mercato, come tirocini, apprendistato, supporto nell’accesso all’istruzione e alla formazione e finanziamento delle start - up.

LEGGI TUTTE LE NEWS SULLA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE

Sul piatto Bruxelles è pronta a mettere 6 miliardi fondi europei, disponibili dal 2014 al 2020, che andranno però solo a quei Paesi membri con una disoccupazione giovanile superiore al 25%. Unica condizione: aver fatto proprie entro il prossimo anno le indicazioni europee (lo Youth guarantee è difatti una raccomandazione, un atto non vincolante con cui la Commissione invita gli Stati a prendere iniziative di inclusione giovanile).

Un treno da non perdere, insomma, anche perché lacommissione Occupazione dell'Europarlamento ha approvato di recente una serie di modifiche, che dovranno essere negoziate con il Consiglio, per ampliarne l'applicazione anche agliunder 30 laureati o senza titoli di studio.

Non solo. La gara ad accaparrarsi i fondi Ue si farà ancora più dura nei prossimi anni, perché potranno far ricorso allo schema anche quelle aree in cui la disoccupazione giovanile supera il 20% nel 2012.

E se i richiedenti sono destinati ad aumentare, la torta sul piatto invece è sempre la stessa: 6 miliardi provenienti in parte dal Fondo sociale europeo e in parte da quello di coesione. Un terzo del costo della "garanzia" stimato dall’International Labour Organization (21 miliardi di euro).

notes Renzi e Madia (straricca) stanno distruggendo il Welfare

Jobs Act: "Denunciamo lo Stato italiano perché ce lo chiede l'Europa"

Le voci contro il Jobs Act: hanno deciso di denunciare l'Italia per aver infranto la normativa europea sul lavoro. Tra loro precari, sindacati di base e giuristi

Si chiama decreto legge 34 e il suo titolo è "Disposizioni urgenti per il rilancio dell'occupazione". Ma noi sin da quando è stato stilato lo conosciamo come Jobs Act. Firmatari del provvedimento ovviamente Giorgio Napolitano, Matteo Renzi e Giuliano Poletti, ministro del lavoro.

Una riforma del mercato del lavoro che dovrebbe provare a risolvere i problemi che riguardano la disoccupazione in particolare quella giovanile. Il premier si è posto quest'obiettivo sin dall'inizio del suo mandato: il 19 marzo commentando i dati Istat aveva affermato che 'gridavano vendetta', promettendo di cambiare, discutendo di "ammortizzatori sociali, salario minimo, assegno universale di disoccupazione, ma anche di come contemporaneamente consentire agli imprenditori di assumere senza difficoltà burocratiche”.

Il Jobs Act è un decreto d'urgenza e adesso manca solo un passaggio affinché diventi legge: il 20 maggio dovrebbe avvenire la conversione attraverso il Parlamento.

C'E' CHI DICE NO - Lo stesso giorno della discussione del provvedimento in aula, fuori da Montecitorio c'erano i movimenti sociali, indignati e determinati a continuare a protestare. In effetti la manifestazione del 12 aprile, teatro di scontri e polemiche, aveva come obiettivo il ministero del Welfare per questa ragione: fermo e determinato no a Jobs Act, Piano Casa e governo Renzi.

Anche dal mondo del sindacalismo di base si sono levate le voci del dissenso: l'Usb e l'associazione Giuristi Democratici presenteranno un esposto contro lo stato Italiano per 'violazione del diritto comunitario' proprio a causa del Jobs Act. Il decreto sarebbe in contrasto con la direttiva 1999/70 del consiglio dell'Unione europea e con quanto sancito da alcune sentenze della Corte di Giustizia. Infine ci sarebbero dei punti in contraddizione anche con la Costituzione Italiana.

COSA DICE L'EUROPA - Secondo la direttiva 1999/70 gli stati membri devono limitare la temporaneità dei contratti, favorendo il tempo indeterminato. "Con il Jobs Act non è importante se i rinnovi siano 5 o 8: il punto è che non sono obbligato ad avere un motivo valido per non rinnovarti il contratto e questo entra in contraddizione con la normativa europea" ci dice Stella di San Precario, rete di lavoratori che da più di 15 anni denuncia le problematiche legate al lavoro precario.

UN FUTURO PRECARIO? - Anche San Precario denuncerà l'Italia per quest'infrazione: "I contratti non sono a persona ma a mansione. Per rinnovartelo e lasciarti con le stesse condizioni di precariato non mi importa se i rinnovi massimi consentiti sono 8 o 5. Semplicemente ti cambio mansione e posso continuare a non assumerti a tempo indeterminato" continua Stella. Se poi si mettono insieme gli altri ultimi provvedimenti in materia di lavoro, la prospettiva è quella di un 'disastro futuro', come spiegano ironicamente gli attivisti in un video.

GUARDA IL VIDEO JOB ACT, IL DISASTRO FUTURO

"Tra qualche anno saremo invasi da una marea di working poors, lavoratori senza tutele e stipendio basso...................


notes:legge sulla tortua , resistenza (non tutte) delle forze dell'ordine


orso castano : il governo fa accordi , l'opposizione (anche i V stars) tre scimmiette, i cittadini prendono le botte, l'Europa ci condanna.


IL COMUNICATO DEL COMITATO VERITÀ E GIUSTIZIA PER GENOVA

TORTURA, UNA LEGGE INADEGUATA

La legge sulla tortura approvata al Senato è molto più che deludente. Diciamo pure inadeguata. L’Italia, come confermano ormai molti episodi e molti processi degli ultimi anni, è un paese nel quale appartenenti alle forze dell’ordine hanno praticato varie forme di tortura. Approvare una legge che non qualifica la tortura come reato specifico delle forze dell’ordine significa rinunciare a quell’effetto deterrente che una legge del genere dovrebbe avere.Significa fingere di vivere in un altro paese. Nella pratica è un cedimento della politica ai desiderata – in questo caso poco responsabili – dei vertici delle forze dell’ordine, che altrimenti si sarebbero sentiti messi sotto accusa, mentre è ben chiaro che una seria legge sulla tortura (che preveda anche la non prescrizione del reato) è nell’interesse di forze dell’ordine a loro pieno agio all’interno di un sistema autenticamente democratico.


UNIONE CAMERE PENALI ITALIANE

"................. Il reato di tortura dovrebbe essere un reato proprio del pubblico ufficiale, come per altro prescritto dalla Convenzione dell’Onu fin dal 1984. Viceversa il testo approvato al Senato introduce la fattispecie come reato comune aggravato nel caso in cui sia commesso dal pubblico ufficiale. Questo è un grave errore ed una soluzione pasticciata, anche perché in questa maniera la condotta prevista finisce per sovrapporsi a quelle prese in considerazione da altri reati già esistenti, invece quel che doveva essere chiaramente e severamente sanzionato è proprio il fatto che la persona nelle mani dello Stato sia sottoposta a violenze fisiche o morali, questo per il particolare disvalore che tale fattispecie dimostra. L’auspicio dei penalisti è che la norma possa essere migliorata nel successivo passaggio parlamentare alla Camera e che tutto ciò avvenga con rapidità e senza compromessi.

La Giunta

Roma, 5 marzo 2014


notes: renzi contro i sindacati. il premier e' di sinistra ??

orso castano : e' di sinistra un premier che ormai quotidianamente si scontra con i sindacati su un problema delicato come il lavoro/disoccupati/investimenti produttivi, non sapendo e non riuscendo a mediare?. Nel frattempo il PD resta a guardare . Si difendono cosi' i diritti dei sempre meno numerosi lavoratori??
Susanna Camusso: Intervenendo al XV congresso provinciale del sindacato a Palermo: “Per quello che abbiamo visto finora sul decreto fatto dal governo e anche sulle misure del disegno di legge delega sul lavoro, non ci siamo, e siamo nella direzione opposta a quella tante volte annunciata.”“Si annunciano i jobs act raccontando che per superare questo sindacato, le sue resistenze, si faceva un bel contratto unico a tutele crescenti e cosi’ si dava un risposta. Ma il contratto unico a tutele crescenti non corre il rischio di avere, in realta’, tutele descrescenti?”, poi l’avvertimento: “Bisogna prestare attenzione a quello che si sta facendo nel mercato del lavoro. L’abbiamo detto con una regolarita’ da orologio svizzero. Che chi continua a pensare che il tema della crescita nel nostro Paese siano le regole del mercato del lavoro, insegue una politica che abbiamo gia’ visto fare tante volte, e che non ha determinato la crescita ne’ nel nostro ne’ in altri paesi. Ci pare che non abbiano capito bene, che bisogna fare ancora qualche ripetizione. Perche’ si continua a insistere in quella direzione”.

notes: situazione drammatica. Renzi attacca i sindacati .......

orso castano : Camusso ,leader CGIL, ha ragione : Renzi : cacciare i lavoratori 60enni. Ma molti di questi 60enni sostengono figli disoccupati!! Cosi' Renzi impoverisce di piu' il paese!!1 maggio, Camusso: "Domani sarà festa della disoccupazione"

: "Dati Istat? Non si esce dalla crisi se non si inverte rotta"


1 maggio, Camusso: "Domani sarà festa della disoccupazione"
Susanna Camusso
  • VEDI ANCHE La disoccupazione resta al top al 12,7%.

stralci da Repubblica,it Primo Maggio "caratterizzato dal lavoro che non c'è, soprattutto per i giovani". "E' la festa della disoccupazione più del lavoro"....dati diffusi oggi dall'Istat con i dati di marzo con un tasso di disoccupazione al 12,7%. "Non si parla di uscita dalla crisi se non si inverte significativamente il dato della disoccupazione", avverte........sul Job act :
. "Mai detto che per noi andava bene", ha detto. C'è, dice, "un errore di base: moltiplicare forme di precarietà mentre si era annunciata una semplificazionedel mercato del lavoro". Va "un pò meglio sul tema dell'apprendistato,ricondotto
anche per obblighi europei ad un contratto di forma mista, che prevede la formazione".Sulle pensioni bisogna smettere di "improvvisare" sulla riforma del sistema previdenziale: "gli annunci non fanno bene al sistema né alle persone, creano solo allarme"...... la vertenza Electrolux, scelta come simbolo di tutte le vertenze industriali aperte con la manifestazione di domani a Pordenone, ad un passo dallo stabilimento di Porcia. "Un simbolo al fianco di altri", dice Camusso. Come il caso Piombino "Nei giorni scorsi è stato spento l'altoforno di Piombino: crediamo ci siano grandi responsabilità dei tre governi che si sono succeduti durante la vertenza di Piombino". E ancora: "Siamo molto preoccupati per il futuro dell'Ilva di Taranto, e per tutto il gruppo Ilva. Stiamo parlando dell'esistenza o meno di un settore della siderurgia in questo Paese", ..... La preoccupazione della Cgil "vale per le aziende private, e vale per aziende partecipate pubblicamente, per le quali si parla molto delle nomine, e poco dei piani industriali", avverte ancora Camusso. Sulla questione Alitalia, la leader di Cgil ha detto che la discussione deve puntare al piano industriale e sugli investimenti non sui tagli del personale.

notes : festa del lavoro disoccupato

http://www.youtube.com/results?search_query=scantri+1+maggio

tumori : 1 su 2 , Veronesi

...............Dimenticare i tempi in cui il cancro non si poteva neppure nominare e veniva chiamato 'male inguaribile', e vincere i tabù informando correttamente l'opinione pubblica e insegnandole a credere nella scienza, "oggi poco amata dalla nostra popolazione". E' questa la richiesta che Veronesi ha rivolto alle firme note intervenute con lui nell'Aula magna dell'ateneo, per il primo confronto pubblico sulla comunicazione in campo oncologico. Cinque i direttori sul palco: Mario Calabresi della Stampa, Monica Maggioni di RaiNews 24, Ezio Mauro di Repubblica, Roberto Napoletano del Sole 24 Ore e Sarah Varetto di Sky Tg 24. Assenti Ferruccio de Bortoli del Corriere della Sera, e Lucia Annunziata dell'Huffington Post Italia. "Dei 20 milioni di italiani che oggi sviluppano un tumore nel corso della vita - è il messaggio dell'ex ministro della Sanità - 14 milioni, il 70%, potrebbero essere salvati con la prevenzione e la diagnosi precoce".Veronesi ritorna con la memoria al 1969-70 e ricorda che "per 10 anni (tanto durò il suo studio sul mini-intervento che salvò il seno delle donne, ndr) non avevo dormito di notte. Quando furono pronti i risultati feci un salto di gioia e inoltrammo il lavoro al 'Nejm' che lo pubblicò. Ma senza l'articolo sulla front page del 'Nyt' - dice l'oncologo mostrando la vecchia pagina - nulla sarebbe successo. E oggi alle mie pazienti io dico: non lo dovete a me, lo dovete al New York Times". Se allora i media contribuirono a risparmiare alle donne "orrende mutilazioni", oggi possono accorciare le distanze verso l'obiettivo "mortalità zero". Nonostante l'aumento dei casi di cancro, infatti, "da 15 anni la mortalità è in calo costante e oggi curiamo il 60-65% dei malati". Non solo. "Il 30% delle pazienti che operiamo all'Ieo hanno un tumore al seno occulto, non ancora palpabile, scoperto grazie agli screening. Ne abbiamo seguite 1.200 e abbiamo scoperto che dopo 10 anni il 98,5% è guarita". Ecco quindi che "se tutte le donne facessero prevenzione - ammonisce lo scienziato - il problema del cancro al seno di fatto sarebbe risolto". In generale, " se tutta la popolazione adottasse uno stile di vita salutare e si avvicinasse in massa alla diagnosi precoce, e se i responsabili delle politiche sanitarie e ambientali applicassero tutte le conoscenze e le misure preventive che la ricerca ha messo a disposizione, il cancro sarebbe una malattia sotto controllo". Invece, "per fare un esempio, le fabbriche di amianto hanno chiuso 40 anni dopo che la scienza ne scoprì il potere cancerogeno". Veronesi chiude rilanciando uno dei cavalli di battaglia degli anni in cui era ministro: "E' necessaria una svolta epocale dal 'welfare state alla 'welfare community'. La salute deve diventare una responsabilità condivisa, ma questa rivoluzione non può avvenire senza l'aiuto dei media. La scienza ha sempre corso e continuerà a farlo, ma se la società non ci segue niente succede. La gente va informata perché l'ignoranza, il non sapere, non dà nessun diritto. Né a credere né a non credere".Anche i condirettori scientifici dell'Ieo si uniscono all'appello del fondatore. "Lo sforzo e l'investimento nella scienza non potrebbero bastare se le nuove conoscenze non vengono trasferite alla popolazione. Il ruolo dei media è essenziale", concorda Pier Giuseppe Pelicci. "Oggi 2,2 milioni di italiani, il 4% della popolazione, hanno avuto un cancro o stanno lottando per vincerlo. Se queste persone fondassero un partito e lo votassero, quel partito otterrebbe la maggioranza assoluta", esemplifica Roberto Orecchia...................


notes : pozzi avvelenati e faccia di bronzo

(ANSA) - PESCARA, 27 MAR - "Se fossimo in un paese a Nord delle Alpi, tutti i responsabili politici di questa vicenda dovrebbero ritirarsi a vita privata. Purtroppo devo invece constatare che ce li ritroveremo candidati alle prossime elezioni con la faccia tosta di chiedere di poter governare l'Abruzzo". Così il consigliere regionale Maurizio Acerbo (Prc), a proposito della relazione dell'Istituto superiore di sanità sul caso Bussi, a margine della conferenza stampa del Forum Acqua.
"Nel 2007 - ricorda Acerbo - i pezzi grossi del Partito democratico, meglio chiamarlo 'partito dell'acqua', che controllavano Aca e Ato, ci accusarono di ingiustificato allarme sociale e ci furono mesi di polemiche in cui si disse che i nostri dati erano inventati. Quello che accade oggi - conclude Acerbo - è che a distanza di anni l'Istituto superiore di sanità conferma totalmente ciò che noi sostenevamo e la validità della nostra battaglia". (ANSA).

notes (patto x la salute, Lorenzin)

da Quotidiano Sanita'.it 04 MAR - "Il nuovo Patto della salute è la vera priorità per il futuro del Servizio sanitario nazionale". Lo ha ribadito questa mattina il ministro della sanità,Beatrice Lorenzin, intervenendo ai microfoni della trasmissione radiofonica diRtl "Non Stop News".
"Tengo veramente tantissimo a chiudere il Patto della Salute perchè è la pianificazione e la programmazione del Sistema sanitario Nnazionale dei prossimi tre anni - ha detto il ministro -. Dentro il Patto c'è tutto: il Piano prevenzione nazionale, il Piano sanitario nazionale, la riconversione dei piccoli ospedali, la gestione efficiente dei posti letto, la soluzione dei problemi del blocco del turn over, le liste d'attesa".
Lorenzin quindi ha sottolineato come ci siano “tanti problemi che sono lasciati andare perché bisognava risolvere prima l'emergenza finanziaria, l'enorme sovraffollamento di miliardi e miliardi di euro avvenuto dopo il 2001. Adesso che i conti sono tornati in ordine, a parte qualche eccezione - ha evidenziato - bisogna ripensare alla qualità della sanità e soprattutto al paziente e a quella che sarà la nostra società nei prossimi 20-30 anni: una società con più persone anziane che avrà bisogno quindi un diverso modo di concepire l'assistenza sanitaria".La proposta a Padoan"Ora abbiamo un nuovo ministro dell'Economia e dovrò ricominciare una trattativa, anche perché in questo anni il Fsn ha già avuto 25 mld di euro di tagli e le Regioni in Piano di rientro sono quelle che più hanno sofferto di questa situazione - ha spiegato Lorenzin -. La mia proposta al ministro Padoan è quella di fermare i tagli alla sanità, tener fermo il budget per tre anni, e quantificare una serie di risparmi da poter reinvestire all'intero dello stesso Sistema sanitario nazionale".Titolo V"La manutenzione del Titolo V va sicuramente fatto, soprattutto per quel che riguarda la sanità", ha precisato il ministro. "La materia è stata devoluta in maniera molto larga e abbiamo visto che ci sono situazioni che sono andate totalmente fuori controllo. Al di là dei compiti di controllo e verifica ci materie come la ricerca, la prevenzione, la lotta e il contrasto alle epidemie sono asset di livello nazionale". Si tratta, ha proseguito il ministro, di "questioni non solo di carattere locale, ma sono delle visioni che uno Stato programma e pianifica in tutto il territorio, credo non ci sia nessun tipo di taboo a dire che dopo 12 anni alcune cose possono essere migliorate, cambiate e ricentralizzate e altre, giustamente, rimarranno alle Regioni che hanno tra l'altro avviato un processo molto lungo e costoso ormai di pianificazione e programmazione sanitaria".Chiusura piccoli ospedali"Ci dovranno essere sempre meno ospedali, e quelli che resteranno dovranno essere sicuri e in grado di prendere in carico il paziente in situazioni di rischio e di difficoltà - ha spiegato Lorenzin -. Noi dobbiamo avere ospedali che, dal momento in cui vi si entra, siano capaci di prendersi in carico i pazienti con qualsiasi tipo di patologia offrendo le migliori cure che è possibile reperire sul mercato sanitario".Assistenza transfrontalieraLa Direttiva, ha spiegato il ministro, cambia totalmente un aspetto del sistema di welfare europeo. "Si prevede già da ora la possibilità per le persone di muoversi nello spazio europeo con un accesso alle cure molto più libero e automatico rispetto a quanto accaduto fino ad oggi - ha spiegato Lorenzin -. Ogni cittadino europeo potrà curarsi in qualunque Stato membro, ovviamente con delle limitazioni che i singoli Paesi hanno posto". Limitazioni che sono di natura, ad esempio, economica. "Abbiamo messo dei paletti in modo che non ci possa essere un depauperamento di uno Stato rispetto ad un altro - ha concluso Lorenzin -. Viste le nostre eccellenze nel trattamento di diverse patologie, quali ad esempio quelle rare o oncologiche, potrebbe esserci un importante afflusso di pazienti verso l'Italia, soprattutto nelle regioni di confine.Ci sarà soprattutto un maggiore flusso di informazioni attraverso i contact point, in questo modo, ad esempio per le malattie rare, si darà anche ai cittadini un maggiore accesso a cure spesso difficili da reperire". (si ringrazia il Quotidiano Sanita')

notes (citta' salute, torino)

Città Salute di Torino su Twitter

  • ADNKronos Salute
  • 18 Feb 2014

Torino, 18 feb. (Adnkronos Salute) - "La Città della Salute e della Scienza di Torino sbarca su Twitter con il canale @cittasalute. Considerato che le reti social sono diventate una realtà concreta e partecipata da milioni di utenti - spiega una nota - il canale Twitter sarà per l'Azienda ospedaliero universitaria un'opportunità di trasparenza e di comunicazione integrata e multidirezionale incentrata all'ascolto del cittadino. Inoltre - aggiunge l'Aou - sarà possibile diffondere con facilità e immediatezza link a documenti liberamente consultabili e migliorare la comunicazione attraverso info ospedaliere, notizie rilevanti, giornate nazionali di cura e prevenzione, utilità inerenti la sanità pubblica, campagne di sensibilizzazione, bandi e concorsi......."

orso castano: la citta' della salute dovrebbe essere Torino, con i suoi servizi sanitari territoriali e non un luogo separato dal tessuto cittadino dove trionfa "il corporativismo medico". Il fatto e' che si sta crendo una "cittadella" della salute, con mura spesse e fortificazioni grandi, il cui accesso e' limitato alle nobili e , magari, ricche famiglie , che sole sono in grado di capire la "scienza ", quella vera , non quella fatta da medici che tutti i giorni sudano nei Pronto Soccorsi cittadini,in mezzo a mille difficolta'. Dare soldi a "medici di lusso" significa spaccare in due l'intervento sanitario in uno di serie A ed uno di serie B, significa creare servizi "bravi" e servizi "scadenti". E' un intervento odioso , ' cosa indefinibile . Stupisce , ma non piu' di tanto, il silenzio dell'Ordine dei Medici, ma visto che e' nato sotto il fascismo ed ha di quel periodo conservato certe caratteristiche culturali e strutturali, non stupisce piu' di tanto. Quello che assolutamente non si capisce e' perche' tutti i medici debbano contribuire economicamente a creare medici di serie A e medici di serie B.

A Renzi, il Liberal per eccellenza , manderei a dire che l'abolizione degli ordini professionali, vista la piega che stanno prendendo le cose e' da considerarsi non rinviabile


notes (la democrazia e' partecipazione)

dedicato a Renzi !!

notes (ANAAO PIEMONTE)

I GRANDI E MAGNIFICI ACCORPAMENTI DELLA SCIENZA
Venerdì 20 dicembre 2013
Ore 10,30, Aula Magna CTO, Torino
Assemblea delle organizzazioni sindacali dei medici
Tagli a organici e carriere, mancate assunzioni, ore di lavoro non pagate, attacchi alla libera professione, mancanza di coperture per il rischio professionale e aumento delle cause di risarcimento. Sono le principali ragioni della protesta dei medici della Città della Salute, che confluirà in un’assemblea indetta dalle organizzazioni sindacali, tra le quali Anaao Assomed Piemonte.
La sanità pubblica è spesso la vittima sacrificale delle politiche di riorganizzazione. E con il pretesto di una ricostruzione della cosa pubblica si persegue l’esatto contrario: lo sradicamento dei cardini fondamentali sui quali la società si poggia. La componente sanitaria, in questo senso, viene costantemente tartassata da leggi e provvedimenti che tendono alla sua distruzione.
“L’attuale governo regionale piemontese, delegittimato dal comportamento disgustoso dei suoi componenti, e ispirato unicamente dalla sua innata incompetenza, procede imperterrito nell’opera di distruzione del Servizio Sanitario. La costituzione della cosiddetta Città della Salute, con l’accorpamento di Molinette, CTO, Sant’Anna e Regina Margherita, ne è l’esempio: dopo 2 anni di ‘riorganizzazione’ non ha portato nulla, se non maggiori disagi a cittadinanza e operatori sanitari”, ha dichiarato la segreteria aziendale Anaao della Città della Salute.

la questione morale : E. Berlinguer

berliguer: la questione morale

Enrico Berlinguer concede nel 1981 (!!) un’intervista a Eugenio Scalfariper la Repubblica: ne nasce una requisitoria aspra contro gli altri partiti.

«I partiti non fanno più politica», mi dice Enrico Berlinguer, ed ha una piega amara nella bocca e, nella voce, come un velo di rimpianto. Mi fa una curiosa sensazione sentirgli dire questa frase. Siamo immersi nella politica fino al collo: le pagine dei giornali e della Tv grondano di titoli politici, di personaggi politici, di battaglie politiche, di slogans politici, di formule politiche, al punto che gli italiani sono stufi, hanno ormai il rigetto della politica e un vento di qualunquismo soffia robustamente dall’Alpi al Lilibeo…».

«No, no, non è così», dice lui scuotendo la testa sconsolato. «Politica si faceva nel ’45, nel ’48 e ancora negli anni Cinquanta e sin verso la fine degli anni Sessanta. Grandi dibattiti, grandi scontri di idee e, certo, anche di interessi corposi, ma illuminati da prospettive chiare, anche se diverse, e dal proposito di assicurare il bene comune. Che passione c’era allora, quanto entusiasmo, quante rabbie sacrosante! Soprattutto c’era lo sforzo di capire la realtà del paese e di interpretarla. E tra avversari ci si stimava. De Gasperi stimava Togliatti e Nenni e, al di là delle asprezze polemiche, n’era ricambiato».

Oggi non è più così?
«Direi proprio di n i partiti hanno degenerato e questa è l’origine dei malanni d’Italia».

La passione è finita? La stima reciproca è caduta?
«Per noi comunisti la passione non è finita. Ma per gli altri? Non voglio dar giudizi e mettere il piede in casa altrui, ma i fatti ci sono e sono sotto gli occhi di tutti. I partiti di oggi sono soprattutto macchina di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l’iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un “boss” e dei “sotto-boss”. La carta geopolitica dei partiti è fatta di nomi e di luoghi. Per la Dc: Bisaglia in Veneto, Gava in Campania, Lattanzio in Puglia, Andreotti nel Lazio, De Mita ad Avellino, Gasparri in Abruzzo, Forlani nelle Marche e così via. Ma per i socialisti, più o meno, è lo stesso e per i socialdemocratici peggio ancora…».

Lei mi ha detto poco fa che la degenerazione dei partiti è il punto essenziale della crisi italiana.
«È quello che io penso».

Per quale motivo?
«I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni, a partire dal Governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai TV, alcuni grandi giornali. Per esempio, oggi c’è il pericolo che il maggior quotidiano italiano, Il Corriere della Sera, cada in mano di questo o quel partito o di una sua corrente: ma noi impediremo che un grande organo di stampa come il Corriere faccia una così brutta fine. Insomma, tutto è già lottizzato e spartito o si vorrebbe lottizzare e spartire. E il risultato è drammatico. Tutte le “operazioni” che le diverse istituzioni e i loro attuali dirigenti sono chiamati a compiere vengono viste prevalentemente in funzione dell’interesse del partito o della corrente o del clan cui si deve la carica. Un credito bancario viene concesso se è utile a questo fine, se procura vantaggi e rapporti di clientela; un’autorizzazione amministrativa viene data, un appalto viene aggiudicato, una cattedra viene assegnata, un’attrezzatura di laboratorio viene finanziata, se i beneficiari fanno atto di fedeltà al partito che procura quei vantaggi, anche quando si tratta soltanto di riconoscimenti dovuti».

Lei fa un quadro della realtà italiana da far accapponare la pelle.
«E secondo lei non corrisponde alla situazione?».

Debbo riconoscere, signor segretario, che in gran parte è un quadro realistico. Ma vorrei chiederle: se gli italiani sopportano questo stato di cose è segno che lo accettano o che non se ne accorgono. Altrimenti voi avreste conquistato la guida del paese da un pezzo. Allora delle due l’una: o gli italiani hanno, come si suol dire, la classe dirigente che si meritano, oppure preferiscono questo stato di cose degradato all’ipotesi di vedere il partito comunista insediato al governo e ai vertici di potere. Che cosa è dunque che vi rende così estranei o temibili agli occhi della maggioranza degli italiani?
La domanda è complessa. Mi consentirà di risponderle ordinatamente. Anzitutt molti italiani, secondo me, si accorgono benissimo del mercimonio che si fa dello Stato, delle sopraffazioni, dei favoritismi, delle discriminazioni. Ma gran parte di loro è sotto ricatto. Hanno ricevuto vantaggi (magari dovuti, ma ottenuti solo attraverso i canali dei partiti e delle loro correnti) o sperano di riceverne, o temono di non riceverne più. Vuole una conferma di quanto dico? Confronti il voto che gli italiani danno in occasione dei referendum e quello delle normali elezioni politiche e amministrative. Il voto aireferendum non comporta favori, non coinvolge rapporti clientelari, non mette in gioco e non mobilita candidati e interessi privati o di un gruppo o di parte. È un voto assolutamente libero da questo genere di condizionamenti. Ebbene, sia nel ’74 per il divorzio, sia, ancor di più, nell’81 per l’aborto, gli italiani hanno fornito l’immagine di un paese liberissimo e moderno, hanno dato un voto di progresso. Al Nord come al Sud, nelle città come nelle campagne, nei quartieri borghesi come in quelli operai e proletari. Nelleelezioni politiche e amministrative il quadro cambia, anche a distanza di poche settimane. Non nego che, alla lunga, gli effetti del voto referendario sulla legge 194 si potranno avvertire anche alle elezioni politiche. Ma è un processo assai più lento, proprio per le ragioni strutturali che ho indicato prima».

al Lilibeo…».

«No, no, non è così», dice lui scuotendo la testa sconsolato. «Politica si faceva nel ’45, nel ’48 e ancora negli anni Cinquanta e sin verso la fine degli anni Sessanta. Grandi dibattiti, grandi scontri di idee e, certo, anche di interessi corposi, ma illuminati da prospettive chiare, anche se diverse, e dal proposito di assicurare il bene comune. Che passione c’era allora, quanto entusiasmo, quante rabbie sacrosante! Soprattutto c’era lo sforzo di capire la realtà del paese e di interpretarla. E tra avversari ci si stimava. De Gasperi stimava Togliatti e Nenni e, al di là delle asprezze polemiche, n’era ricambiato»..............Lei sperava che Spadolini adottasse in qualche modo la proposta Visentini di un governo sganciato dai condizionamenti dei partiti?
«Speravo che almeno ci fosse qualche passo in quella direzione. E invece, alla fine, tutto si è svolto secondo le regole dl famigerato manuale Cencelli, il cui autore del resto – e non a caso – è nelle liste della P2».

Signor Segretario, in tutto il mondo occidentale si è d’accordo sul fatto che il nemico principale da battere in questo momento sia l’inflazione, e difatti le politiche economiche di tutti i paesi industrializzati puntano a realizzare quell’obiettivo. È anche lei del medesimo parere?
«Risponderò nello stesso modo di Mitterand: il principale malanno delle società occidentali è la disoccupazione. I due mali non vanno visti separatamente. L’inflazione è – se vogliamo – l’altro rovescio della medaglia. Bisogna impegnarsi a fondo contro l’una e contro l’altra. Guai a dissociare questa battaglia, guai a pensare, per esempio, che pur di domare l’inflazione si debba pagare il prezzo d’una recessione massiccia e d’una disoccupazione, come già in larga misura sta avvenendo. Ci ritroveremmo tutti in mezzo ad una catastrofe sociale di proporzioni impensabili.

Il Pci, agli inizi del 1977, lanciò la linea dell’ “austerità”. Non mi pare che il suo appello sia stato accolto con favore dalla classe operaia, dai lavoratori, dagli stessi militanti del partito. Forse, quando lei ha ricordato che il vostro rapporto con le masse si era indebolito, pensava al fallimento della vostra campagna per l’austerità e a certi provvedimenti impopolari da voi sostenuti?
«Noi sostenemmo che il consumismo individuale esasperato produce non solo dissipazione di ricchezza e storture produttive, ma anche insoddisfazione, smarrimento, infelicità e che, comunque, la situazione economica dei paesi industrializzati – di fronte all’aggravamento del divario, al loro interno, tra zone sviluppate e zone arretrate, e di fronte al risveglio e all’avanzata dei popoli dei paesi ex-coloniali e della loro indipendenza – non consentiva più di assicurare uno sviluppo economico e sociale conservando la “civiltà dei consumi”, con tutti i guasti, anche morali, che sono intrinseci ad essa. La diffusione della droga, per esempio, tra i giovani è uno dei segni più gravi di tutto ciò e nessuno se ne dà realmente carico. Voglio cogliere l’occasione di questa intervista per annunciare che il nostro partito ha deciso di fare della questione della lotta contro la droga uno dei punti essenziali del suo impegno politico e organizzativo.
«Ma dicevamo dell’austerità. Fummo i soli a sottolineare la necessità di combattere gli sprechi, accrescere il risparmio, contenere i consumi privati superflui, rallentare la dinamica perversa della spesa pubblica, formare nuove risorse e nuove fonti di lavoro. Dicemmo che anche i lavoratori avrebbero dovuto contribuire per la loro parte a questo sforzo di raddrizzamento dell’economia, ma che l’insieme dei sacrifici doveva essere fatto applicando un principio di rigorosa equità e che avrebbe dovuto avere come obiettivo quello di dare l’avvio ad un diverso tipo di sviluppo e a diversi modi di vita (più parsimoniosi, ma anche più umani). Questo fu il nostro modo di porre il problema dell’austerità e della contemporanea lotta all’inflazione e alla recessione, cioè alla disoccupazione. Precisammo e sviluppammo queste posizioni al nostro XV Congresso del marzo 1979: non fummo ascoltati. Né il Pci, né il movimento sindacale trovarono l’interlocutore politico che raccogliesse e utilizzasse quel messaggio…».

Che oggi, comunque, voi avete abbandonato addirittura in contrasto con una parte del movimento sindacale e dello stesso Lama.
«Favole. Oggi noi respingiamo – in pieno accordo con il movimento sindacale – l’idea che l’inflazione sia dovuta unicamente al costo del lavoro e che il costo del lavoro sia principalmente dovuto alla scala mobile. È diventata una vera ossessione questa della scala mobile, dietro la quale la classe dirigente tradizionale nasconde la sua impotenza a dominare la crisi».

L’inflazione avrà pure delle cause, non cade dal cielo…
«Certo che ce l’ha. E la prima viene dal dollaro. Un dollaro a 1.200 lire, mentre appena pochi mesi fa non raggiungeva le 800 lire, quanti punti di inflazione introduce nel sistema? Di quanto aumenta il costo di tutte le importazioni e in particolare del petrolio? È in aumento di quasi il 50 per cento, un fenomeno di dimensioni enormi. Il vertice di Ottawa anche da questo punto di vista è stato un falliment ma direi che è stato un fallimento da tutti punti di vista. E poi: abbiamo in Italia una bilancia agricolo-alimentare terribilmente deficitaria, ma non si è fatto e non si fa quasi nulla per trasformare e sviluppare l’agricoltura. Infine, la spesa pubblica: un cancro che divora le risorse del paese in mille modi, con mille sprechi, a favore di mille clientele».

Lei è favorevole ad un taglio radicale della spesa?
«Sì, ma credo sia indispensabile farlo in modo progressivo e selezionato».

In quali settori andrebbe realizzato il taglio?
«In buona parte va fatto anche nelle spese previdenziali e per la sanità. Allo stato attuale, è insensato che l’assistenza medica sia stata resa di colpo gratuita per tutti gli italiani (dopo di che si ritorna a un ticket applicato indiscriminatamente!). Sia gratuita, e con servizi efficienti per le fasce di reddito inferiori e medio-inferiori. Gli altri contribuiscano in ragione del loro reddito. Ma devono anche essere combattute e liquidate le baronie e le clientele dei “pirati della salute”, che portano a sprechi enormi e alimentano insopportabili discriminazioni. Lo stesso criterio dovrebbe valere per tutta la politica previdenziale, per le tariffe, per la politica fiscale».

E il costo del lavoro? Le sembra un tema da dimenticare?
«Il costo del lavoro va anch’esso affrontato e, nel complesso, contenuto, operando soprattutto sul fronte dell’aumento della produttività. Voglio dirle però con tutta franchezza che quando si chiedono sacrifici al paese e si comincia con il chiederli – come al solito – ai lavoratori, mentre si ha alle spalle una questione come la P2, è assai difficile ricevere ascolto ed essere credibili. Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora ci vuole un grande consenso, una grande credibilità politica e la capacità di colpire esosi e intollerabili privilegi. Se questi elementi non ci sono, l’operazione non può riuscire».

Signor segretario, a che punto siamo con il terrorismo?
«A un bruttissimo punto. Vede dove ci hanno portato i cedimenti ai terroristi? Con l’obiettivo – che voglio sperare in buona fede – di salvare una vita, si è ceduto ai ricatti delle Br, e così è st5ata alimentata la catena dei sequestri e di altri ricatti. Se quando fu rapito il giudice D’Urso le forze politiche avessero resistito, non avessero ceduto in nulla, le Br non sarebbe state incoraggiate a proseguire. Ora siamo arrivati al punto che l’”Avanti!” pubblica integralmente il testo dei loro messaggi e che per ottenere il rilascio di un ostaggio, viene addirittura pagato ai terroristi un riscatto, con il quale le Br miglioreranno il loro armamento e la loro azione eversiva. Tutto questo è intollerabile. È intollerabile che fra i partiti che fanno parte del Governo della Repubblica vi siano atteggiamenti contraddittori e oscillanti su un problema così vitale».

Si è detto da parte di autorevoli dirigenti sindacali che i terroristi si sono infiltrati persino nei quadri del sindacato.
«È molto probabile. Ma attenzione: ho l’impressione che queste denunce si pongano non tanto l’obiettivo di combattere il terrorismo quanto di dividere il sindacato e di infangare il nostro partito. Voglio essere assolutamente chiaro su questo punto. Che infiltrazioni terroristiche ci siano in alcune fabbriche siamo stati noi i primi e, per lungo tempo, i soli a dirlo. Il nostro compagno Guido Rossa fu ucciso proprio perché aveva rivelato ciò. Da qui a stabilire un collegamento politico-ideologico tra la lotta di classe, la lotta sindacale e il terrorismo ci corre un abisso. Che cosa si vuole? Criminalizzare i sindacati e i sindacalisti che organizzano le lotte? Questa è un’operazione infame e chi la tentasse va smascherato di fronte a tutto il movimento dei lavoratori».

Onorevole Berlinguer, qual è il suo giudizio sul congresso del partito comunista polacco?
«Assai positivo. I compagni polacchi hanno dimostrato di saper accogliere la spinta al rinnovamento che proviene da tutta la società polacca, in particolare della classe operaia e dalle sue rinnovate organizzazioni sindacali, e hanno condotto questa delicatissima operazione con coraggio e, insieme, con saggezza e prudenza. La situazione, tuttavia, rimane ancora difficile e complessa, e credo che lo sarà ancora a lungo».

Per l’elezione del comitato centrale del partito, il Congresso di Varsavia ha votato a scrutinio segreto e in piena libertà di scelta. Non c’erano liste prefabbricate…
«Vede? Non sempre i grandi fatti di rinnovamento democratico vengono dall’Occidente. In questo caso vengono dall’Est indicazioni importanti per lo sviluppo dei partiti operai di tutto il mondo».

Forse perché all’Est c’è quasi tutto da fare quanto a rinnovamento democratico. La domanda è questa, signor segretari il metodo di votazione adottato a Varsavia è assai più libero non soltanto rispetto a tutti gli altri partiti comunisti dell’Est, ma perfino rispetto al Pci. Non pensa lei che sia venuto il momento di muoversi nello stesso senso?
«Noi abbiamo una procedura complessa, ma quanto mai democratica per eleggere il comitato centrale, e in essa è previsto anche il voto segreto. Il nostro statuto stabilisce che la votazione segreta si effettui obbligatoriamente quando ne faccia richiesta appena un quinto dei delegati. Ma non poche volte, per eleggere gli organi dirigenti delle nostre organizzazioni, viene adottato il voto segreto».

E lei non crede che questo debba diventare norma generale?
«Non lo escludo affatto, e penso che se ne possa discutere. Ma perché lei pone a me questa domanda? Lo sa che gli altri partiti italiani, nei loro congressi, votano di norma, su liste di corrente bloccate?».

Lo so, ma non mi pare un buon motivo per imitarli. Siate diversi anche in questo, e sarà un’ottima cosa.
«Accetto l’invito. Voglio concludere con un’osservazione. Della Polonia si è parlato molto e giustamente in Italia, quando si temeva un intervento sovietico. Ora che il processo di rinnovamento socialista in Polonia è avviato, pur in mezzo a tante difficoltà, e l’intervento non c’è stato, sembra che l’argomento Polonia abbia perso interesse per molta stampa e per tanti politici e politologi. Come mai? Il “caso polacco” non serve più per alimentare la polemica contro di noi? Quanti pregiudizi ci sono ancora, quanti errori, quanti tabù! Un giornalista invitò una volta a turarsi il naso e a votare Dc. Ma non è venuto il momento di cambiare e di costruire una società che non sia un immondezzaio?»

Eugenio Scalfari

Fonti

    Indice

  • Biografia di Enrico Berlinguer (giorno per giorno)

  • Scalfari intervista Berlinguer (articolo de


notes (risorse e ricerca)

Ilritratto di Pietro Greco 2013 è stato un Homebuon anno per la s

di Pietro Greco

Il 2013 è stato un buon anno per la scienza del mondo. Gli investimenti globali in ricerca e sviluppo (R&S) sono infatti cresciuti, in termini reali, del 2,7%, raggiungendo la cifra record di 1.558 miliardi di dollari, secondo il 2014 Global R&D Funding Forecast pubblicato dalla rivista R&D Magazine.
Mai l’umanità aveva così tanto nella produzione di nuova conoscenza scientifica e nello sviluppo di nuove tecnologie. L’aumento in termini reali degli investimenti è analogo all’aumento del Pil (Prodotto interno lordo mondiale). E dunque il mondo, ormai, investe in R&S l’1,8% della ricchezza che produce.
Tra i continenti, l’Asia consolida la prima posizione sia in termini assoluti, con 597 miliardi di dollari investiti, sia in termini relativi. Al continente va attribuito il 38,3% della spesa mondiale, in crescita dell’1,3% rispetto al 2012. Da sottolineare che l’intensità degli investimenti in ricerca (rapporto tra R&S e Pil) dell’Asia ha ormai raggiunto l’1,9%.
La spesa è distribuita su tutto il continente, anche se emergono quattro poli principali.Nell’ordine: Cina, Giappone, Corea del Sud e India.
L’America (nord e sud) da qualche anno ha perduto il primo posto tra i continenti. Ma con 530 miliardi di investimenti, consolida il secondo posto. Anche se il suo peso a scala globale viene leggermente limato, scendendo dal 34,5% del 2012 al 34,0% del 2013. Resta prima per intensità di investimenti (2,4% rispetto al Pil), ma anche in questo caso si registra un leggero calo: la spesa in R&S rispetto al Pil era infatti del 2,5% nel 2012. Al contrario dell’Asia, nelle Americhe c’è un solo polo: gli Stati Uniti, che con 450 miliardi di investimenti rappresentano l’85% della spesa continentale.
Terzo tra i continenti, con 349 miliardi di dollari investiti, è l’Europa...........

cienz

notes (materia-antimateria)

materia ed antimateria
link : http://www.asitv.it/v/36
http://www.asitv.it/v/42
http://www.asitv.it/v/365
http://www.asitv.it/v/167

notes (ordini professionali)

Che cos'è un ordine professionale e da dove storicamente arriva

"L'interesse individuale si esplica attraverso la volontà delle associazioni professionali, l'interesse delle associazioni professionali attraverso la Corporazione, interesse delle Corporazioni attraverso il Consiglio. Ecco, in atto, una gerarchia economica mediante la quale ogni volontà si realizza attraverso quella immediatamente superiore. E' questa organizzazione, quella che risponde più perfettamente allo sviluppo delle tendenze moderne in materia economica. Lo Stato Fascista non interviene nelle aziende, ma le coordina secondo direttive comuni. Ed è una concezione siffatta quella che rovescia i termini del presupposto socialista e supera, al tempo istesso, quelli del sistema liberale".
Giuseppe Bottai, RASSEGNA ITALIANA, marzo 1930 , quindi siamo in piena epoca fascista. Alcune questioni , oggi, alla luce delle direttive nazionali che assegnano agli Ordini il compito di verificare gli ECM degli iscritti, va posta: 1) chi presiede questi ECM organizzati dagli ordini? " 2) che tipo di formazione ha? 3) non si corre il rischio che la voglia imporre ad altri iscritti non riconoscendo altre diverse formazioni limitando la liberta' di formazione scientifica , solo perche' occupa all'interno dell'Ordine un posto di potere raggiunto "politicamente" o perche' facente parte di un apparato Istituzionale forte (vedi Universita', ricordo che Albert Einstein non aveva la laurea) ? 4) non odora tutto questo di corporativismo e verticismo , venendosi a creare all'interno degli stessi Ordini una sepatezza di "potere" tra chi organizza e chi non e' ammesso ad organizzare la verifica del "sapere". Diventera' cosi' molto pericoloso partecipare a corsi organizzati da "colleghi con piu' potere che si arrogheranno il diritto di decidere chie puo' essere medico a tutti gli effetti e chi no.

notes (OGM Monsanto!!)

da AVAAZ (da seguire, clicca sotto il link)
Sofía Gatica ha ricevuto minacce di morte ed è stata brutalmente picchiata per aver partecipato alle proteste contro la costruzione dell'enorme stabilimento Monsanto cui si sta opponendo ben il 70% dei residenti della zona! Un sostegno globale a lei e a tutta la sua comunità potrebbe scatenare una reazione a catena sui media locali spingendo la Presidente argentina a far chiudere l’impianto, ostacolando così la diffusione mondiale della tossica monocultura col marchio Monsanto:

La Monsanto sta espandendo il suo potere in ogni Paese del mondo, e il suo ultimo progetto è un enorme stabilimento di semi Frankenstein OGM in Argentina. Sofía Gatica e altri membri della comunità locale hanno provato ad alzare la voce, ma come risposta sono stati minacciati di morte e picchiati brutalmente. Si tratta di una minaccia enorme e abbiamo poco tempo: uniamoci alle proteste e fermiamo la costruzione della fabbrica.

La Monsanto produce semi OGM che, combinati con pesticidi tossici, generano devastanti monocolture, dove non cresce più nulla se non una sola pianta, che stanno progressivamente ricoprendo tutto il pianeta. E ora stanno progettando di costruire uno degli impianti di produzione di sementi OGM più grandi del mondo alle isole Malvine.

Sofía, preoccupata per i rischi per la salute che deriverebbero dalla fabbrica, si è unita alle proteste, portate avanti dal 70% della popolazione locale. Se un milione di noi si uniranno ai cittadini delle Malvine nei prossimi 3 giorni, potremo alzare il livello di attenzione sul tema nei media locali, rafforzare la petizione tramite delle pagine sui giornali, e spingere la Presidente argentina, in calo nei consensi, a fermare il progetto e ostacolare così l’espansione dell’agricoltura tossica prodotta dalla Monsanto:

https://secure.avaaz.org/it/stop_monsanto_in_argentina_global_/?bgorccb&v=32924

Sofía e gli altri abitanti delle Malvine si sono stesi di fronte ai bulldozer per fermare i lavori di costruzione della fabbrica. Se riusciremo ad amplificare l’eco della loro protesta, possiamo aiutarli a vincere questa battaglia. La popolarità della Presidente Kirchner è già in ribasso in questo periodo e non può permettersi proprio ora di essere vista come sostenitrice degli interessi di Monsanto a scapito dei suoi stessi concittadini.

Il mega impianto userà sostanze chimiche tossiche per produrre le sementi, il chè già di per sè suona strano, visto che i semi di solito vengono direttamente dalle piante, no? Beh, non nello spaventoso mondo nuovo della Monsanto, in cui le piante sono geneticamente progettate per essere sterili, e in cui l’unico modo per gli agricoltori di continuare a fare il loro lavoro è di comprare ogni anno i semi nuovi prodotti dalla Monsanto stessa! Negli Stati Uniti, alcune coltivazioni arrivano ad usare fino al 90% di semi Monsanto, e con la nuova fabbrica in Argentina questa compagnia senza scrupoli mira ad estendere il suo controllo sulle coltivazioni in tutto il pianeta.

Le minacce e i pestaggi subiti da Sofía e da chi protestava con lei sono l’ultima goccia: fermiamo questa invasione del Sud America, e iniziamo a far retrocedere la Monsanto e la devastazione portata dai suoi prodotti nei nostri ecosistemi:

https://secure.avaaz.org/it/stop_monsanto_in_argentina_global_/?bgorccb&v=32924

Secondo alcuni, modificare geneticamente gli organismi potrebbe potenzialmenteaumentare di molto l’efficienza in agricoltura. E’ anche possibile che tali benefici si realizzino in futuro, ma spesso sono ingigantiti e magnificati dagli addetti alla comunicazione delle grandi aziende, come succede con lo slogan per cui i semi OGM “sfamano il mondo”, in quanto molto più produttivi dei semi normali, cosa non ancora dimostrata; senza contare che spesso queste tecnologie privilegiano i profitti rispetto alla cura delle persone e dell’ambiente. Dovrebbero essere i governi a decidere quando ci sono dei rischi per la salute, ma la Monsanto ha una certa esperienza nell'influenzarne le decisioni. Negli Stati Uniti è stata addirittura approvata una legge che impedisce ai magistrati di far ritirare un prodotto Monsanto dal mercato, neppure in caso di pericolo per la salute pubblica!

L’agricoltura industriale e che fa uso di OGM sta modificando rapidamente il pianeta, e i nostri governi sono fin troppo influenzati dall’operato di questa enorme azienda statunitense. Un’azienda che passo dopo passo sta arrivando a controllare le riserve di cibo di tutto il mondo. Non possiamo lasciare ai nostri figli e ai nostri nipoti un mondo nutrito unicamente dalla Monsanto, non se abbiamo la possibilità di fermarla ora.

Con speranza e determinazione,

Ricken, Meredith, Laura, Nick, Alice, Luis, Marie, Nadia e tutto il team Avaaz

notes (inquinamento dal cielo)

notes (bambini e poverta' assoluta)

Save the children: un bambino italiano su dieci vive in povertà assoluta


I bambini e gli adolescenti non sono risparmiati dalla crisi. Oltre un milione vive in povertà assoluta (+30%), pari a 1 su 10; 1 milione e 344 mila è in condizioni di disagio abitativo; 650.000 vivono in comuni in default o sull'orlo del fallimento, quindi senza il sostegno dei servizi sociali. E ancora: le famiglie con bambini hanno tagliato il loro budget di 138 euro al mese: dedicano appena 11 euro mensili per libri e scuola e 23 euro per tempo libero, cultura e giochi. Ad accendere i riflettori sulle condizioni sempre più drammatiche dei minori in Italia è «L'Italia SottoSopra», 4° Atlante dell'Infanzia (a rischio) in Italia di Save the Children, diffuso oggi a Ro

notes (salute in Russia......siamo in Europa !!!)

..............Il quadro della salute della popolazione russa è molto preoccupante: la speranza di vita alla nascita è di 64 anni per gli uomini – il dato più basso tra tutti i paesi europei, 11 anni in meno rispetto alla media dei paesi UE – e 75 per le donne. E così Putin ha deciso di aumentare massicciamente gli investimenti. Ma c’è chi non è d’accordo sulle scelte. Un reportage di Lancet i: la speranza di vita alla nascita è di 64 anni per gli uomini – il dato più basso tra tutti i paesi europei, 11 anni in meno rispetto alla media dei paesi UE – e 75 per le donne. Nel 1988 la speranza di vita degli uomini russi era di 65 anni: a seguito del collasso dell’Unione Sovietica in pochi anni la longevità di questa popolazione si ridusse di ben 7 anni, per poi risalire faticosamente con alti e bassi fino al livello attuale. L’entità del fenomeno è stata sconvolgente: nel periodo 1991-1994 l’aumento della mortalità è stato equivalente a un eccesso di 2 milioni di morti. Un eccesso di mortalità che si è concentrato negli uomini in età lavorativa e ha riguardato (e tutt’ora riguarda) le malattie cardiovascolari e le cause violente (suicidi, omicidi, avvelenamenti da alcol, incidenti stradali). Un eccesso di mortalità che ha prodotto un rilevante calo demografico – dai 148.7 milioni di abitanti nel 1991 agli attuali 142.6 milioni – e che è destinato a produrre effetti anche nel futuro; le stime parlano infatti di una popolazione di 139 milioni nel 2020 e di 130 milioni nel 2030............. ,............ molte perplessità sull’efficacia del metodo utilizzato. Innanzitutto perché le spese maggiori si sono rivolte finora quasi essenzialmente all’ammodernamento delle strutture ospedaliere presenti e all’aumento della dotazione tecnologica, tralasciando però l’adeguamento delle necessarie competenze sanitarie nell’utilizzo delle nuove tecnologie: in questo modo chi ne ha davvero beneficiato, fino a questo momento, sono stati i produttori delle attrezzature e non i cittadini, come denuncia Eugenia Bessonova, ricercatrice in un importante centro di analisi economico e finanziaria di Mosca: “C’è stato un grande scandalo nelle gare di appalto di apparecchiature TAC. In diverse regioni i prezzi di tali macchine sono lievitati di due o tre volte e questi casi sono finiti in tribunale”. In secondo luogo esistono ancora grosse disparità nella quantità e qualità dei servizi tra le diverse aree della Russia: le differenze riguardano sia le infrastrutture che il personale sanitario, che preferisce lavorare nelle grandi città dove sono maggiori le possibilità di guadagno, piuttosto che nelle aree rurali (un medico arriva a guadagnare 2000 € al mese nelle prime, e solo 500 € nelle seconde).


notes (quanti neet in Italia)

NEET in Italia......Oltre il 27% dei giovani tra i 15 e i 34 anni non studia, non lavora e non è in un percorso di formazione. Lo rileva l’Istat in una tabella sui cosiddetti Neet ampliata alla fascia dei 30-34 anni, secondo la quale gli under 35 in questa condizione nel terzo trimestre sono 3,75 milioni. Al Sud la percentuale è del 36,2%, oltre 2 milioni di persone. I neet (not in education, employment or training) tra i 15 e i 34 anni sono aumentati di oltre 300.000 unità rispetto al terzo trimestre del 2012 passando da 3,43 milioni a 3,75 milioni toccando la quota record del 28,5% (era 25,8% nel terzo trimestre 2012). Finora l’Istat aveva diffuso le rilevazioni sui neet fino ai 29 anni (27,4% nel terzo trimestre 2013 a fronte del 24,9% nello stesso periodo del 2012), fascia di età nella quale coloro che non studiano nè lavorano sono 2,564 milioni contro i 2,344 del terzo trimestre 2012. Nella media 2012 i neet under 35 in Italia erano il 25% del totale dei giovani (17,3% la media nell’area euro), percentuale inferiore solo alla Bulgaria e alla Grecia. Oltre la metà dei neet (2.010.000 su 3.755.000) sono al Sud con una percentuale che sfiora il 40% (il 39,6% degli under 35 contro il 36,9 del terzo trimestre 2012). Se si guarda agli under 29 nel Mezzogiorno sono fuori dal percorso lavorativo, formativo e di istruzione il 36,2% dei giovani a fronte del 34,7% del terzo trimestre 2012 (1,344 milioni su 2,564 milioni di neet under 29). Nel complesso ci sono quasi 1,2 milioni di neet tra i 30 e i 34 anni di cui 666.000 al Sud. Su 3,755 milioni di neet under 35 complessivi ci sono oltre 1,5 milioni di giovani con bassissima scolarità (fino alla licenza media) mentre 1,8 milioni hanno il diploma di maturità e 437.000 hanno nel cassetto una laurea o un titolo post laurea. Le donne neet sono 2.112.000 mentre gli uomini sono 1.643.000.( fonte ansa)

notes :copyright da rivedere

notes :copyright da rivedere
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laboratorio sulla complessita'

complex lab

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