venerdì 17 aprile 2009

Rene' Thom :Teoria delle catastrofi

DOMANDA: René Thom, Lei si è laureato all'École Normale Supérieure nel 1946, all'età di 23 anni, e nel 1951 ha ottenuto il suo PhD. In questo periodo i suoi principali campi di lavoro sono stati l'algebra e la topologia, alle quali, negli anni cinquanta e sessanta, ha contribuito con studi di importanza fondamentale. Ma negli ultimi vent'anni il suo nome e la sua fama sono stati legati essenzialmente alla cosiddetta teoria delle catastrofi. Vorrei che ci descrivesse a grandi linee cos'è questa teoria e in che senso è nuova. La teoria delle catastrofi ha un programma che è facile da esporre: si tratta di spiegare le forme naturali. Quando posiamo il nostro sguardo sul mondo, costatiamo che l'universo non è un caos, che è diviso in forme relativamente distinte, ben separate le une dalle altre. E' più simile all'ordine di un cosmo che non un caos. Da questo punto di vista, ciò che la teoria delle catastrofi tenta di fare è di esplicare l'origine e la successione delle forme naturali così come le percepiamo nel mondo che ci circonda.  Questo punto di vista della teoria delle catastrofi è abbastanza nuovo, nel senso che essa si propone di edificare una teoria che spieghi la genesi delle forme indipendentemente dal substrato materiale che le compone. Questo ha qualcosa di un po' paradossale, perché sappiamo per certo che una nuvola non ha la stessa consistenza di un blocco di marmo, e che di conseguenza la permanenza delle forme è strettamente legata alla natura del loro substrato. Non ci sono dubbi sul fatto che la natura del substrato abbia effettivamente un ruolo di primo piano nel determinare il carattere più o meno permanente, o al contrario più o meno transitorio, di una forma. Ma, ciononostante, la teoria delle catastrofi adotta un punto di vista risolutamente indipendente dal substrato. In altre parole, ci si pone in un'ottica per cui c'è qualcosa come un etere soggiacente che riempie tutto lo spazio. Una materia prima, avrebbe detto Aristotele. Questa materia prima è sottomessa a delle sollecitazioni che le fanno adottare questo o quell'altro tipo di materia. Quello che la teoria delle catastrofi propone sono gli schemi generali che permettono di spiegare la genesi delle forme.  Facciamo l'esempio del piano della scrivania, che è qui davanti a me: abbiamo uno spigolo che separa la superficie orizzontale della scrivania dalla parete verticale. Questo spigolo per me è un luogo di catastrofe, perché separa due superfici che hanno delle funzioni e degli orientamenti diversi. La natura del substrato è evidentemente la stessa: dell'aria da una parte e del legno dall'altra. Ma se si vuole risalire all'origine delle forme, ci si renderà conto che questo spigolo trae origine dal fatto che l'asse di legno che costituisce la scrivania è stata inizialmente segata da una sega, diciamo metallica, il cui disco ha tracciato una linea di contorno nel legno dell'asse. Ed è il conflitto fra l'acciaio della sega e la materia legno che ha generato la forma.  La teoria delle catastrofi, se volete, ritorna alla vecchia idea eraclitea che il conflitto è il padre di tutte le cose. Qualsiasi forma deve la sua origine ad un conflitto. Tratto dall'intervista "Teoria delle catastrofi" - Parigi, Istituto di Matematica, studio, venerdì 16 dicembre 1988

orso castano : Rene' Thom fa un appello alla Ragione! C'e' una unitarieta' nel tutto, un substrato che  ci consente di studiare e capire  anche cio' che ci  appare catastrofico ed incommensurabile ;  la Ragione  ci consente di spiegare , di descrivere , di ricostruire. Non ci sono alibi, se non abbiamo oggi modelli matematici che non ci consentono di capire, possiamo costruirceli , anzi dobbiamo costruirceli,  abbiamo il dovere (etico?) di capire! Non ci sono alibi ! ed aggiungerei : nessuno e' innocente! chi si tira indietro se neassume le responsabvilita' di fronte a tutti..... Chissa' perche' il pensiero va alla Casa dello Studente ed all'Ospedale dell'Aquila, anche loro incredibilmente ed irresponsabilmente fortemente lesionati e distrutti.....

per approfondire :http://www.educational.rai.it/canale_filosofia/   oppure

 http://www.emsf.rai.it/citta_del_pensiero/default1.asp

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